42.Capitolo

443 10 7
                                    

Elisabhet

Ero nell' auto di Nathan, lui era nel sedile accanto al mio mentre dietro c' erano i miei due fratelli insieme ad Aiden che teneva tra le braccia il corpo di Amelia, ha prima vista si poteva pensare fosse viva, aveva la testa appoggiata sul petto di lui e le braccia lungo il corpo come se stesse dormendo ma se guardi con più attenzione potevi vedere la pelle pallina, il sangue sui vestiti e infine o grande taglio sulla gola, nella macchina regnava il silenzio tranne quando si sentivano i singhiozzi di Aiden, era distrutto si vedeva dal suo volto intriso dal dolore mentre io non mostravo niente, i miei occhi erano vuoti mentre dentro nel mio cuore non c' era più niente, perdere lei significava perdere anche me stessa.

Oggi non è morta solamente una persona ma due anche se in modi diversi.

Guidavo con lo sguardo fisso sulla strada anche se sentivo lo guardo di quasi tutti addosso come se si aspettassero qualcosa da un momento all' altro ma li ignorai, ci stavamo avvicinando, l' auto sobbalzava a causa dei dossi per via della strada, dopo qualche minuto mi fermai scendendo e andando verso l' unico albero che c' era, era un ciliegio, quando eravamo bambine venivamo sempre qui per rifugiarci dai nostri problemi e adesso lei avrebbe vissuto per il resto della sua vita qui nel nostro posto esattamente come dicevamo, « aspetta dobbiamo fare un funerale » mi venne quasi da ridere « non c' è nessuno di importante per lei in questo posto » ci serviva solamente una bara ma ci avrei pensato a tutto io, mi allontanai per qualche minuto per parlare con i miei uomini « signora abbiamo Marlene » perfetto era proprio quello che avevo bisogno di sentire « bene adesso ho bisogno che portiate una bara bianca e delle pale e venite subito » « va bene arriviamo » dopo di che attaccarono, tornai da loro « stanno arrivando nel frattempo volevo informare i mei due fratelli che vostra sorella è stata trovata e adesso probabilmente è stata legata aspettando il mio arrivo, « mentre Tayler e Jacob ? » « stanno bene e poi loro non possono essere toccati al di fuori di me, aggrottarono le sopracciglia « cosa intendi dire? » mi andai a sedere su un masso poco distante da loro, « prima che la mamma morisse mi fece promettere di proteggervi, sapeva che stavo diventando potente, anche se voi eravate andati via lei vi voleva bene e vi voleva al sicuro così quando diventai regina creai un foglio con critto i vostri nomi così che nessuno vi potesse mai toccare, in caso non rispetti il patto avrà la morte come conseguenza » erano senza parole, « hai messo anche me nell' accordo vero » mi girai a guardarlo, annuì « ci sono anche le tue sorelle » inclinò leggermente la testa verso sinistra facendo evidenziare la vena pulsante sul collo, « perché ? » guardai il telefono per vedere l' ora e ci avrebbero messo ancora un po' ad arrivare, « voi siete la loro famiglia, anche se non di sangue siete tutti fratelli e io proteggo la famiglia anche se non è la mia » il mio sguardò andò istintivamente verso di lei, non ero riuscita a proteggerla.
" E' colpa tua " sentii la sua voce nella testa, smettila gli dissi ma senza parlare, inizia a guardare un punto fisso mentre nella mia testa iniziava una conversazione con lei, " sono morta, tutto perché mi hai raccontato di cosa ti aveva fatto " " non volevo questo per te, lo sai benissimo " sentii la sua risata, si faceva sempre più forte per poi diventare un urlo " tu non sei reale " " allora perché parli con me? " si atteggiava come se fosse ancora viva, però aveva ragione le stavo dando corda " perché non voglio perderti Amelia, sei mia sorella " per qualche secondo non sentii più niente, " non ucciderla Elisabhet " "ti ha fatto uccidere perché non dovrei, per non tralasciare che sapeva degli abusi e non ha mai detto o fatto niente " è tua sorella te ne pentiresti " scossi la testa in disapprovazione " ti sbagli non lo è più " vidi apparire il suo bellissimo volto, completamente pulito da sangue, i suoi occhi brillavano sembrava stesse bene, allungò la mano accarezzandomi la guancia, chiusi gli occhi godendomi qui attimi di calore, "non ascoltare i sentimenti cattivi che senti adesso, ascolta la tua ragione e il tuo cuore perché in fondo abbiamo sempre saputo che tieni a lei " aveva ragione ma questo non potevo perdonarglielo, mi abbandonai a lei per poi allontanare la testa " non posso Amelia perdonami...ti voglio bene " la guardai per un' ultima volta prima di riaprire gli occhi.
Mi ritrovai Nathan davanti « stai bene? mi senti? » ero confusa dalle sue domande, credo se ne sia accorto così mi diede le risposte alle mie domande senza che dovessi chiedere « sei entrata in trans per quasi quaranta minuti, non davi segni di vita, nel frattempo sono arrivati e hanno scavato » mi girai e notai la grossa buca con affianco la bara bianca, mi alzai avvicinando a essa, lei era già al suo interno con le braccia lungo i fianchi, chiusi gli occhi quando iniziai a sentirli bruciare, non potevo e non volevo piangere. Dopo poco sentii le sue mani sui miei fianchi « sono qui se ne hai bisogno » mi lasciai andare sapendo che c' era lui a tenermi, non avevo più le forse per guardarla così mi girai vedendo solamente la sua maglietta « voglio andare via...portami da Marlene » volevo essere dura ma la mia voce uscì come un soffio, lanciò uno sguardo a tutti che chiusero la bara e la misero dentro la buca per poi ricoprirla, stavamo per andare via quando fermai Elia « trovami anche Ivan, lui potete farci quello che volete...l' unica cosa, portatemelo vivo voglio ucciderlo io » mi sorrise compiaciuto « certo regina », entrammo in macchina, mi misi sul sedile posteriore insieme ad Aiden e i Marcus, tenevo la testa appoggiata al primo, sentivo il cuore battergli fortissimo,«  mi manca già »gli dissi sotto voce, mi prese ad accarezzare i capelli « anche a me Elly...non sai quanto » sentivo la corazza che avevo messo sgretolarsi lentamente « la vuoi uccidere? » « si » si girò a guardarmi « lo farai? » rimasi in silenzio, « accelera » schiacciò il pedale e partimmo ancora più veloce di quanto stessimo andando, così in poco tempo arrivammo nuovamente danti l' edificio, andai a prendere un bastone di legno che trovai lì per terra ed entrai, inizia i a sbatterlo per fare rumore « TOC TOC » urlai, « QUALCUNO NON SI E' NASCOSTO BENE » iniziai a ridere come una matta, era come se fossi diventata la parte che mio padre ha creato con tutti gli anni di abusi.
« QUALCUNO » mi fermai, alzai il ramo e distrussi una finestra, « OGGI » ripresi a camminare con un passo leggermente più spedito, fino ad arrivare davanti alla porta, con le unghie abbastanza lunghe le passai sulla porta come se stessi grattando « non farlo ti prego  » eccola, sentii la sua voce, era terrorizzata e questo mi piaceva anzi mi divertiva, feci un respiro profondo prima di aprirla con un calcio, la guardai per poi puntarle il ramo contro « morirà » sbarrò gli occhi mentre io iniziai a sorridere, « non ti avvicinare » la sua voce tremava, « sai cosa ti aspetta Marlene...le pene dell' inferno » scosse la testa iniziando a gridare « AIUTATEMI » mi avvicinai lentamente a lei « ora che i giochi inizino »  continuava a gridare ma non capiva...avrei fermato chiunque ci avesse provato « non lo farà nessuno mia cara e dolce tesorino » iniziò a piangere « ti chiamava così la mamma non è vero »i miei occhi erano assatanati di vendetta « non dovevi farlo, ti sei messa contro la stronza sbagliata » erano ancora tutti nella stanza i nostri fratelli, Nathan e infine alcuni dei miei uomini, « li hai portati? » gli chiesi eccitata « certo sono già qui » si abbassò per prendere la valigetta nascosta dietro le gambe, si avvicinò a un piccolo tavolino appoggiandola sopra, all' interno si trovavano i miei oggetti preferiti, mi passo uno dei coltelli più piccoli, mi avvicinai un po' di più a lei, tutti scattarono quando mi abbassai ma io la slegai semplicemente, si iniziò a massaggiare i polsi, « ti farà molto male » appoggiai la lama sulla spalla per poi con un colpo secco e forte la penetrai, « MARLENE » urlarono tutti, Micheal corse verso di me ma con uno scatto lo estrassi da lei e lanciai il coltello facendolo passare a un millimetro dal suo orecchio, si paralizzò non aspettandosi uno scatto del genere, sorrisi tutti « vi sto avvertendo...non fatelo » poi guardai Nathan « questo è per avermi mentito » tonai da lei, piangeva disperata mentre si teneva la spalla con una mano « perché n-non sono stat-stata io » le tirai uno schiaffo « mi stai prendendo in giro vero » diedi un calcio alla sedia facendola cadere « hai chiamato tu Ivan, gli hai detto di prendere lei perché era il mio punto debole » spalancò gli occhi ma non sapevo più se per lo stupore o per il dolore, « uccidimi » disse sotto voce, scoppiai a ridere « ti ricordi il primo giorno Marlene, ti ho detto che mi avresti supplicato e...così è stato » mi abbassai « vuoi che ti uccida? » le chiesi gentilmente accarezzandole la guancia « s-si » « farò ciò che desideri » andai verso il tavolo prendendo la prima cosa che trovai affilata « non farlo Elisabhet » Micheal ancora continuava « voi non capite e mai potrete » « si invece possiamo » andai da lui e gli stappai la maglietta « fammi vedere le cicatrici- fammi vedere le ustioni- fammi vedere le parole incise sul tuo corpo » andai da Marcus facendo la stessa cosa « FATEMI VEDERE »iniziai a respirare più velocemente « POTEVO NON AVERELE SE LEI AVESSE PARLATO » prese a girarmi la testa.

Dovevo farlo adesso, dovevo ucciderla

Mi abbassai alzai la forbice ma le loro urla che mi imploravano, il suo sguardo che aspettava che facessi qualcosa, lei che teneva gli occhi chiusi e la voce di Amelia nella testa mi stavano facendo impazzire, non poteva più vivere non doveva, ma perché non ci riesco « proteggila » arrivò come un colpo al cuore la voce di mia madre « BASTA » urlai in preda alla disperazione « SIETE TUTTI MORTI » abbassai il braccio colpendo il pavimento per poi iniziare a sentire delle calde lacrime scendermi per il viso, mi alzai « lei vive » mi allontanai da tutti, andarono ad abbracciarla « ma qualcuno muore » dissi sottovoce, « sto per rivedervi entrambe » sorrisi « non farlo » la voce di Nathan poteva essere la mia ancora per questo mondo « perdonami...ti amo Nathan » e in un secondo la forbice era nel mio stomaco, mi inginocchiai mentre sentivo il suo urlo straziante, divenne quasi subito tutto nero ma prima di chiudere gli occhi forse per sempre sentii la sua voce « ti amo anche io Elisabhet...quindi non lasciarmi » per una frazione di secondo provai una gioia immensa che però si spense poco dopo esattamente come me.

SPAZIO AUTRICE

Devo dirvi che scrivere questo capito mi ha fatto versare molte lacrime... si sono dichiarati ma forse non potranno mai avere la vita che volevano mentre la sorella è viva ma rimarrà o andrà via per sempre...

Come sempre spero vi sia piacito ditemi cosa ne pensate, un abbraccio a tutti.

A PART OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora