28.Capitolo

527 8 1
                                    

Elisabhet 

Sentii due mani tenermi stretta in vita mentre mi teneva sulla spalla, non avevo le forze per controbattere sentivo la testa dolorante, lentamente aprii gli occhi e notai di avere le mani e probabilmente anche i piedi legati, provai ad alzare la testa ma faceva solamente più male, perciò guardai in basso per capire dove mi stesse portando, il terreno era fatto completamente di sassi « dove mi stai portando? » si fermò di colpo come preso alla sprovvista « ah ti sei svegliata finalmente » non gli risposi volevo delle risposte da lui « allora? » rise leggermente « anche se sei legata continua ad usare il tuo tono di superiorità » sarò anche legata ma non mi faccio mettere i piedi intesta da nessuno, non appena mi sarei liberato lo avrei ucciso con le mie stesse mani, «stiamo andando a fare un bel viaggetto» « si può sapere dove cazzo mi stai portando » mi stinse più forte i fianchi facendomi male, « smettila di rispondere e parlare in questa maniera » pensava davvero di potermi intimidire « perché cosa fai sennò » « mi divertirò un po' prima di portarti da lui » lui ? chi era,  «chi è che ti ha detto di prendermi, questo puoi dirmelo » rimase per un po' in silenzio come se ci stesse pensando, speravo davvero che me lo dicesse perché la mia vendetta sarà spietata,  «non provare a dimenarti » « va bene »  «è stata tua sorella a chiederlo, ha chiamato più di una persona ma tutti avevano paura a rapire Elisabhet Marlene Clay » mia sorella, era paralizzata, davvero si era spinta a tanto? per che cosa poi, perché sono anche i miei fratelli e non solo i suoi oppure per la cotta che ha nei confronti del tatuato, se prima poteva esserci anche una sola piccola speranza che l'avrei perdonata adesso era completamente sparita, si doveva guardare le spalle perché adesso si gioca sul serio, « dove stiamo andando? » ormai sapeva che non avrei urlato perciò gli avrei potuto fare tutte le domande che avrei voluto « nella città in cui siete nati tutti voi, stai per fare una riunione di famiglia » mi sta portando da nostro padre, riunione di famiglia? non ci vive più nessuno lì...mi stanno cercando e probabilmente ci saranno anche Nathan e le sue sorelle non potrebbe mai lasciarle da sole, « sarà un lungo viaggio spero che la tua macchina sia comoda » questa volt rise di gusto.
Poco dopo arrivammo davanti a una macchina sembrava un sub nero  «finalmente, ora che dobbiamo sederci mi potresti liberare e prima che tu mi dica che scapperò puoi stare tranquillo del contrario perché non vedo l' ora di vedere mia sorella » mi posò per poi guardarmi in faccia « va bene, mi hai convinto » prese il coltellino che teneva in una delle tasche per poi piegarsi e tagliare il nastro adesivo ai piedi e poi quello alle mani, salii in macchina massaggiandomi i polsi per il nastro di poco prima, lui fece il giro per sedersi al lato del guidatore, « allora che musica mettiamo » mi guardò confuso « sei stata rapita, ti ho detto che è stata tua sorella e che ti sta portando da tuo padre e tu...mi chiedi che musica mettiamo » lo guardai a mia volta abbastanza annoiata « si, il viaggio sarà abbastanza lungo sai sono  1,416,2 kilometri cioè 13 ore quasi 14 perciò si sono interessata a che musica mi dovrò ascoltare » mi guardò esterrefatto per poi sorridermi « sai mi piaci, perciò scegli tu » menomale « bene allora metterò la play list degli Imagine Dragons » alzò le spalle disinteressato, eravamo partiti già da qualche ora e mi stavo annoiando a morte « mi sto annoiando » non staccò gli occhi dalla strada « cazzi tuoi » « non ho nemmeno il telefono »  non mi rispose nemmeno  «facciamo un gioco » gli proposi e questa volta mi guardò con fare incuriosito  «bene vedo che questo ti interessa » mi guardò sorridendo « dipende se devi spogliarti sì » gli tirai uno schiaffo sul braccio facendolo gemere dal dolore «ahi ma sei matta! » risi « non sai quanto, se provi a dire di nuovo una cosa del genere ti uccido» «dio stai calma non ti agitare » feci i un respiro « bene allora giochiamo a 10 domate, io te ne faccio 10 e tu ne fai altrettanto a me e se non vuoi rispondere ho il diritto di fartene un' altra » « te ne rendi conto che è un gioco per bambini » « bhe per come mi hai " rapito " direi che è perfetto per te » « cosa dici che ora sei qui in questa macchina » « sarei potuta uscire da qui ore e ore fa ma non l' ho fatto perché adesso ho cosa più importanti da fare » che non poteva sapere « adesso iniziamo...inizio io » « no perché » « perché ho deciso io il gioco »  «quindi? » « quindi decido io punto e basta » scosse la testa contrariato è proprio insopportabile.
« Bene come ti chiami? » rise « vai subito al punto eh » « mi chiamo Gabriel » devo dire che almeno ha un bel nome « bene adesso tocca a me » alzai gli occhi al cielo « perché non sei scappata quando potevi? » « ho delle questioni da risolvere adesso » « non è una risposta questa » « si invece fattela bastare. ti ho risposto » « acida » « come conosci mia sor-Marlene? » mi guardò ma no disse nulla « l'ho incontrata anni fa in un pab quando è tornata in città » mi fermai « è già venuta, quanti anni fa? » sembrava abbastanza confuso adesso «  non so cinque/sei anni » era qui quando ero ancora con lui « sai se-se è andata a trovare nostro padre? » « si, sono stati insieme per un paio di ore » il suo tono era cambiato sembrava triste, « non pensarci nemmeno » « come? » guardai fuori dal finestrino stava iniziando a fare buio « non compatirmi, probabilmente sai cosa è successo ma non provare pena per me non mi serve » non rispose  «dove dormiremo? si sta facendo buio e non penso tu voglia guidare tutta la notte » « veramente si... dobbiamo arrivare per sta notte e poi non manca tanto »  «mancano ancora cinque ore...facciamo cambio guido io » « non ci pensare nemmeno » « fermati al prossimo autogrill » « no non guiderai » « si invece ci metteremo anche di meno, tu guidi come una nonnetta » « non è vero », passò ancora mezz' ora prima di trovarne uno, scesi peer cambiare e sgranchirmi un po' le gambe stessa cosa fece lui, restammo fuori per qualche minuto prima di riprendere questo maledetto viaggio, « allora tocca a me» «perché non sei andata via con loro?» come pensavo gli ha raccontato la sua versione « non sono andata perché lei non è venuta a dirmi nulla, ha finto che mi avesse chiesto e che avessi detto di no» « perché lo fai? » guardò dritto davanti a se « mi ha raccontato che eri una persona orribile che hai fatto cose impensabili » questa volevo sentirla «come? » « ha detto che hai ucciso dei bambini che hai ucciso la sua migliore amica »risi « mio dio è matta, non potrei mai uccidere dei bambini innocenti  e per quanto riguarda la sua migliore amica non penso che ne abbia una per il carattere di merda che si ritrova » ridemmo entrambi, il tempo passo molto velocemente « sai pensavo che fossi un imbecille » « invece? » « no lo sei ma sei simpatico » mi guardò sorridendo « bhe neanche tu sei male » « lo so » « manca poco » non volevo pensarci, non volevo nemmeno rivedere lui ma lei, lei sì e questa volta non mi avrebbero fermato, dopo un' ora arrivammo a destinazione, eravamo davanti ad una casa con la staccionata bianca il giardino bene curato « questa è casa vostra? » « non farti ingannare questo è quello che vuole far vedere il diavolo » avanzai di qualche passo « siamo tornati a casa » « questa volta saremo tutti insieme » non mi girai nemmeno per capire che fosse lei, si mise di fianco a me « ben tornata a casa sorella mia » mi sorrise come se nulla fosse per poi incamminarsi verso la porta mentre io non riuscivo a muovermi « stai bene? » « puoi andare adesso, voglio rimanere da sola » lo sentii respirare pesantemente come se volesse parlare ma non disse nulla, poco dopo sentii il rumore delle ruote mentre andava via, la guardai ancora una volta quella faccia così perfetta « casa dolce casa, questa volta non uscirà vivo nessuno ».

SPAZIO AUTRICE

Casa dolce casa... così si dice, pensate che sarà così anche per lei e chi sà magari per Elisabhet sarà una rivincita oppure un'altro pezzo di lei verrà distrutto.
Come sempre ditemi se vi è piaciuto.

A PART OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora