La storia finalmente comincia...buona letturaSiamo rinchiusi in una fiaba insieme
Hai paura del lupo Isabella?
C'è, in un posto tanto tanto nascosto tra i fitti alberi, una bellissima ragazza.
"Isabella, hai sentito il giornale della scuola?"-"é il primo giorno e già hanno trovato gossip da scrivere?"-"Niente gossip questa volta, c'è qualcosa di meglio".
Chiudo l'armadietto e lancio tutta la mia attenzione a Chloe, la mia migliore amica.
"Sentiamo"-"ottimo perché ti piacerà tantissimo. Hai presente la nuova famiglia che ha traslocato qui vicino in una mega villa?"-"no"-"ufff, ma dove vivi te?"-"nelle fiabe"-"comunque, a quanto pare la famiglia è ricchissima e hanno un figlio da sballo".
La cosa comincia ad annoiarmi più del imprevisto.
Commento sbadigliando "la cosa dovrebbe interessarmi?"-" si, perché frequenterà questa scuola".
"Che ore sono?" Chiedo cambiando argomento.
"Sono le 8 del mattino" mi risponde guardando il telefono.
"Esatto, sono le 8 del mattino ed è solo il primo giorno di un nuovo anno di scuola. Non farti tante idee, da tutti i soldi che ha di sicuro è figlio di papà"
"Meglio" incurva le labbra in un sbagliante sorriso.
La campanella suona e ci separiamo ogni una nella sua classe.
È da quando siamo piccole che ci conosciamo, io e Chloe, e siamo inseparabili. Quando avevamo nove anni lei mi aiutava a difendermi dai maschietti idioti insopportabili; tre anni volati e già lei aveva iniziato a inseguire i maschi ed io di conseguenza la aiutavo; due anni dopo si è data una calma con i ragazzi, poi è piombato da Saturno sulla Terra un tipo dall'aria di principe azzurro e quindi, tutto è ricominciato. Fino ad ora, che non è cambiato esattamente nulla.
In quanto a me, single sempre stata e single Forever.
Nonostante siamo molto diverse in alcuni aspetti, è questo che ci caratterizza.
Quattro ore sono passate in fretta e la campanella segna l'ora di mangiare.
Mentre raccolgo lo zaino diverse mie compagne corrono in corridoio. Curiosa vado a vedere.
Una massa di persone sono in fondo al corridoio, proprio davanti alla porta della mensa, la mia destinazione, o meglio, lo era.
Per fortuna tra tutti i segreti di questa scuola, l'unico che solo io e Chloe sappiamo è la porta segreta dietro scuola che sbuca direttamente nella cucina della mensa.
Di solito la usiamo quando c'è troppa fila per il cibo.*
La mensa è pienissima oggi e i tavoli sono tutti occupati. Anche il cibo non è abbastanza, oggi mi sfamerò con una sola mela.
"Isabella!"mi giro e vedo ad un tavolo Dave con un altro ragazzo. Dave è un altro mio amico, ci sono molto legata, è stato il primo ragazzo a cui Chloe ha risparmiato un pugno in faccia per avermi fatto cadere il gelato a terra. Alle medie, poi, ci siamo ritrovati in classe insieme e li le cose sono cambiate.
Mi avvicino e vedo tutti guardarmi. Che hanno oggi? Dave è popolare, però non a questi livelli.
"Siediti, Isabella" Dave mi indica il posto libero e io mi siedo. "Hey, Algol, questa è Isabella, mia amica, Isabella, lui è Algol, nuovo studente e mio compagno di classe" mi volto verso il tizio e mi accorgo che mi sta guardando. Ha dei occhi profondi e scuri, i suoi capelli, anch'essi scuri e non troppo lunghi, la maglietta bianca aderisce perfettamente alle sue forme possenti. Dio. Chi è questo essere?
Arrossisco sentendo il suo sguardo su di me. All'istante mi faccio piccola piccola nella mia maglietta rossa.
"Isabella. Bel nome" questa volta non era Dave a parlare. La voce risuona nella mensa sempre più forte e arrossisco.
Mantengo lo sguardo basso ma nonostante tutto sento sempre la sua attenzione tutta rivolta a me facendomi mancare il respiro.
Perché mi fissa? "G-grazie" sussurro.
"Isa, stai bene? Sei tutta rossa" lo guardo. "Eh, ah si sì, sto bene, benissimo"gli rispondo coprendomi il viso con le mani.
"Mica hai la febbre"-"nono, sto bene Dave, davvero" lo rassicuro. Il tizio mi fissa ancora.
Che ha da guardare?*
Per tutto il tempo ho parlato con Dave delle vacanze e il nuovo tipo non si è più fatto sentire. È stato zitto a fissarci, volevo dire, a fissarmi.
C'è qualcosa di strano nei suoi occhi, me lo sento. Sono troppo...profondi. Mi ricorda il bosco di notte, perché non si vede dove finisce.
Algol , un nome da idiota e anche il nome di un sistema stellare nella costellazione di Perseo, distante di ben 93 anni luce dal sistema solare. È la più conosciuta binaria a eclisse ed è la prima di questo tipo ad essere scoperta. È anche una delle prime stelle variabili scoperte in assoluto.
È comunque uno stronzo; ha quell'aspetto da ragazzo viziato, con quello sguardo, quel viso, quel corpo, quelle spalle possenti.
Chissà perché questo nome.
Algol.
Ritorno in classe e ricomincio poco a poco a respirare. Mi sento bruciare internamente, scommetto di essere tutta rossa. Decido di andare prima in bagno a risciacquarmi il viso. Mentre cammino una mano mi tira dal polso e mi trascina con se in uno stanzino buio. Dentro, chiude la porta e sbatto con la schiena su di essa. Lo sconosciuto si avvicina e mi ferma le mani all'altezza del viso.
"Perché il tuo odore è così forte?"questa voce l'ho già sentita.
"Non lo so, non so di che parli, lasciami stare" cerco di liberarmi dalla sua presa ma fallisco. Nell'oscurità i suoi occhi sono l'unica cosa che vedo.
"Rispondi alla domanda"-"l'ho già fatto, sei sordo?"-"Attenta a come parli mocciosa"-"No!"-"Sei testarda". Il tizio ride.
"Mostrati"gli ordino. "Sei buffa col broncio".
Il broncio? Mi può vedere? È un gatto per caso?
"Mollami o urlo". Sento le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio "Se urli ti sbrano. Hai un buon sapore sai. Quindi fai te: puoi scegliere tra venire sbranata o vivere".
Un brivido mi percorre il corpo.
"Chi sei?"-"Lo dovresti sapere, Cappuccetto Rosso" rimango in silenzio. Perché...come... solo mia nonna mi chiamava così.
"Come fai a saperlo?"-"Sapere cosa. Non so di cosa tu parli"-"S.T.R.O.N.Z.O" gli faccio la linguaccia e lui si mette a ridere.
Vede veramente? Con tutto questo buio non è possibile, con l'occhio umano non è possibile vedere così bene nell'oscurità.
"Se non accendi la luce io..." la frase rimane incompleta dalla luce che finalmente rivela la figura dello stronzo. È lui. Come non detto.
Però è cambiato; ha i capelli neri che gli coprono la fronte e le labbra a un centimetro dalle mie. Il suo sguardo è perso, quasi confuso, offuscato e le vene del collo come anche quelle delle mani, sono esposte in bella vista. Rabbrividisco e guardo terra. Non ce la faccio.
"Mocciosa. Posso fiutare la tua paura. Sei troppo debole per girare da sola"molla la presa dalla mano destra e raccoglie una ciocca dei miei capelli castani per giocarci. Il suo tocco è freddo.
"Chi-chi sei?"chiedo. Un sorriso appare sul suo volto e lascia la ciocca.
"Curiosa la ragazza, sono solo..." si avvicina con la testa "un innocente..." sento il suo respiro " ...lupo" .
Rimango ferma. Sta scherzando? Mi prende in giro?
"I lupi sono animali, non solo sei stronzo, sei anche un idiota, e lo hai appena dimostrato".
"Ragazzina"-"Ragazzina un corno, ho un nome idiota"-"Isabella".
Perché il suo accento è così bello, la sua voce è così pulita.
"Io non sto scherzando"-"A me invece pare di sì, ora se vuoi scusarmi devo andare" cerco di liberarmi dalla presa ma fallisco, per la seconda volta.
"Mollami"-"Ti ho detto ferma!".
Algol mi sbatte contro il muro e un dolore fortissimo riecheggia nel corpo. Mi ha fatto male alle scapole.
Dio sapesse quanto vorrei avere la forza per prendere quel visino perfetto e sbatterlo da qualche parte.
Invece no.
"Cosa vuoi?"-"Se ti dicessi cosa voglio tu me lo daresti?".
Penso per pochi secondi a una risposta.
"Dipende, prima dimmi cosa vuoi"-"Te". Me? Me....in che senso?
"Spiegati"-"Non c'è nulla da spiegare" allenta la presa dai polsi.
"Da quando sei entrata in mensa ho subito fiutato il tuo profumo. Non sapevo dov'eri ne chi eri, sentivo solo questo forte profumo"-"Io-io non capisco".
"Mocciosa, non capirai mai. Puoi andartene ad una condizione: stai lontana da me"-"Contaci psicopatico" mi lascia del tutto i polsi e io esco fuori correndo in corridoio verso il bagno.
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Cappuccetto Rosso...e il lupo
WerewolfCompletata. C'era una volta, tanto tempo fa un piccolo(e grande) paesino, nascosto dai fitti alberi del bosco oscuro. Li, nessuno osa entrarci perché sanno che nessuno ci è mai uscito, ma questa è un'altra fiaba. I giorni passano normalmente per Isa...