Parte 5 - fantasmi del passato

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Due anni prima


-Ro, sono giù, puoi scendere-

Lancio un'occhiata al telefono che ho appoggiato sulla scrivania e scorgo l'anteprima del messaggio, con ancora le forcine in bocca e le mani impegnate a sistemarmi i capelli nello chignon.

"Ciroooo", mugugno, in direzione della porta, sperando che mio fratello mi senta "Ciiii?"

"Ca' tieni ra urlare?".

La testa di Ciro fa capolino dalla soglia della mia camera, palesemente scocciata.

"Ci sta Nina giù, dille ca' sto arrivando", dico, sperando che mi capisca visto che sto parlando come se avessi dei sassi in bocca.

Finisco di sistemarmi i capelli e sfreccio in direzione del letto, cominciando a ficcare cose a caso nella borsa aperta.

"Mi hai chiamato solo per dirmi sta stronzata?", domanda Ciro, con il sopracciglio alzato, mentre mi osserva correre da una parte all'altra della stanza "Aro' staje andando accussì in fretta?"

"A danza Cirù, dove vuoi che vada. Ma sono in stramaledetto ritardo".

Lascio perdere l'aiuto di mio fratello e spicco un salto per affacciarmi dal balcone "Arrivoooo".

"Ciao, io vado". Afferro la borsa e la giacca e mi alzo in punta di piedi per dare un bacio sulla guancia di mio fratello "Stasera mi fermo a mangiare con Nina e le altre, non mi aspettate per cena, d'accordo?"

Ciro mi segue per il corridoio, con in mano ancora il joystick della playstation "Papà o' saje ca' staje fori stasera?".

"Si, nun te preoccupa". Mi volto sulla soglia di casa per sorridergli "Sì 'o core mio"

"E tu sì bell' assaie. Statt accort"

Mi chiudo la porta alle spalle e sfreccio giù per le scale. Sicuramente ho già fatto una bella dose di riscaldamento per le gambe, Maria sarà contenta...

Esco all'aperto e vengo subito travolta dall'odore del mare e dal profumo inconfondibile della mia amica, che come sempre riesco a sentire anche a metri di distanza: un misto tra vestiti puliti, fiori bianchi e caramelle alla fragola.

Nina mi guarda correre verso di lei, la massa di riccioli castani sciolti sulle spalle e il solito giubbetto di jeans, mentre mi sorride da sotto il casco del motorino.

"Scusa il ritardo, oggi è successo di tutto".

"Nun te preoccupa, sono stata in giro fino adesso anche io".

Nina mi tende il secondo casco e io mi accomodo sul sellino dietro di lei, tenendo ben stretto tra le gambe il borsone di danza.

"Che hai fatto in giro fino adesso?", le chiedo, mentre lei guarda a destra e sinistra e ingrana la prima.

"Mo ti racconto, ho un sacco di novità", risponde con uno strano tono di voce. Ma forse ho sentito male io anche perché da sotto il casco e con i rumori del traffico non sento nemmeno la mia di voce.

Mi stringo nelle spalle e le passo una delle mie cuffiette, mentre le note di Liberato cominciano ad echeggiarci nelle orecchie.

Rimaniamo in silenzio ad ascoltare la musica per tutto il tragitto finché non arriviamo al nostro solito parcheggio davanti alla scuola di danza.

"Che novità mi devi raccontare?", le chiedo mentre l'aiuto a sistemare il motorino, incuriosita. Poi la guardo con più attenzione, finalmente libera dal casco "Nì, che hai? Cos'è successo?".

I mostri che ci portiamo dentro - Carmine e Rosa - Mare FuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora