È incredibile come in sedici anni di vita non mi sia mai veramente accorta dell'importanza del tempo.
Da quando sono entrata qui dentro la mia linea temporale si è completamente sballata: un minuto sembra durarne venti; un giorno sembra durare un secondo. Senza una logica, senza nessun motivo apparente.
Nel rapporto tempo spazio, sto facendo davvero fatica...
Fino a poco tempo fa la mia strada era dritta e ben spianata. Adesso è come se avessi preso una curva a centocinquanta all'ora, di cui ancora non riesco a vederne la fine.
Mi sento come in una bolla, sballottata da una parte all'altra dal vento. Mi basta un niente per scoppiare.
E in questo costante altalenarsi di tempo e spazio, il sentimento che prevale nel mio cuore è la paura.
Paura per papà.
Vivo ogni giorno con l'angoscia che qualcuno chiami dall'ospedale per dirmi che papà non ce l'ha fatta.
Sono andata a trovarlo parecchie volte, dopo l'operazione, ma lui è ancora in stato di incoscienza.
Allora gli siedo vicino, gli prendo le mani, poggio la mia fronte sulla sua e prego e supplico il cielo. Chiedo aiuto alla mamma, a Ciro, a Pietro. Non posso perdere anche lui. Non voglio rimanere completamente sola al mondo.
Paura per la mia vita. Il mio futuro, in questo momento, è solo una nuvola di nebbia grigia.
Paura per me stessa. Per quello che potrebbe succedermi qui dentro.
Quell'infame di Mimmo non ci ha pensato mezzo secondo a venderci al nemico. Ha causato la morte di Pietro. Si è messo dalla parte di Donna Wanda. Probabilmente proprio in questo momento starà pensando ad un modo per uccidere anche me.
Paura per il mio cuore.
Non sono abbastanza forte per lasciarmi guidare solo dalla razionalità. Non riesco più a guardare alla vendetta nello stesso modo.
Forse ha ragione lui...
Nun è accussi che t pass o dolor.
Il dolore rabbioso per la perdita di Ciro si è trasformato in un dolore sofferente, alla ricerca costante di un'ancora di salvezza a cui aggrapparsi.
E il mio cuore, per quanto provi ad impedirglielo, cerca disperatamente qualcosa per tapparsi i buchi e fasciarsi le ferite.
Ma anche il mio cervello, ultimamente, ha deciso di abbandonarmi e fare a modo suo.
Perché non riesce più a togliersi dalla testa Carmine Di Salvo.
È passato qualche giorno dall'ultima volta che ci siamo parlati. Non abbiamo più avuto occasione di rimanere insieme più di qualche minuto e devo ammettere che questa cosa mi è servita parecchio.
Non riesco a comportarmi in modo normale, quando c'è lui nei dintorni. Il mio sguardo continua a cercarlo, il mio cuore cerca di uscirmi dal petto ogni volta che per sbaglio incrocio i suoi occhi e vedo il suo sorriso.
E questa cosa non va bene. Non va assolutamente bene.
Devo sforzarmi di ricordare che ha ucciso mio fratello.
E che per colpa sua ho perso l'amicizia di Nina.
Lancio un'occhiata alla foto che ho nascosto sotto il materasso del letto.
Se qualcuno me l'avesse detto, solo poco tempo fa, che avrei condiviso proprio con lui il ricordo della mia amica non ci avrei mai creduto.
Avevo detto addio a Nina prima di venire a sapere della sua morte.
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I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare Fuori
RomanceFanFiction Rosa e Carmine - Mare Fuori Rosa e Carmine. La loro storia di odio. La loro storia d'amore. Rivisitazione della storia dei Piecurosa