Provai l'impulso di nascondermi sotto il tavolo del buffet e trascorrere il resto della serata al riparo, protetta dalla tovaglia di fiandra; quasi mi andò un boccone di cannolo per traverso, quando scoprii che Max, con una spavalderia che non avrei mai avuto il coraggio di eguagliare, fece i gradini seguito da Kurt, che gli stava appiccicato come se fosse la sua ombra, ed entrò per primo nel salone.
«Non avere paura. Andrà tutto bene» bisbigliò Marta.
Che figuraccia; una pulce di sì e no diciotto anni era più audace di me.
«Certo! Tutto bene!» proclamai, buttando sul tavolo il piatto con un cannolo avanzato e marciando verso i gradini d'ingresso. Ero così ispirata che non inciampai nemmeno una volta, gran risultato visto il mio equilibrio precario sui tacchi vertiginosi.
Inghiottii il nervosismo, raddrizzai la schiena e sfilai davanti al mio professore per entrare nel salone; non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, ma non mi parve di vedere alcun cenno di riconoscimento da parte sua.
Lo oltrepassai con tutta la naturalezza che mi riuscì, dopodiché mi mancò il fiato; non tanto per l'agitazione, ma perché il salone d'ingresso di quella villa era stupendo, e perfino più maestoso di quello del palazzo di Max. Il pavimento era un tripudio di marmi lucenti e le pareti un susseguirsi di stucchi candidi, mentre lampadari e appliques posizionati in ogni dove illuminavano l'ambiente a giorno.
Di certo non mi aspettavo che il capo di una setta segreta vivesse in una simile reggia.
Mi sembrava di essere a un ricevimento d'altri tempi. Mi trovai un angolino appartato, sperando di fare tappezzeria anche se, invece di mimetizzarmi con la parete, continuavo a catturare l'attenzione delle dame ingioiellate ed eleganti che mi passavano accanto. Marta, il piccolo angelo custode che stava al mio fianco, notò la mia preoccupazione e finse di tamponarmi la fronte con un po' di cipria. «Cos'abbiamo appena detto?» mi rimproverò.
«Che andrà tutto bene» mugugnai, poco convinta. Il mio cuore riprese a battere con regolarità solo quando individuai Max, seduto in prima fila sulle sedie da regista che erano state disposte al centro della sala, che si guardava intorno con l'aria più tranquilla del mondo. Anche la sua aura sembrava pacata, al contrario di quella di Kurt, che era un piccolo vortice di nervosismo; non doveva essere facile, per il vampiro, sentirsi a proprio agio con tutta quella gente che avrebbe potuto trasformarsi in un pericolo per la persona cui aveva dedicato la propria vita.
Scacciai il malumore con un gesto della mano e mi concentrai su quello che stava accadendo: tutti gli invitati, ora, avevano fatto il loro ingresso in sala e si stavano accomodando sulle sedie di stoffa color rosso rubino. Decisi di imitarli; catturai Marta per una mano e ci sedemmo in fondo alla fila.
«Senti qualcosa?» le domandai, in un bisbiglio così sommesso che non ero certa che sarebbe stata in grado di udirmi, visto il baccano degli scalpiccii, delle risatine e delle chiacchiere degli altri ospiti.
Marta annuì, con un piccolo sorriso fiducioso che mi riscaldò il cuore. Max aveva riposto la pagina del diario che possedeva nel suo nascondiglio segreto, pensando che non fosse il caso di portarla con noi, ma per fortuna Marta ci era entrata in contatto a sufficienza da riuscire a percepire le vibrazioni, o chissà cos'altro poteva sentire, del resto del volume.
Esultai, quando vidi che le luci del salone si stavano abbassando. E ancora di più quando il mio professore salì gli scalini che conducevano a una pedana in fondo alla sala e impugnò un microfono: voleva che l'attenzione di tutti fosse concentrata su di sé. Dietro di lui prese posto una serie di loschi figuri che indossavano un mantello nero con il cappuccio sollevato. Il risultato era piuttosto inquietante, visto che se ne stavano in piedi senza dire una parola, le braccia incrociate sul petto come delle divinità egizie e i cappucci ben calati sul viso; parevano amichevoli quanto un mazzo di spine piantato in gola.
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Il ragazzo con l'aura d'argento
FantasyLivia è una studentessa universitaria di ingegneria che affronta tutto ciò che le accade con una razionalità quasi maniacale. Eppure, all'improvviso, comincia a vedere le aure: una color argento, che circonda un ragazzo bellissimo ma dall'aspetto fr...