Non ci posso credere.
Come è possibile?
Senza pensarci nemmeno mezzo secondo mi fiondo tra le sue braccia.
"Ehi piccrè", mi sussurra lei tra i capelli, stringendomi forte. Inspiro a lungo il suo profumo, che mi era tanto mancato e mi stacco per guardarla, tra le lacrime.
Rivedere il viso di Maria è come rivedere quello di un membro della mia famiglia.
"Ca' ci fai acca?", singhiozzo, tra il riso e le lacrime.
Non mi ero mai resa conto veramente di quanto mi fosse mancata.
Lei e tutto il mondo a cui ero stata costretta a dire addio.
Sento qualcuno afferrarmi il braccio e vedo Maddalena cercare di allontanarmi.
Per un momento non ne capisco il motivo.
È Maria, la mia insegnante di danza, la mia seconda mamma da quando avevo tre anni.
E poi mi ricordo dove sono.
E quello che sono diventata agli occhi di tutti.
"Mi dispiace interrompere questo momento così commovente, Rosa, però è giusto presentare anche agli altri i nostri ospiti".
Beppe interviene con un sorriso, mentre mi lascio trascinare all'indietro da Maddalena. Lei mi lancia un'occhiata quasi di scuse e io per rassicurarla le faccio un mezzo sorriso, cercando di asciugare in fretta le lacrime. Sento lo sguardo di qualcuno dei miei compagni posato su di me ma faccio finta di nulla.
"Allora ragazzi miei, lei è Maria Monteri, insegnante di una delle scuole artistiche più rinomate di tutta Napoli".
Maria sorride e fa un cenno di ringraziamento verso Beppe.
"Mentre loro sono Eleonora e Giuseppe", continua lui, indicando le due figure alle sue spalle.
La ragazza con i capelli lunghi e biondi, che tiene raccolti sulle spalle e l'aria un po' altezzosa, fa un cenno del capo quando Beppe la indica, mentre il ragazzo con la pelle color caramello sorride entusiasta, mostrando a tutti la dentatura perfetta e bianchissima.
"Due ragazzi che frequentano i corsi lì e che gentilmente si sono offerti come volontari per aiutare Maria in questo nuovo laboratorio che inizierà proprio da oggi".
Come al solito, il gruppo comincia a rumoreggiare.
"Che significa Beppe?", chiede subito Silvia, osservando con interesse e curiosità la corporatura di Giuseppe "Di che laboratorio si tratta?".
"Ma che r'è sta strunzata mò? Stamm pazzià?", esclama invece Edoardo, scambiandosi un'occhiata allibita con Milos.
"A me nun m n fott proprj, possiamo scendere a giocare a calcio?", urla qualcun altro del gruppo.
In un secondo tutti cominciano a parlare a voce alta e le urla riecheggiano in tutta la sala comune.
Vedo Maria rimanere impassibile, mentre il viso della ragazza bionda assume una smorfia e il sorriso di Giuseppe perde qualche centimetro.
"Zittiii, silenzio un attimo" Beppe tenta di riportare la calma, senza però ottenere particolare successo "Se la smettete di fare gli stupidi vi spiego di cosa si tratta".
Tiro una gomitata a Edoardo, fermo in piedi accanto a me e gli lancio un'occhiata eloquente.
È pur sempre Maria e lui sa benissimo di chi si tratta.
Edoardo alza gli occhi al cielo e non dice più nulla, ma il resto del gruppo non sembra avere intenzione di calmarsi.
Lancio un'occhiataccia alle mie spalle, in direzione di Bea, Lucia e il resto delle ragazze che ancora si stanno lamentando.
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I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare Fuori
RomanceFanFiction Rosa e Carmine - Mare Fuori Rosa e Carmine. La loro storia di odio. La loro storia d'amore. Rivisitazione della storia dei Piecurosa