15.Capitolo

658 8 0
                                    

Marcus

Erano passati ormai dieci minuti da quando ero entrato nell'aula e non mi aveva ne guardato ne rivolto la parola, non capisco il perché si sia arrabbiata così tanto deve capire anche il nostro di punto di vista, so che può sembrare egoista ma lei era così sicura quando ci diceva che non voleva venire.

flashback

Era notte fonda saranno state le tre del mattino quando Micheal mi venne a svegliare «Ei svegliati tra poco partiamo » non ero sicuro del perché ce ne stessimo andando sapevo solamente che non potevamo più rimanere, gli altri erano già tutti in sala anche la piccola Marlene aveva solo sette anni le chiedemmo dove fosse Elisabeth e del perché non fosse qui e lei ci disse che non voleva venire che voleva restare con mamma e papà « io ho provato a convincerla ma lei non voleva proprio» aveva le lacrime agli occhi penso per il fatto che non so vedranno più.

La osservo dal banco dietro il suo muove freneticamente la gamba destra mentre scriveva qualcosa su un quadernino, ho notato che se lo porta sempre dietro come se contenesse qualcosa di importante ma che nessuno oltre lei deve sapere, penso che se non faccia io la prima mossa non mi parlerà mai e dato che dovremmo passare qualche ora insieme vorrei sapere qualcosa in più sul suo passato.
Decido di andarmi a sedere nel posto di fianco al suo e appena mi vede arrivare chiude immediatamente il quadernino «cosa scrivi?» non si gira ne nulla fa finta che io non ci sia mi sembra molto me in questo momento che mi scappa una piccola risatina,« allora cosa vogliamo fare in queste ore?»inizia a giocherellare con la penna ignorandomi , penso che sia impossibile parlare perciò torno a sedermi dietro a osservarla.
Passammo qualche minuto in assoluto silenzio «mi dispiace» gli dissi e lei si fermò sembrava ascoltarmi finalmente così continuai « avevi ragione...dovevamo venire a chiederti se volessi venire e non fidarci ciecamente di lei, abbiamo sbagliato e ti chiedo perdono » si girò con uno sguardo strano negli occhi « perché me lo stai dicendo?» sembrava curiosa della risposta ma anche speranzosa « perché quello che ti ho detto sta mattina è tutto vero, voglio conoscerti e ritrovare un rapporto con te Elly, sei sempre mia sorella» gli spuntò un piccolo sorriso che contagiò anche me e , mi fece cenno con la mano di farmi sedere vicino a lei.
«Facciamo un gioco allora , che ne pensi?» «dico che va benissimo» si fermò a pensare probabilmente alla prima domanda da farmi così aspettai « dove avete vissuto non eravate molto grandi quando siete andati via anzi tutto il contrario, io ne avevo sette mentre Micheal nove e poco dopo li avreste compiuto anche voi» come prima domando era molto dettagliata ma non potevo dirle tutto tutto ma in generale si « siamo stati ospitati in una casa con altre persone in cui viviamo tutt'ora » non sembrava soddisfatta della risposta ma se la lasciò bastare « sei rimasta a casa di mamma e papà ?» « sì » la sua risposta fu secca come se non le piacesse parlare di quella casa e sarei andato più in fondo.
« Hai mai pensato di tornare a casa?»
« se ciò pensato certamente, ma non l 'ho mai fatto per...paura credo » adesso era lei quella curiosa « perché? » «penso per quello che mi avrebbe detto la mamma » abbassai la testa come se me ne vergognassi, « voi non sapete vero?» lo disse davvero piano come se ne fosse sorpresa ma allo stesso tempo fosse sollevata « che cosa? » si alzò dalla sedia per andare alla finestra ad osservare il cielo ero molto confuso per il suo cambio repentino di emozioni, « vieni siediti vicino a me » ero sorpreso probabilmente si vedeva sulla mia faccia perché scoppio a ridere e il mio cuore si riempì.
Andai davanti a lei entrambi con la gamba che penzolava e osservavamo il limpido cielo non cera nemmeno una singola nuvola « per il mio primo giorno di scuola la mamma mi fece mettere un vestitino azzurro e mi fece le sue bellissime trecce, ero davvero felice ma sentivo che mancava qualcosa ,la casa non era più rumorosa come prima, io non mi svegliavo più con il bacio sulla fronte da parte di Micheal, non vedevo Marlene appena sveglia non giocavo più a calcio con te Tyler e Jacob, papà era diventato scontroso stava spesso fuori casa passai molto tempo con la mamma» mentre parlava continuava a guardare fuori e il suo tono era un misto tra triste e doloroso ma la cosa che mi incuriosiva di più era il fatto che sembrava che parlasse come se non ci fosse più quella persona.
« Elisabhet...cosa vuoi dirmi? » mi sorrise debolmente «dovete essere tutti » furono le ultime cose che mi disse per il resto della punizione, Elly non si mosse da lì mentre io tornai a sedermi sul banco e scrissi sul gruppo che abbiamo tra fratelli che sarei tornato a casa insieme a nostra sorella perché deve dirci una cosa che sembra molto importante,finalmente arrivarono le 16:30 quindi potevamo andarcene «vieni a casa nostra così ci puoi dire quella cosa» si fermò pensandoci su per poi accettare «va bene ti seguo con la moto» una volta arrivati entrammo ma venimmo subito fermati «sei proprio tu la putannela della festa» lei gli fece un sorriso di sfida «si sono anche quella che vi ha fatto inginocchiare ai suoi piedi» io non dissi nulla rimasi fermo fiero delle sue risposte.
La portai nell'ufficio di Nathan essendo il capo li saremmo stati tranquilli, ma c'era qualcosa di strano perché tutti la guardavo e chiacchieravamo come se lei non dovesse essere qui, dopo dopo arrivarono tutti gli altri compreso Nathan che le fece un cenno che lei ricambiò mentre tutti i miei fratelli la salutarono tranne Marl era davvero strana quando c'era lei in una stanza.
«Perché siamo qui?» fu Michael a parlare mentre lei si sedeva sulla sedia della scrivania sotto l'ho sgarso attento di tutti « c'è una cosa importante che non sapete o almeno non tutti sanno non è vero Marlene?...pensavo eravate dei veri stronzi a non esserci presentati» nessuno capiva dove volesse arrivare«non abbiamo tutto il giorno parla» e dopo qualche secondo tutto il mio mondo crollo con le sue parole «la mamma è morta anni fa» eravamo tutti sconvolti «perché non ci hai chiamato, sei tu la stronza non noi » Tyler si stava sfogando su di lei come Jacob «sei solamente una puttana , tu non ci hai detto nulla perché... perché » sembrava molto calma come se non la toccassero minimamente tutte le parole che le stavano gettando «io l'ho fatto» «come possiamo crederti?» «perché ci sono stata io il giorno della sua morte, c'ero io quando gli hanno sparato e c'ero sempre io quando ha esalato il suo ultimo respiro tra le mie braccia, sai quanti anni avevo? dodici ero solamente una bambina» tutti si zittirono e lei si rivolte a me «non cambiate mai voi, non mi crederete mai preferite fidarvi di qualcuno che vi mente da anni ma non ce ne siete mai accorti»sembrava arrabbiata salutò il Nathan e se ne andò via.

SPAZIO AUTRICE

Bene anche oggi un capitolo finito spero che vi piaccia e chissà cosa accadrà adesso che sanno della madre



A PART OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora