Capitolo 5

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Il danno

Perché ci sentiamo bisognosi di evitare qualcuno quando i sentimenti aumentano?










*

"Isabella! Ma cosa ci fai qui a terra!" Sento una voce dolce e poi delle mani sul mio gelido corpo posarsi.
Avverto il sole battermi e una coperta di piume avvolgermi. Mi sento..non sento nulla, sono vuota, dispersa nel mio mondo a guardare il cielo limpido senza fine.
Provo a toccarlo ma sono troppo piccola. Attorno a me ci sono solo alberi e sono tutti bellissimi, così belli e diversi, così profumati, liberi. Non sono liberi come noi di camminare ma sono liberi di pensare, sono liberi dai sentimenti più crudeli, sono liberi dall'amore e da tutto l'odio che mi circonda ogni giorno.
Sono liberi di essere alberi. Nell'aria si espande un buonissimo profumo di torta alle mele appena fatta e corro  tra gli alberi fino ad una piccola casetta.
Mia nonna è fuori, in salute, a guardarmi con il suo bellissimo sorriso stampato sulla faccia. In mano ha una fetta del suo dolce speciale.
Io corro da lei, ma tra i cespugli esce un lupo gigante. Lui è più veloce di me e salta addosso a mia nonna  e la sbrana davanti ai miei occhi.
Il piatto si è rotto e quei secondi sembrano anni per me. "Nooo, lascia stare mia nonna!" Urlo e il lupo si ferma e mi guarda.
Quando nella vita devi scegliere se lottare o vivere...in questo caso meglio vivere. Mi giro e corro, corro, corro con le mie piccole e magre gambette. Un suo passo per me sono tre. E lui corre, ed io corro, sempre di più. Corro e guardo il cielo.
Forse non arriverò mai alla fine.

"Isabella, svegliati! Mi stai facendo preoccupare" urla mia madre.
Apro gli occhi e leggo il suo spavento nello sguardo "Scusa mamma,  sarò caduta dal letto mentre dormivo" cerco di trovare un alibi.
"Sicura? Stai bene?" Mi chiede.
"Certo mamma, tranquilla. Ora vengo a fare colazione" la rassicuro. Mi sistemo in ginocchio e le lancio un sorriso. Mia madre, convinta, mi lascia da sola in camera.
Apro le mani e faccio cadere tutti i petali della rosa ormai secchi  per terra. Il gambo, pieno di spine, era sotto di me per tutto questo tempo.
Mi alzo e vado al grande specchio della mia camera. Alzo leggermente la maglietta dietro e una lunga striscia rossa mi percorre in mezzo alla schiena. Più in su ho le scapole un po' rosse per via della botta contro il muro. Non fa male.
Scelgo di distrarmi quindi mi cambio e raggiungo mia madre in cucina.
Lei è una bravissima mamma e l'ho sempre adorata. Ha i capelli scuri e la pelle chiara; più cresco e più ci assomigliamo. Mio padre invece è tutto il contrario: ha una carnagione leggermente abbronzata e i capelli tra un misto di bianco e biondo, per la vecchiaia.
Loro due si sono sempre amati tantissimo nonostante diversi "ostacoli" come la differenza di 10 anni di età.
Mia madre è seduta al tavolo a fare colazione con una fetta di marmellata alle pesche in mano e mi chiede"Isabina, sei sicura di voler andare a scuola oggi? Puoi anche stare a casa" .
"No mamma, non serve. Sto benissimo" le rispondo mentre prendo una fetta biscottata e ci spalmo sopra della marmellata.
"Sicura?"il suo sguardo si addolcisce.
"Si, sono sicura. Oggi devo anche andare a ritirare dei fogli dalla segretaria" con due bocconi mi mangio la fetta.
"Ah per quella cosa?" mia madre ed io ci capiamo molto bene, non serve specificare.
"Si, ora vado" mi avvicino e le do un veloce bacio sulla guancia; "A dopo mamma!"prendo lo zaino ed esco fuori.

*

Quando entro a scuola cominciano a scendere le prime gocce d'acqua e i ragazzi corrono dentro spintonandosi a vicenda. Il cielo non è sereno, limpido o tranquillo, anzi, mi ricorda il mare in tempesta: tutto grigio, scuro, terrificante. Mi ricorda gli occhi di Algol quando si arrabbia, in fin dei conti lui è sempre arrabbiato. Ha sempre questo sguardo che dice "ti voglio sbranare" e il bello è che più lo fa più ragazze cadono ai suoi piedi. È passata ormai una settimana e il giornale della scuola parla di me, Algol e la bionda (di cui il nome non lo ricordo)praticamente sempre. Algol è considerato il più bel ragazzo della città da quando è venuto e il mio migliore amico non fa altro che stargli addosso, come anche il gentiluomo, Erin, anche lui la stessa identica cosa. Dave mi ha detto che lo fa perché se comincia a stare con un popolare come lui attirerà più ragazze e di conseguenza avrà una vasta scelta ma io non sono d'accordo. Erin invece si è trasferito anche lui da poco e abita vicino alla villa di Algol, per questo si conoscono.
Al gentiluomo non penso gli interessa essere bello, popolare,ecc..ma comunque viene considerato tra i 10 più belli della città. Ben per lui, d'altronde, lui è come una goccia d'acqua. È bello e gentile.

Cappuccetto Rosso...e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora