Capitolo 14-La fine

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Ancora un'altra volta

La nostra rosa







"Algol! Ho preso delle fragole!"urlo.
Raggiungo l'uscio e spingo la porta trovando Algol sul divano a dormire.
Poggio il cesto sul tavolo e mi avvicino a lui.
"Algol, sveglia"
Apre gli occhi e noto che le pupille sono di un marrone chiaro.
"Buongiorno Isabella"mi saluta.
"Ti ho svegliato?'"che domanda sciocca.
"Ovvio"
"Scusa, ho portato delle fragole" mi alzo e prendo il cesto dal tavolo "vuoi?"
"Non ho fame. Grazie lo stesso"
"Ok"tiro fuori le fragole dal cesto e le metto dentro una ciotola."Dopo vado in giro con Chloe, te rimani qui?"
"Si" si alza dal divano con passo stanco e si avvicina a me abbracciandomi mentre io comincio a tagliare le fragole una per una.
"Ci sono stante cose che non ti ho mai detto" la sua voce è seria e calma.
Poggia il mento sulla mia spalla senza mollarmi.
"Ci conosciamo solo da 10 mesi, c'è ancora tempo" rispondo io.
Algol mi stringe ancora di più tra le sue mani.
"Nel ultimo cassetto della libreria ci sono le chiavi per aprire il baule che è dentro l'armadio dei vestiti"dice.
"Perché me lo dici?"chiedo.
"Voglio che tu lo sappia"
"Ok"
"Non dimenticare"
"Certo. Che ore sono?"
"Le 11 ormai"
"Oddio, devo andare o faccio tardi per il gelato. Ciao" gli lascio un bacio sulla guancia ed esco ritornando in città.

*

"Perché prendi sempre l'amarena? C'è il bacio che è favoloso" dice Chloe.
"Parla per te, a me piace così"ribatto.
"Ok ok, ma oggi è prevista pioggia?"mi chiede.
"No perché?"chiedo alzando lo guardo al cielo. Si sta riempiendo di nuvole nere eppure stamattina era limpido il cielo.
"Cavoli sento delle gocce cadermi sulla fronte. Addio momento felice con il gelato"
"Strano non era previsto"
"Avranno sbagliato, capita, sai com'è"
In fondo al viale vedo un ragazzo alto quanto Algol con indosso una felpa nera.
"È Algol quello?"borbotto.
"Algol? Chi è?" Chiede Chloe sentendomi.
"Algol"
"Mai sentito questo nome però mi ricorda il nome di una stella" continua.
Io stento a crederci per un secondo.
"È un tipo alto con i capelli e occhi neri, popolare, arrivato da poco in questa città.."
"Mai sentito" fa Chloe gustandosi il suo gelato.
Guardo il cielo scuristi e una goccia mi cade sulla punta del naso.
"Devo andare. Tienimi il gelato" mi alzo spingendo la sedia all'indietro e attirando l'attenzione della gente attorno.
Do il mio gelato a Chloe e corro tra le strade di Woll City mentre la pioggia e sempre di più.
Tic..tic..tic...tic..tic..tictictictic
Corro come se non lo avessi mai fatto prima e vado dietro la macelleria dove sta il buco nella rete per andare nel bosco.
Passo sotto e ricomincio a correre sentendo l'acqua fredda toccarmi la pelle.
Nel bosco seguo le frecce rosse segnate con la vernice sui tronchi degli alberi ed entro nel sentiero.
Corro, corro e corro.
Non può essere vero. Fai che non sia vero.
Entro sbattendo la porta e trovo la casa vuota e buia.
Controllo attorno, apro cassetti, mensole, porte..ma anche una singola traccia di Algol non c'è, è sparita come evaporata.
Non so se sono lacrime quelle che cadono dal mio viso o gocce d'acqua dovute alla pioggia.
Forse entrambi.
La casa è piena solo delle mie cose, ma del resto è vuota.
Non può essere vero. Non può essere vero.
Prendo il telefono e digito il numero di Dave con mani tremanti.
Lo avvicino all'orecchio e mi giro i capelli dietro. Squilla diverse volte e più risponde.
"Pronto?" Sento dall'altra parte del telefono.
"Dave, sai chi è Algol. Hai mai sentito questo nome?"
"Come? Algol? No scusa"
non è possibile.
"Aspetta stai piangendo? Va tutto bene Isabella? Dove sei?"
Riattacco e lascio il telefono sul tavolo da pranzo in lacrime.
Mi chino a terra e metto a fuoco i miei ricordi.
Lui esiste e io lo so. È Algol.
Ripenso a stamattina e alle sue parole così strane e non da lui.
-
"Nel ultimo cassetto della libreria ci sono le chiavi per aprire il baule che è dentro l'armadio dei vestiti"dice.
"Perché me lo dici?"chiedo.
"Voglio che tu lo sappia"
"Ok"
"Non dimenticare"
-
Il baule!
Finalmente trovo l'energia per alzarmi e cercare queste chiavi.
Con il viso gonfio e bagnato prendo le chiavi e apro il baule rosso tirato fuori dall'armadio prima pieno zeppo di suoi pantaloni e magliette.
Sento un tic e il coperchio si apre  rivelando tantissimi oggetti e foto.
Afferro  una maschera rossa, quella che avevo indossato alla festa in maschera a casa sua.
Poi una collana in perle, la mia collana e mi parte una sottile risata di gioia, di sicuro me l'ha presa mentre frugava tra me mie cose.
Ed ecco che dopo mesi ritrovo il mio libretto preferito: Cappuccetto Rosso.
Allungo e afferro una foto di me mentre taglio l'insalata e all'angolo si nota un ciuffo di capelli neri, sicuramente di Algol.
La giro e dietro, con la sua calligrafia in corsivo, c'è scritto: non dimenticare.
Un sorriso forzato si stampa sul mio viso mentre goccia dopo goccia mi scende giù bagnando le mie guance.
Queste sono le uniche cose che conteneva questo baule.

Cappuccetto Rosso...e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora