Rosa
Devo trovare un modo per rimanere sola con lui.
Tiro l'ultima boccata di sigaretta e la getto per terra, interrompendo il suo ultimo sospiro fumoso con la punta dello stivaletto.
E' già passato troppo tempo da quando sono entrata qui dentro e ancora non ho le idee chiare su come attuare il mio piano.
Ho studiato nel dettaglio tutti gli spostamenti del gruppo maschile ma non c'è assolutamente modo di beccarlo da solo senza la presenza di Gennaro, Lino o una delle altre guardie.
L'unica occasione è l'attività in comune, ma anche lì siamo sempre tenuti sotto controllo.
Lancio uno sguardo a Beppe, che nel cortile sta man mano raggruppando il solito gruppetto per le attività mattutine. Lo guardo richiamare l'attenzione dei ragazzi sul campetto da calcio e trascinarne qualcuno di forza al di là della rete. Pino invece non se lo fa ripetere due volte e subito corre tra le braccia di Kubra, che lo bacia sotto lo sguardo divertito di Gemma e quello decisamente schifato di Viola.
Non ho per niente voglia di perdere tempo con queste stupidaggini: il corso di pizza è davvero una chiavica ma forse è l'occasione giusta per capire come riuscire ad isolare O' Piecuro.
Chiudo gli occhi assaporando per qualche secondo il calore del sole sul mio viso dalla panchina su cui sono seduta da sola. Silvia è da poco andata via con Maddalena, per incontrare sua mamma a colloquio.
Ancora qualche minuto di pace e silenzio per me, prima che Beppe venga a reclamarmi...
Allungo le gambe davanti a me e alzo le braccia per riscaldare i muscoli, stiracchiandomi come un gatto. Ho un improvviso moto di nostalgia e per qualche secondo lascio che la mente torni a fantasticare sulla danza.
Probabilmente - se il mondo non fosse impazzito, se la mia vita non fosse stata stravolta - adesso sarei a lezione di danza classica con Maria, la mia insegnante da cui ho memoria.
Mi sembra quasi di sentire la sua voce severa sgridarmi per come sto trattando i miei muscoli e per il fatto che ho perso quasi un anno di allenamento.
Sorrido tra me e me, perdendomi nei ricordi dell'ultimo spettacolo di ballo a cui avevo preso parte. Mi sembra quasi di riuscire a sentire la melodia nel fruscio del vento e mi viene spontaneo quasi ballarla dentro di me.
Non mi accorgo subito dell'ombra che mi è calata sulle palpebre.
È solo quando non sento più il calore del sole sul viso che riapro gli occhi, sbattendoli forte per cercare di mettere a fuoco.
La figura che mi si staglia davanti mi copre la visuale del sole, mentre il suo volto rimane in ombra.
Ma non mi serve guardarlo in faccia per capire di chi si tratta.
Riconoscerei la sua sagoma ovunque.
E anche il mostro dentro di me la riconosce.
Affila subito le unghie, pronto all'attacco.
Non so da quanto tempo sia lì, con le mani in tasca, fermo immobile di fronte a me.
Ci fissiamo in silenzio per qualche secondo.
"Ma che sfacimma bbuo'?", sbotto poi, irritata dalla sua presenza e dall'interruzione di quel momento di pace. Non mi piace l'idea di farmi vedere così vulnerabile e distratta davanti a lui.
Di Salvo fa qualche passo verso di me, togliendosi dal sole. Riesco a vedere quel suo stupido sorriso sghembo aprirsi sul viso.
"E pensare che stavi addirittura sorridendo", esclama, con voce palesemente divertita.
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I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare Fuori
Roman d'amourFanFiction Rosa e Carmine - Mare Fuori Rosa e Carmine. La loro storia di odio. La loro storia d'amore. Rivisitazione della storia dei Piecurosa