Il jollyQuando una rosa rossa si perde tra le rose bianche diventa fiaba ormai dimentica.
"Qui" Algol apre la soglia ed usciamo, incamminandoci nel lungo corridoio. Fuori dal passaggio prendiamo le scalinate in marmo e scendiamo fino al piano terra.
Già dall'ultimo gradino la musica ci invade il silenzio mangiandolo in un sol boccone.
"Io vado per i conti miei" dice e poi sparisce di fronte a me davanti alla folla di persone.
"Certo, vai, ciao" borbotto ironica.
Mi immergo anche io nella folla sentendomi un po' fuori luogo, mi guardano per via dell'accesa maschera che porto sul viso nonostante cerco di non dare tanto sull'occhio. Una mano poi mi prende il polso e mi giro per vedere chi è.
"Hey, difficile non riconoscerti con quella maschera" è Erin e porta una camicia(la quale i primi tre bottoni sono aperti e mostrano un po' di petto)e dei jeans bianchi semplici. Anche lui è molto bello questa sera.
"Ah si, è una lunga storia e.."
"Non penso che il rosso sia permesso a questa festa. Tieni, metti questa qui" Erin allunga la sua mano verso di me e apre le dita, mostrando una maschera bianca e semplice.
"E questa dove.."
"Poco fa ero a parlare con Dave e Chloe ci ha raggiunti dicendoci del tuo problema e quindi sono andato a cercare una maschera in più" Ovviamente in mezzo c'è sempre Chloe.
"Ah, grazie mille ma poco fa io ed Algol siamo andati a cercare una maschera e abbiamo trovato questa, o meglio, lui l'ha trovata. Ha detto che non importa se è rossa" gli spiego io.
Né accetto, né rifiuto, solo che ormai ho già una maschera anche se...potei accettare e indossare una bianca come tutti.
"Sai una cosa, la prendo, in fin dei conti è una festa a tema bianco" gliela sfilo dalle mani.
"Beh ok" lui mi sorride e i suoi occhi brillano nel bianco di questa stanza. Ha degli occhi veramente belli.
"Non penso ne abbia veramente bisogno" una mano si poggia sui miei fianchi e sbatto contro una grande spalla. Algol si stringe a se e mi prende la maschera con la mano libera.
"Le sta meglio questa maschera, grazie lo stesso" non parla a me ma ad Erin. Loro si lanciano delle occhiate e lui gli restituisce la maschera.
"Ma non era a tema bianco questa festa?" Chiede Erin.
"Per lei è diverso e comunque sono io a scegliere com'è la festa" risponde secco Algol.Algol e leggermente più lato di Erin e ha, come dire, 'più muscoli', tanti muscoli.
"Algol, è tutto apposto qui, puoi anche andare"dico io. La sua presa è forte e ben salda sul tessuto del mio vestito.
"Che ne dici se ti presento i miei genitori?" Io rimango abbastanza scioccata alla sua domanda.
Vuole presentarmi ai suoi genitori? Di solito un ragazzo presenta alla sua famiglia una ragazza quando hanno una relazione e il fatto è che non non abbiamo nessuna relazione, o almeno penso.
"Oddio, ma da quanto siete fidanzati? Non lo sapevo" Erin aveva la mia stessa faccia scioccata della mia e ci fissava incredulo.
"Oh no no noi non stiamo insieme, non so neanche io che sta succedendo, credimi" cerco di chiarire la situazione.
"Per ora" Algol sta usando di nuovo il suo tono di voce meschino e rubacuori.
Chi avrebbe mai detto che due semplici parole, però dette da lui, mi avrebbero arrossata in questo modo?
Alzo lo sguardo verso colui che mi stringe forte e vedo il suo solito sorriso da stronzo sul volto.
Lui ci gode a vedere Erin non riuscire nel suo intento e non si fermerà.
"Ora se vuoi scusarci noi abbiamo da fare"Algol mi stringe ancora di più contro il suo corpo e salutiamo il gentiluomo per poi abbandonarlo ancora nel suo stato di stupore(o incredulità).Ci avviciniamo ad un tavolo libero e mi libera dalla sua presa, finalmente, e ci sediamo.
"Perché fai sempre cosi?" Gli chiedo. Algol intanto si è già buttato sul vino e guarda le tre bottiglie di vetro sul legno bianco.
"Così come?"
"Avevamo parlato poco fa e pensavo fosse tutto chiaro, ma a quanto pare non lo è"
"Isabella, vino bianco o rosso?"alza due bottiglie.
"Non cambiare argomento Algol"
"Vado per il rosso allora. Ogni volta che lo assaporo mi ricorda te"Le guance mi vanno in fiamme.
"Algol sono seria" batto una mano sul tavolo.
"Anche io, Isabella"
Lui nel mentre si versa in un bicchiere un po' di vino e lo tiene ben saldo tra le mani.
"Inoltre, correggimi se sbaglio, noi non abbiamo nessuna relazione 'intima' , ma non penso tu debba correggermi perché lo sappiamo tutti e due" continuo io.
"Temo ti doverti correggere"
"Ah ma perfavore"ribatto.
"Ci siamo baciati due volte e scommetto che se voglio posso fare di peggio". Ora lui mi fissa con i suoi occhi così dannatamente persuasivi.
"Un bacio non significa niente"
"Stano perché mi sembra che a te piaccia quando ti tocco"
Ora vado a fuoco.
Come può essere così cretino?
"Hai detto che mi avresti presentato i tuoi genitori. Dove sono?"Chiedo.
"Sono occupati e lo saranno per tutta la festa"
Me lo dovevo immaginare.
Algol intanto si gode il suo bicchiere di vino rosso mente io mi guardo attorno annoiata. Chloe, Dave dove siete? Se vi trovo vi strozzo entrambi.Al nostro tavolo si avvicina una ragazza incredibilmente bella e dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda bassa, indossa un bellissimo vestito bianco dalla gonna corta e stretta e dei tacchi semplici ma belli e di sicuro di grande valore.
"Salve gente" ci saluta.
"Tiffani, è sempre un piacere vederti. Siediti pure" Algol la saluta con un sorriso assai inarcato verso l'alto.
"Non voglio disturbarvi ma ho bisogno di prendere solo pochi secondi del vostro tempo" e prende posto in una sedia.
"Ciao Tiffani" la saluto io.
"Wow! Che cigno che abbiamo qui"
"Grazie" la ringrazio per il complimento "anche te sei bellissima oggi"
"Grazie Isabella. Algol, i tuoi genitori mi hanno chiesto di.."
"Non lo voglio fare" la interrompe secco Algol appoggiando sul tavolo il bicchiere.
"Sicuro? O lo vuoi fare con qualcun altro? Tipo...il cigno qui vicino?" Io non capisco di che cosa parlano.
Algol stacca gli occhi da Tiffani e mi guarda senza espressione, poi ritorna a guardarla.
"Forse"
"Ok allora è tutto risolto"
"Però non lo voglio fare lo stesso. Facciamo ogni anno questa noiosissima festa e non c'è mai niente di nuovo"
"Allora come faccio a convincerti?"chiede Isabella.
"Non hai tempo per convincermi, tra pochi minuti comincia"
"Cazzo, sta già arrivando"
Sta arrivando chi?
La gente si mette da parte e fa spazio ad una donna sulla trentina che si mette in mezzo alla stanza con un microfono in mano.
La i capelli corti di un bel nero e indossa un vestito semplice dall'aspetto molto stimato e con i bordi in pizzo intrecciato. Ha un'aria seria e per niente simpatica.
Alcune luci si spengono e la gente si fa curiosa, guardando la donna in tutta la sua maestosità, lei, a sua volta porta il microfono vicino a lei e riempie il silenzio.
"Salve a tutti, sono felice che voi oggi siate qui. Mi presento per chi non sapesse chi sono: mi chiamo Auriga Fenice; ovviamente fenice non sta per l'uccello sacro e neanche per la pianta da datteri, semplicemente è così che il destino ha avuto la sua piega. Ritornando a noi, ogni anno, per generazioni e generazioni la mia famiglia ha sempre fatto questa festa ogni anno sempre uguale: quindi a tema bianco, rose bianche, vestiti bianchi, maschere bianche..beh, quasi tutti..." la donna mi guarda.
"...e..con cibo, vino...diciamo che non ha avuto alcun impatto con passare del tempo. Ogni anno in questa festa , alle 23 in punto mi figlio, Algol, apre le danze con una ragazza qualsiasi e alla fine, allo schiocco della mezza notte le rose, che vedete sul sopraccielo, cadono e finiscono a terra. Vi ho appena 'spoilerato', detto con i vostri termini, il finale ma comunque quel che è essenziale è solo e soltanto divertirsi e mangiare, quindi...beh, tra poco sono le 23 quindi direi di cominciare.
Lascio la pista a mio figlio" conclude la donna andandosene.Guardo Algol e ha un'espressione seccata, anzi annoiata. Si alza e si guarda attorno sistemandosi la cravatta.
"A chi chiedi la mano quindi? "Chiede Tiffani ad Algol con espressione divertita.
"Se ridi ancora chiedo la tua" Algol le tira un occhiataccia.
"Capito, non rido" Lei alza le mani al cielo come per resa.La sua scelta, qualunque essa sia, lascerà molti cuori infranti e sogni finiti a tante ragazze in questa grande sala. Il lupo ha i dadi tra le mani ed è lui a scegliere non il destino o la sorte, e qualunque sia la sua prossima mossa l'unica cosa da sapere è di non cadere nella sua trappola per nessun motivo: i suoi occhi.
Ma è difficile per chi è debole e fragile al suo odore, un po' come me.
Ed è in quel momento che mi ritrovo a esitare davanti ad Algol. Mi porge la sua mano in tutta la sua bellezza e mi guarda, versandomi nel piatto rosso la sua trappola preferita e aspettando il momento giusto per buttare giù la sua carta vincente; io ho due di cuori...
Afferro la sua mano e la musica parte. È un brano di Mozart, ne sono sicura, anzi no, è il lago dei cigni quando Odette fu colpita dallo stregone e diventata un cigno."Guardami Isabella" io guardavo attorno, ignorando il suo sguardo sul di me, ma è difficile quando c'è l'hai a meno di un centimetro da te e per giunta state ballando. Tutti ci guardano, eppure mi sembra che il mondo intero mi stia osservando.
Come quando cadde la prima rosa bianca dal soffitto prima che la mezza notte schiocchi.
...e lui nasconde il re tra le sue mani...
Io non posso veramente fuggire da lui. Dovunque io sia lui mi troverà sempre senza darmi una tregua.
...o il jolly?"Bisogna sempre giocare lealmente quando si hanno in mano le carte vincenti."
OSCAR WILDE
STAI LEGGENDO
Cappuccetto Rosso...e il lupo
WerewolfCompletata. C'era una volta, tanto tempo fa un piccolo(e grande) paesino, nascosto dai fitti alberi del bosco oscuro. Li, nessuno osa entrarci perché sanno che nessuno ci è mai uscito, ma questa è un'altra fiaba. I giorni passano normalmente per Isa...