Acqua ed olio
Il giardino segreto
Hai presente quando dentro un bicchiere d'acqua versi dell'olio e la sostanza rimane a galla? Esattamente.
L'acqua, facciamo conto rappresenta la mia vita mentre l'olio i miei problemi che ovviamente non fanno altro che ritornare in superficie.
C'è un modo per sistemare tutto questo? No.
O almeno credo...Ho imparato una cosa dall'altro ieri: Algol è troppo bello, sexy, perfetto..per questo mondo e specialmente per me, ecco perché è pericoloso! Ogni bocciolo rosa vorrebbe le mani di costui sul loro corpo e averci una relazione ma io no e stranamente sta succedendo a me. A meno che...lui gioca soltanto con me, il che è evidente, molto. Anche io se voglio so giocare ma lui ha sempre il jolly in una mano e nell'altra la carta vincente e non capisco perché si ostina a tirare sempre fuori il giullare. Un espressione molto conosciuta è: mi gioco il Jolly; da lì in poi chi c'è l'ha ha la possibilità di invertire a proprio vantaggio le sorti di una qualsiasi situazione.
Una cosa interessante è che in ogni mazzo di carte c'è né solo uno di giullare, il che mi fa pensare che lui gioca più partite in una.
"Un'eclissi lunare è un fenomeno ottico-astronomico di solito associato al sistema Sole-Terra-Luna, durante il quale l'ombra della Terra oscura del tutto o parzialmente la Luna quando quest'ultima è illuminata dal Sole e interseca l'asse nodale, in fase di plenilunio.." spiega la prof Serenettellite banchettando il righello contro la lavagna.
Io nel mentre appunto sul quaderno tutto quel che c'è scritto sulla lavagna a gesso e ascolto la lezione con un certo interesse.
"E come potete vedere dalla la..." la docente si ferma e tutti alzano la testa verso la porta incuriositi da chi potrebbe aver disturbato (o salvato) la lezione.
"Avanti" dice Serenettellite.
Dalla porta entra Algol con dei fogli in mano.
"Salve sono qui per consegnarle questi fogli e inoltre mi hanno detto che serve il suo aiuto alla professoressa Vertellimi in classe 3B"
"Grazie" prende i fogli e gli poggia sulla cattedra "ma devo andarci ora?"
"Si"
"Ok, allora io vado a vedere cosa succede, voi invece fare come le formiche e zitti. Poi controllargli te nel mentre?" Gli chiede la prof.
"Certo, sto io qui, lei vada pure, ci penso io"
Algol ha uno sguardo serio e deciso mentre tutta la classe ha occhi solo per lui. Indossa una maglietta attillata nera e dei jeans semplici di Armani, i suoi capelli invece sono scompigliati e fuori posto. La professoressa nel mentre se n'è andata.
Lui chiude la porta dopo di lei e infila le mani dentro le tasche dei jeans avvicinandosi a noi.
"Algol cosa hai fatto oggi?" Chiede una mia compagna di classe alzandosi in piedi ma restando ferma.
Lui sorride a quella domanda "te cosa pensi io abbia fatto?" Usando di nuovo il suo solito atteggiamento da stronzo. Scommetto che manco sa chi è lei.
"Che materia fate?" Chiede Algol come se fosse anche di un minimo interessato a saperlo.
"Scienze, ed è una vera e propria rottura" risponde un'altra ragazza dai capelli di un bel rosso.
"Ah capisco, state facendo l'eclissi solare" dice guardando la lavagna con tutti gli scarabocchi della professoressa "quasi quasi vengo io ad insegnare qui"
"Oddio si!" Esclama una " se vieni te ad insegnarci avremmo tutti 10 a scienze" aggiunge la ragazza in piedi.
"Bene"ride Algol.
Non sa fare altro che intrattenere le ragazze e trarci guadagno.
Io, nel mentre ,mi prendo un po' di relax data l'assenza della prof ; tiro fuori dalla borsa il telefono e lo poggio sulle gambe guardando lo schermo illuminarsi ed entro su Wattpad. Per gli altri avere Wattpad e non Instagram è come un oltraggio ma io trovo che in questa applicazione online ci siamo tantissime cose interessanti da leggere di tutti i tipi dove vuoi e quando vuoi.
Abbasso la testa verso il telefono così da non attirare l'attenzione e nel mentre sfoglio i contenuti uno ad uno.
"Isabella"
"Eh?" Alzo la testa e mi ritrovo Algol davanti.
"Stai usando il telefono" fa con aria breve.
Mi guardo attorno e poi di nuovo lui "si può usare il telefono"
"Dammi" tira fuori dalla tasca la mano e la stende in aria verso di me.
"Il telefono intendi?"
"Ovvio. Dammelo" fa ancora più convito.
"No" rifiuto diligentemente e spengo il telefono tra le mie mani.
"Perché?"
"Perché te lo dovrei dare?"
"Perché te l'ho chiesto"
"No"
"Ok"ritira la mano e passa dietro di me, prendendo posto sulla sedia affianco alla mia vuota "come vuoi tu".
Ha veramente lasciato stare? Di solito lui riesce ad avere sempre tutto ciò che vuole, o almeno credo.
"Algol, che si fa" chiede la ragazza al primo banco ancora in piedi.
"Fate quel che ne vi pare" risponde brusco. Ho qualche presentimento che lui sia leggermente arrabbiato.
"Anche con te?"chiede la ragazza dai capelli rossi in seconda fila.
Delle risatine partono tra le ragazze mentre i maschi sembrano veramente delle formiche. Forse sono entrati troppo nella parte.
"Se insistete" dice Algol con aria da sfida alle ragazze, mente l'ha detto però guardava me. Alcune volte non lo capisco, anzi, tante volte non lo capisco.
A lui piace giocare e non si accontenta facilmente ma perché, tra tutte le ragazze al mondo, proprio io; che cosa ho di speciale? Intanto accendo il telefono e ritrono a fare quel che avevo cominciato prima.
Io lo sto fissando senza accorgermene e mi disperdo nei suoi occhi mentre lui si avvicina al mio viso lentamente.
"Io invece posso fare quel che voglio? Mi dai questo permesso?"sussurra al mio orecchio son un sorriso incollato sul viso.
"C-cosa?" Chiedo balbettando io.
"Cosa leggi su Wattpad? Immaginavo fossi una ragazza più tranquilla sai,mi sorprendi ogni giorno" continua sussurrando al mio orecchio e guardando lo schermo del mio telefono sulle gambe; io di colpo lo spengo.
"C'è l'ho non per quello..." perché mi sento di dovergli dare una spiegazione?
"Tranquilla"sussurra ancora più lentamente e soffiando dentro l'orecchio. Un'ondata di calore mi travolge il corpo.
"almeno ora so a che velocità devo andare con te" continua.
Dio.
Io lo odio.
Io odio lui.
Io odio il suo comportamento.
Il modo in cui mi fa sentire così confusa ogni volta.
Odio vederlo.
Odio sentirlo.
Odio incrociare il suo sguardo.
Odio parlargli.
Ma io so che questo non è odio.
Ma se non è odio che cos'è? Non è amore, né amicizia, né antipatia, niente di quello che potrebbe farti venire in mente.
Sono rinchiusa come in un capitolo dove la vicenda è sempre la stessa e non posso fuggire.*
"Quindi? La risposta?" Mi chiede Algol.
"Quale domanda?"chiedo io ripetutamente.
"Lo prendo come un si allora" fa un veloce sorriso da stronzo e si alza dalla sedia, scappando via.
E da questo momento mi posso tranquillamente definire una 'bimbetta' dalle gambe corte."Signorino Algol, grazie mille di aver controllato la classe. Come sono stati? Sono stati bravi?"
"Non c'è di che. Beh...diciamo che mi hanno stupito molto e si, sono strati bravi ed educati" guarda me dalla porta in fondo alla classe. Io sono seduta nella 5 fila.
Poi se ne va.
Quanti minuti sono passati? Perché è già suonata la campanella?*
Algol:
"Quindi questo pomeriggio ci sei a casa di Tiffani?"
"Erin, penso che Algol sia arrabbiato. Tutto apposto bro?" Dave mi da una pacca sul collo e io lo fulmino.
"Tutto apposto" mi limito a dire.
"Spero ci siamo le polpette oggi" esclama Dave.
"Io la pizza"ribatte Erin .
Con Erin non ho ancora chiarito ma penso che ha capito dove deva state e come deve comportarsi con Isabella.
Io non provo niente per lei, mi ostino solo a giocarci qualche volta per divertimento; adoro quando si arrabbia e quando ha quello sguardo confuso addosso.
Dentro la mensa comincio a separare tutti gli odori: pizza,sudore, latte, riso, polpette,..
Riesco a sentire tutto questo anche a chilometri di distanza.
E poi..
"Isabella è qui vicino" affermo fermandomi e guardandomi attorno. Anche prima di entrare nella classe di scienze sapevo che era dentro, lo sentivo da fuori.
"Dove? Non la vedo"
"No, non penso che è qui. Chloe mi ha detto che ritardano di 30 minuti la mensa perché hanno da finire un lavoro di arte. Poi ci raggiungono" afferma sicuro Dave guardandomi.
Ma io la sento e io suo profumo è sempre più vicino. Mi giro e guardo la porta; da dietro il muro sbuca Isabella con un secchio di acqua in mano e passa oltre la mensa senza vedermi. Eccola.
Lo sapevo.
"Ho dimenticato il telefono nell'armadietto. Voi prendete posto e cominciate a mangiare anche senza di me"dico e mi allontano senza girarmi dietro.
Esco fuori dalla porta e da lì comunica il lungo corridoio freddo e pieno di armadietti.*
Isabella:"Isabella"
Mi giro e a pochi passi da me mi ritrovo di fronte ad Algol con tutta la sua altezza.
"Ti serve una mano?" Mi chiede facendo cenno al secchio che trascino da una parte all'altra della scuola da 5 minuti.
"Grazie e no grazie" mi rigiro e continuo ma Algol me lo strappa dalle mani ancora prima.
"Dove lo devo portare?"
"Puoi non usare quel tono?"
"Quale tono?
"Ahhh....ok, classe d'arte al 3 piano"
"Quindi bisogna fare tutte quelle scale? Per fortuna che ci sono io"
Io lo seguo con dei pennelli in mano che prima erano dentro il secchio insieme all'acqua.
Guardo Algol avanzare avanti velocemente con la presa ben salda al manico del recipiente. Il suo braccio è steso e si vedono perfettamente tutte le vene e i suoi muscoli contorcersi.
"Perché mi guardi?"chiede senza girarsi.
"Non è vero e poi come fai a vedermi se sei girato?"
"Ho occhi dappertutto"
Io smetto di discorre per un po' di minuti e raggiugiamo le prima scalinate.
"Perché mi stai aiutando?"
"Una fanciulla va aiutata quando serve"
"Capisco, quindi lo fai con tutte giusto?".Lui ride."Che c'è da ridere"
"Queste attenzioni le do solo ad una ragazza"
"Ed io sarei quella ragazza?"
"Lo vorresti essere?"
"No. Ma dove stiamo andando? Siamo entrati nel corridoio sbagliato"
"Lo credi?"
"Penso proprio di sì. Perché volevi il mio telefono oggi?"
"Qual è il tuo numero di telefono?"
"Volevi solo questo?"
"Sapessi quante cose voglio da te?"
Sto arrossendo?
"Ingenua" Algol ride.'La bugia e l'inganno hanno una data di scadenza e tutto alla fine si scopre. Nel frattempo, la fiducia muore, per sempre'
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Cappuccetto Rosso...e il lupo
WerewolfCompletata. C'era una volta, tanto tempo fa un piccolo(e grande) paesino, nascosto dai fitti alberi del bosco oscuro. Li, nessuno osa entrarci perché sanno che nessuno ci è mai uscito, ma questa è un'altra fiaba. I giorni passano normalmente per Isa...