Capitolo 3

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Preferisci la mela verde o la mela rossa?

Dio, ci sei qualche volta?









Quando mi sono svegliata,e Algol non c'era più, sentivo la sua mancanza. Un vuoto.
D'altronde che mi potevo aspettare da un ragazzo popolare come lui? Prima mi odia e poi lo ritrovo nella mia camera come se niente fosse e per giunta dorme sul mio letto tutto tranquillo. Sarà per abitudine.

La campanella suona e vado a cercare Chloe in mensa. Come al solito c'è un ammucchiamento davanti alla porta principale quindi faccio l'altro giro.
"Isabella! Sono qui!" Mi giro e vedo Chloe. Lei ha la carnagione abbronzata, capelli scuri e gli occhi verdi dallo sguardo sereno. È perfetta. A differenza mia, io ho la carnagione pallida, e gli occhi-come anche i capelli-semplicemente marroni.Lo devo ammettere, certe volte la invidio.
Più mi avvicinavo e mi facevo largo tra la folla, più vedevo Chloe e compagnia. Insieme a lei, avevano preso posto una ragazza bionda, Dave e due ragazzi.
A tre metri dal tavolo mi fermo e guardo Algol, vicino all'altro ragazzo. Dio, se ci sei veramente, ti devo confessare che sei malvagio alcune volte.
Io rimango impalata a fissarlo senza muovere un muscolo, e tutti si zittiscono, mentre il tempo attorno a me si ferma.
Dio. Dio. Dio.
Lui non mi guarda. Piuttosto fa gli affari suoi e parla con la ragazza bionda, mentre l'altro ragazzo mi fissava. È bello, dai lineamenti perfetti, un po' come quelli di Algol, però lui aveva i capelli marroni e gli occhi azzurri. Mi saluta con la mano e mi indica la sedia tra lui è Chloe. Meno male un gentiluomo qui.
Dio, se mi senti, sappi che in questo mondo servono più persone come lui!
"Piacere, sono Emir" il ragazzo si presenta mentre io prendo posto affianco a lui. Carino.
"Piacere mio, io sono Isabella" mi presento anche io.
"Isabella la bella. Il tuo nome ti si addice perfettamente". È un complimento questo? Che gentiluomo.
"Ah grazie, beh anche a te ti si addice il nome Emir"gli sorrido e poi guardo gli altri. Non ho particolarmente fame e sono stanca.
Algol parla ancora con la bionda e un vortico d'aria mi si apre in gola mentre loro sorridono e scherzano.
"Perché non mangi? Isa, vuoi che ti vado a prendere qualcosa?" mi chiede Chloe. Le sorrido e rispondo con un semplice è affrettato no per poi ritornare a guardare Algol.
"Tieni, ti do la mia mela"Erin mi porge la sua mela ed io la fisso. È verde.
"Grazie ma.."
"Non si rifiuta, tieni. Mangiala, fa solo che bene"
Non posso rifiutare da un gentiluomo bello come lui. La prendo ma prima che potessi morderla Algol me la sfila dalle mani.
"Che ti prende amico?" Chiede Erin ad Algol.
"Se non vuole mangiare lasciala stare" risponde Algol secco.
"Dammi la mela, ho cambiato idea" mi intrometto nella loro discussione.
"No"
"Si, ho detto che LA.VOGLIO" cerco di prendere la mela dalle sue mani ma, ahimè, in mezzo c'era Emir. Non volevo che ci rimettesse a causa mia.
"A te piacciono le mele rosse. Prendi la mia" Algol mi porge la sua mela. È rossa, bella, perfetta.
"E che cambia?"chiedo.
"Che questa è rossa e quella è verde"risponde Algol.
"Non cambia nulla, io voglio quella di Emir" ribatto sicura.
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"No"
"Ragazzi smettetela" a interrompere la situazione è stata la ragazza bionda. "Dammi Algol, prendo io la tua. Lascia la ragazza in pace"
Algol guarda per un secondo la mela verde che tiene nella mano sinistra e la mela rossa che tiene nella mano destra.
"No. Isabella prende quella rossa, te quella verde"
"A lei non piacciono le mele rosse e a me piacciono, smettila di fare il bambino e dammela, o qui non finirà mai"
"No"
"Algol, non fare il bambino capriccioso e dammela"
"No"
la situazione pian piano degenera e attira l'attenzione di tutti. Nuovi gossip.

Mi immagino già il titolo in prima pagina del giornale della scuola:
Gelosia o amore? Cosa c'è tra Algol, la ragazza bionda , Isabella e Erin? Cosa sta fiorendo?

"Ragazzi, ma che differenza c'è tra una mela rossa e una verde? Non sono uguali?"ora è il gentiluomo a parlare, Erin.
"C'è una differenza" risponde Algol.
"Isabella giusto?" mi chiede la ragazza bionda.
"Mm" rispondo.
"Piacere sono Tiffani. Scusa per Algol, fa lo scemo alcune volte"
"Tiffani non ti intromettere e predi la mela verde" Algol gli mostra la mela verde.
Tiffani, scocciata, non esita a prendere la mela e darci un bel morso. "Ora siamo apposto? Isabella, tieni" La bionda mi porge la mela rossa di Algol è io la guardo.
Sembra così amica di Algol, come se fossero di più che amici. Prendo la mela e la osservo.
"Se non ti piace puoi anche non mangiarla" - "Sta zitta Tiffani" la riprende Algol.
Dopo diverse esitazioni, pronta a morderla, Erin me la prende dalle mani e le da un morso. Lo guardo mangiarla mentre Algol lo osserva con i suoi occhi senza fine.
Scuri. Serra i pugni, come se si stesse trattenendo a tirargli un pugno. Mi accorgo di osservarlo troppo quando lui sposta lo sguardo su di me.
"Quella mela era per te". La voce di Algol questa volta è più forte, dura.
Erin finisce la mela e soddisfatto, si pulisce la bocca con un fazzoletto.
"Amico, avevi proprio ragione, le mele rosse sono molto meglio di quelle verdi" - "Sta zitto"lo zittisce Algol.Si alza e sparisce tra la folla.
Mi accorgo solo ora che stavo tremando.

MI DISPIACE

Non so come ma mi sento in colpa. Come se quel che è appena successo, per me poteva valere nulla, ma per lui valeva il mondo.

*

La giornata è passata velocemente e non ci sono ancora tracce di Algol.
Sono in camera mia, ad aspirare il profumo delle rose e a leggere Romeo e Giulietta( per la 6 volta), mentre la notte si risveglia pian piano. La luce gialla della lampada risplende più che mai e non c'è rumore, a parte le pagine che scorrono,il mio respiro e le lancette della sveglia.
Tic tac, tic tac
Questo è il mio momento preferito, perché sono in compagnia di un libro e questo mi basta e avanza.
La mia mente era concentrata solo ed esclusivamente al testo e la mia fantasia vagava velocemente... fino a che il silenzio non è stato interrotto da un sasso lanciato contro la mia finestra.
Chiudo il libro e mi avvicino alla finestra confusa. Fuori è buio e non vedo niente di sospetto quindi scelgo di andare a dormire, ma prima, meglio fare una veloce doccia.

*

L'acqua è calda e così pulita. Scivola sulla schiena e mi bagna i capelli, mi rilassa i muscoli e mi libera la mente. Spengo un attimo l'acqua e prendo il bagnoschiuma per il corpo alla vaniglia. Non c'è niente di meglio di questo. Lo prendo e me ne metto un po' sulla mano ricordandomi delle parole di Algol: "È un peccato per un fiore così raro coprire il suo stesso profumo. Da oggi in poi non usare più nessun prodotto profumano".
A me cosa dovrebbe fregarmi di lui? Eppure sento questo vuoto ingombrante  che prova a fermarmi. Chiudo il bagnoschiuma e quel che ho nella mano lo faccio scorrere via insieme all'acqua dopo aver riacceso il corso. Algol non c'è, e questo mi rassicura. Non mi sentirei capace di dirgli che le sue parole ogni secondo mi influenzano tanto. Le rendo importanti. Anche una piccola cosa per me ha un pregio, ma solo se detta da lui.
E non lo so.
Non lo so perché mi ostino a farlo. Forse voglio essere odiata di meno da lui? Forse sono troppo ingenua, come aveva detto Algol. Mi lascio influenzare dalle sue parole e non faccio altro che pensare a lui, ad Algol.
Algol.
Algol.
Algol.
Dio sapesse quanto lo detesto in questo momento.
Perché mi hai fatto incontrare Algol, Dio?Perché? Vuoi vedere quanto ci mette a farmi impazzire?
Io.non.lo.so.
Ho tante domande e troppi misteri.
Tante risposte incomplete e puzzle persi non so dove.
Magari le risposte, poi, si scopre sono sbagliate.
Non lo so. Ho solo bisogno di chiudere la mente. Chiudo il getto d'acqua, mi metto il pigiama e vado in camera. Saranno le 22:30
Mi butto sul letto e sprofondo nel cuscino.
"Che buon profumo. Meglio di tutti quei prodotti che ti metti addosso" una voce forte riecheggia nella stanza. Io sobbalzo e mi affretto ad accendere la luce della lampadina sul comodino. Algol.
È sdraiato sulla stessa parte del letto di ieri, ed io ero vicinissima a lui. Indossa una maglietta bianca, dei pantaloni per ginnastica, o corsa, e una felpa grigia.

Non smette mai di sorprendermi.

Cappuccetto Rosso...e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora