Capitolo 6

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Se vuoi una rosa devi avere anche tempo

Ho fatto bene?









Una volta mi dissero:
"Chi non osa afferrare le spine non dovrebbe mai desiderare la rosa "
Oggi mi sono punta con una spina e ho deciso di seguire la rosa rossa. Non l'ho desiderata, ho solo seguito l'istinto.
L'istinto di seguirla.

Il profumo di Algol mi avvolge e scappiamo mano per la mano.
Scappiamo insieme.
Da tutto.

Un'altra persona mi ha detto:
"Non pioveranno mai rose: quando vogliamo avere più rose dobbiamo piantare più rose"
Io non ho mai piantato rose, non ne sentivo il bisogno eppure sento di averla.

I volti di civili passano veloci davanti a me come un lampo e i capelli di Algol sembrano seta leggera, bella, nera. È bellissimo.
La sua mano stringe forte la mia e il suo passo e sempre più veloce. È perfetto.
Come potrei trovare un alibi a me stessa se ho scelto io di prendere la sua mano? Bella domanda.
Ciò che vedo di lui sono le sue spalle e i muscoli che si contraggono ad ogni passo, ogni movimento, ogni manata.
Poi, mi ritrovo fuori, sotto la pioggia a correre. E i suoi capelli setosi non sono più così leggeri, si bagnano e cadono giù coprendogli fronte e occhi.
Sento il freddo della mia maglietta bagnata contro l'aria gelida e i miei capelli zuppi cadermi sul viso.
"Algol! Algol fermati!" Dico stanchissima a fiato corto. Siamo dietro la scuola, dove nessuno ci sta.
Algol si ferma e si gira, guardandomi. L'acqua gli cade contro il viso e con una mano si tira i capelli dietro.
"Non lo fare mai più" mi dice.
"Che cosa?" Gli chiedo confusa.
"cazzo, ti stavo chiamando prima!" Si avvicina "perché mi stavi ignorando?!..."mi chiede. Io però non rispondo.
Cosa voleva sentirsi dire? Algol, sei un idiota, spregevole, arrogante e cercavo di evitarti?
"...Cazzo, Isabella! Mi eviti e non mi spieghi il perché?! Secondo te non me ne accorgo di come mi eviti?!"
Il suo sguardo severo e le sue labbra sono vicinissime alle mie.
"Ho fatto bene?" Chiedo.
Lui si fa serio e gli occhi si spalancano.
"Che cosa?"chiede Algol.
"...Fidarmi di te, seguirti fino a qui,stringerti la mano,...baciarti"cerco di spiegarmi al meglio.
Algol ride.
"Vuoi che te lo dica proprio?" Io gli faccio di si con la testa.
"Quanto sei ingenua" la sua mano sfiora la mia guancia.
"Smettila" e io gliela allontano.
Algol indietreggia di qualche passo e si gira, alzando lo sguardo verso la pioggia.
"No"
"Che cosa no?" Chiedo confusa.
"Mi hai fatto una domanda e questa è la mia risposta:no"
Un brivido mi percorre la schiena.

"A me non piaci" Algol si rigira e i suoi occhi, profondi e neri, mi pietrificano proprio come fa Medusa. Ha le mani in tasca e i vestiti zuppi; la maglietta è come se non ci fosse: attillata e mostra tutto.
"Non mi attiri"
"In che senso?" Sento in me un accendino.
"Sei...banale"
Non mi sono offesa, in fin dei conti lo penso anche io.
"Se sono banale perché vieni sempre da me?"
"Quando mai sono venuto da te?"
"Sei spregevole"
"E poi?" Fa un passo avanti.
"Un gran idiota"
"E poi?"fa un passo avanti.
"Sei un bastardo"
'E poi?" Fa un passo avanti.
"Sei..."
Lui è molto più alto di me, e quando si avvicina a 10 cm da me lo notò ancora di più.
"Cosa sono?"
Sei bellissimo...quanto una rosa dai petali scolpiti sul ghiaccio, anzi, di più.
"Sei un idiota"
"L'hai già detto"
"Non m'importa. Allontanati"
Lui non si muove, quindi, allungo la mano e la poggio sul suo petto, allontanandolo.
"Ti è piaciuto il bacio di ieri sera?"mi chiede.
Io avrei risposto con un bho, no, non lo so, che domande sono? ma sarebbe stato sciocco da parte mia.
"Perché?"
"Così. Si o no?"
"Cosa succede se rispondo di sì? E di no?"chiedo curiosa.
"Dimmelo te"Algol ha il suo solito sorriso da bastardo sul suo volto.
Dio. Sono stata una sciocca a fidarmi di lui. Proprio in quel momento di silenzio il telefono suona.
"Mi chiama Chloe. Io ritorno dentro, sono tutta bagnata"mi allontano a passi svelti.
"Di notte passo da te!" Urla Algol.

La natura della pioggia è sempre la stessa, eppure fa nascere rose ogni giorno, tutte nuove. Sarebbe bello essere una farfalla, libera, leggera..
Io voglio essere libera, ma che cos'è la libertà? Quando puoi volare?
Io se avessi avuto delle ali le avrei già usate per fuggire dal mondo, dalle persone, preoccupazioni, tutto...ma non ce le ho.

*

È tardo pomeriggio.
Sfoglio le pagine a ritmo di Mozart con delle candele alle rose profumare, ottime per una concentrazione massima.
Meglio lasciarsi andare da un libro che da Algol.
Algol è il contrario di Romeo. Giulietta si sarà sentita la donna più felice al mondo perché  aveva un amante perfetto in tutti gli aspetti, proprio come Emir.
Emir è il perfetto gentiluomo che tutte vorrebbero.
Mi alzo dalla sedia e comincio a recitare i dialoghi del libro di William Shakespeare.
"O Romeo, o Romeo, perché sei tu Romeo? Solo il tuo nome mi è nemico. Che cosa vuol dire Montecchi? Né mano, né braccio, né viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Rinuncia al tuo nome mio Romeo, e per il nome che non è parte di te, prendi me stessa"
Qualcuno bussa alla porta.
"Avanti" e dalla porta entra mia madre.
"È pronta la cena, vieni a mangiare" mi dice.
"Si, arrivo subito. Dammi un secondo per sistemare due tre cose"
"Ok"

Come può l'odio tra due famiglie finire solo dopo la tragica fine di due ragazzi? È ripugnante.










La consapevolezza e l'ingenuità sono due cose.

Cappuccetto Rosso...e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora