Capitolo 7

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La collana di perle

Perché sei tu Romeo?












Algol

C'era una volta,
Tanto tempo fa, un lupo, che fuori dalla finestra di una casetta, nascosto nel buio, spiava la sua nuova preda...

"O Romeo, o Romeo, perché sei tu Romeo?" Isabella è in piedi, vicino alla sedia con il libro in mano, a recitare, presumo, Romeo e Giulietta
Veste colori armoniosi: come il bianco, il giallo, il rosso. È proprio un petalo leggero.
"Solo il tuo nome mi è nemico. Che cosa vuol dire Montecchi?"non lo so Isabella, dimmelo te. Insegnami.
"Né mano, né braccio, né viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Rinuncia al tuo nome mio Romeo, e per il nome che non è parte di te, prendi me stessa" recita con così tanta perfezione. Come fa ad entrare nel ruolo di un personaggio così facilmente?
È una ragazza bella di suo; con il suo naso a patata, i suoi occhi marroni e la sua pelle soffice. Ha i capelli raccolti con una cipollina deformata e al collo una bellissima collana in pelle con cui ci giocherella col dito. Il suo profumo lo sento a decine di km di distanza.
Dalla porta della sua camera entra una donna simile a Isabella e resta due-tre minuti a parlare con lei, poi se ne va.
Isabella poggia sul tavolo il libro e sopra una rosa, poi esce dalla camera lasciandola vuota. Senza anima vivente all'interno.
Io entro e vago un po' in giro, curiosando tra le sue cose.
Libri..fiori..candele...una cesta di mele...le solite cose. Osservo le foto appese al muro; alcune riquadrano il suo compleanno, altre il primo giorno di superiori e così via. Mi soffermo su una foto in particolare: mostra lei su un prato di rose rosse e con un vestito bianco. Il suo sorriso è incredibile e al collo porta una collana in perle. È bellissima.
La rosa rossa , prima sul libro, è tra le mie mani e la sventolo all'aria come fosse una bandiera mentre frugo tra l'armadio di Isabella.
Lei tiene tutto perfettamente al suo posto sempre, come un ossessione. Sposto un po' di cose e trovo in un cassetto la sua biancheria intima, mentre in un altro i suoi gioielli per collo. Sono tutti luccicanti e semplici raffiguranti alcuni un fiocco di neve, altri animali, e poi... una collana con un lupetto davanti e dietro una lunga catenina che scende fino in fondo con una rosa che chiude. Questa catenina scende dietro la schiena fino a metà.
Apro un terzo cassetto e trovo una scatolina, la quale conserva la stessa collana in perle della foto attaccata al muro. Senza pensarci la prendo e la infilo in tasca rimettendo la scatolina al suo posto.
"Dio, questo posto sa di muffa" borbotta tossendo piano. Non era muffa, bensì le candele di Isabella alle rose.
Algol si siede sulla sedia e sfoglia il libro di Shakespeare curioso.
Curioso di capire cosa c'è di bello in un libro che tratta di amore, anzi, di un libro in generale.

Algol non ama la lettura e specialmente le storie di questo tipo: gli mettono sonno dopo due secondi.

Chiudo il libro e osservo le candele rosse sul tavolo.
"Io cosa devo fare con voi? Intossicate la mia preda e il suo profumo"a bassa voce parlo con le candele pensando a come sbarazzarmi velocemente di loro.
Dopo giri e giri senza pace per quella povera rosa, finalmente la lascio un po' stare, poggiandola sul tavolo.

Al posto della rosa, afferro con la mano possente una candela tra le tre e ci soffio sopra, spegnendola.
La stessa cosa con la seconda e la terza.
Sento dei passi fuori dalla porta. Silenziosamente esco fuori dalla finestra e fisso l'ingenuità di una creatura così dolce apparire da dietro la porta.
Isabella sembra confusa e passa la sua mano sul tavolo, strisciandola, fino a toccare con la punta delle dita il gambo della rosa.
Così dolce e zuccherata.
Isabella, perché mi fai impazzire?

Isabella

Quando entro in camera le candele sono spente e la rosa spostata. La finestra è leggermente aperta e il profumo di Algol è nell'aria.
Non posso farne a meno se non pensare ad Algol. A colui che molto probabilmente ha frugato nella mia stanza.
A colui che ora è nascosto non so dove e mi guarda.
Mi fissa. Forse lo faceva anche da prima.
I suoi occhi sono l'unica cosa che si vede fuori dalla finestra, nell'ombra, e io ne rimango incantata.
Come quando un pavone apre le sue piume.


Cappuccetto Rosso...e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora