Parte 8 - Respira

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"...quindi ci siamo dati appuntamento per stasera, dopo le attività comuni".

La voce di Silvia è soddisfatta e maliziosa allo stesso tempo, così come il suo sorriso. Afferra uno straccio dal tavolo cosparso di farina e se lo mette in testa, a mo' di contadinella sbarazzina.

"Ma questo tipo da dove è uscito, mo? Manco ci avevi mai parlato prima", esclama Kubra, sospirando, mentre cerca di dare una forma all'impasto che tiene tra le mani.

"No, infatti. Ma quando abbiamo ballato insieme ho percepito una certa chimica tra di noi", continua a raccontare Silvia, sbattendo le ciglia in direzione di Kubra.

"Quel poverino non sa in che guaio si è cacciato. Cerca di non spezzargli il cuore, Silvia", commenta Kubra.

"Ma è chille ca bisogna fa' co gli uomini, piccrè", ribatte Silvia, sbuffando "nun è u vero ragazze?", chiede poi volgendo lo sguardo verso di noi. Gemma ed io, che fino a quel momento stavamo ascoltando le avventure-d'amore-non-stop di Silvia in silenzio, alziamo entrambe gli occhi al cielo contemporaneamente.

"Ma ca ne vulite capi' vuje", si lamenta Silvia, presa malissimo dal poco interesse che Gemma ed io abbiamo nei confronti delle sue teorie sull'amore.

Continuo a versare la salsa di pomodoro sulla mia pizza, senza aggiungere altro, sentendomi non poco soddisfatta del risultato. Sta davvero venendo bene! Forse quando esco di qui posso convincere Tonino a prendermi come aiutante nella sua pizzeria...

Se papà non si sveglia, è l'unico futuro che mi si prospetterebbe davanti...

Sento una morsa di paura nel petto ma cerco di scacciarla via e pensare positivo. Stamattina i dottori hanno detto che papà sta reagendo bene ai farmaci e che ci sono buone probabilità che si risvegli presto.

Non mi lascerà da sola.

Lo sa che non glielo perdonerei mai.

"Sei riuscita a parlare con Cardio? Stavate ballando insieme ieri, vero?", chiede Kubra rivolta a Gemma, distogliendomi dai miei pensieri.

Gemma sospira, mordendosi il labbro "Parlare è una parola grossa...non so più che cosa fare".

Sento la sua voce tremare e provo un moto di affetto per lei, anche se tra il nostro gruppetto è quella con cui ho ancora poca confidenza.

"Gemma dovete reagire! State sprecando il tempo che potreste passare insieme qui dentro", dice Silvia, giocherellando con il sacchetto della farina "Quando avrete il prossimo permesso? Perché non vi prendete una bella stanza d'hotel per stare un po' insieme?"

Gemma fa una smorfia e sbotta una risata cupa "Si, come l'ultima volta?".

Silvia si morde il labbro, preoccupata "Hai ragione, non ci stavo pensando, scusami..."

"Non importa... se ha bisogno di tempo per pensare e stare lontano da me non posso far altro che assecondarlo, anche se mi fa male", sussurra Gemma, con gli occhi pieni di lacrime.

Silvia e Kubra l'abbracciano e anche io tendo una mano per accarezzarle il braccio.

"Parlando invece di permessi e uscite insieme, è vero che andrai a conoscere la mamma di Pinù questo weekend?", continua Silvia, rivolta a Kubra, in un tentativo più che evidente di lasciare a Gemma il tempo per riprendersi e asciugarsi le lacrime.

Kubra lancia un'occhiataccia a Silvia "Non farmici pensare", borbotta, tornando a concentrarsi sull'impasto della sua pizza.

La faccia di Silvia riprende nuovamente un'aria maliziosa "Chissà si proverete pure 'o liette matrimoniale da mammt..."

I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare FuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora