Capitolo 13

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"Liam, ti ho già detto che..."

"Zitto e lasciami fare" lo interruppe il lupo mannaro mwntre usciva dall'ospedale con due borse tra le mani.

Theo lo seguì, tenendo in braccio Leo, che dormiva beatamente.

I tre giorni in ospedale erano passati sorprendentemente veloci e ne fu felice, odiava l'ospedale, gli dava solo brutti ricordi di quello che aveva visto all'inferno.

Ora Liam si era offerto di accompagnarlo a casa mentre portava due borse piene di cose che gli erano state regalate dal branco per il bambino, tra tutine, pannolini, peluche, ciucci e biberon.

"Dove sono le chiavi del tuo camion?" chiese poi, appoggiando le borse ai piedi del suo pick-up.

"Cosa ti fa credere che ti lascerò guidare il mio prezioso camion?" chiese alzando il sopracciglio.

"Non puoi guidare con un bambino in braccio" gli fece notare sbuffando "E poi mi hai fatto guidare in passato il tuo camion"

"Si, solo perché ero sul punto di partorire ed ero molto più preoccupato di arrivare in ospedale" disse il suo punto.

"Dimmi dove sono quelle dannati chiavi e stai zitto" sbottó il lupo.

Theo alzò gli occhi al cielo, per poi afferrare le chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni e le lanció a Liam.

Una volta messe le borse nei sedili posteriori, partirono verso l'appartamento di Theo.

Non appena entrarono, Theo sorrise sentendo qualcosa di peloso contro le sue gambe e delle fusa.

Abbassó il capo e vide Athena che strusciava la testa contro il suo stivale.

"Ti sono mancato, tesoro mio?" chiese entrando in casa e mettendo Leo nella culla che Liam e sua madre avevano posizionato in mezzo alla stanza.

Più tardi l'avrebbe sicuramente spostata nella sua stanza.

Si abbassó e prese la gattina in braccio, che miagoló felice al suo padrone.

Theo lasció un bacio sulla sua testolina e si sedette sul divano, lasciando che lei si sedesse sulle sue gambe.

Liam si sedette accanto a lui, finalmente Theo sembrava essersi completamente ripreso dal parto e il lupo poteva sfogare la sua rabbia contro di lui senza sentirsi troppo in colpa.

"Sono ancora arrabbiato con te" disse.

Theo sospiró.

"Liam..."

"No, ora lasciami parlare" sbottó "Io sono così arrabbiato, sono arrabbiato con te per non avermelo detto, per non averlo detto a noi, siamo il tuo branco, a me che sono il padre del bambino, sono arrabbiato perché non ti sei fidato abbastanza di noi per questo, hai fatto tutto da solo e ci hai mentito in faccia, guardandoci tutti i giorni negli ultimi due mesi e non ci hai detyo nulla, nonostante avessi bisogno chiaramente di aiuto" disse, riprendendo fiato "Ma sono anche arrabbiato con me stesso"

"Liam non è..." provò a parlare, venendo nuovamente interrotto.

"Sono arrabbiato con me stesso per non essermene accorto, dovremmo conoscerti bene ormai eppure non ci siamo accorti di nulla, sono arrabbiato con me stesso perché mi sembra di non aver fatto abbastanza, di non averti detto abbastanza volte che fai parte del branco, di averti fatto credere che avremmo reagito male e che ti avremmo lasciato da solo in questo, quindi ti dico adesso e te lo ripeterò ogni volta che ne avrai bisogno, non lo avremmo mai fatto, ti amiamo tutti e fai parte del branco, noi ti aiuteremo in questo" disse stringendo le mani di Theo, che adesso tremavano "Theo...io lo so che tu non sei abituato a questo, che sei sempre stato abituato a risolvere tutto da solo, ma non sei più solo, adesso hai noi"

"Liam..." sussurrò la chimera con le lacrime agli occhi e un groppo doloroso che si annodava in gola.

Odiava quella sensazione, gli sembrava di essere ancora incinta e con gli ormoni a mille.

Le mani di Liam gli presero il viso tra le mani e le sue dita gli asciugarono quelle poche lacrime che gli erano cadute dagli occhi.

Theo guardò gli occhi azzurri di Liam, così sinceri.

Semplicemente non poteva reggere.

Scoppiò a piangere, abbracciandolo di slancio.

"Scusa..." singhiozzó "Mi dispiace"

"Va tutto bene" sussurrò accarezzandogli i capelli.

"A volte mi sembra semplicemente tutto così surreale che fatico a credere che questa sia la realtà" sussurrò contro il suo petto "Ho paura di svegliarmi e scoprire che era solo tutto un trucco di Tara per torturarmi ancora"

"Questa è la vita reale, Theo" disse afferrandogli di nuovo il viso, per permettere alla chimera di guardarlo negli occhi "Questo è l'unico motivo per cui l'hai nascosto? Per paura? Sii sincero, per favore"

Theo scosse la testa.

"Tu...questo è il tuo ultimo anno, l'anno prossimo andrai al college, hai diciassette anni, Liam" sussurrò "Non volevo bloccarti con me, perché io..."

Perchè ti amo.

"Tu?" lo incoraggiò Liam.

"Io...ci tengo molto a te" disse alla fine.

"Sai perché sono così arrabbiato?" chiese.

Theo scosse ancora una volta la testa.

"Perchè ti amo" sussurrò "Ti amo e non voglio immaginare la mia vita senza di te, una volta diplomato avevo intenzione di chiederti di partire con me al college" disse mordendosi il labbro "E ora più che mai, la domanda è ancora valida, tu e Leo partirete con me?"

La chimera lo guardò sorpreso.

"Cosa?" chiese scioccato.

"Possiamo trovare un appartamento vicino al college, così tu la mattina baderai a Leo mentre sono a scuola e io lo farò il pomeriggio mentre tu lavori" disse "Come una famiglia"

"Liam..." singhiozzó "Io non ti merito"

"Smettila di dire stronzate, io non voglio nessun altro, dimmi che mi ami, lo so che lo fai" sussurrò asciugando ancora una volta le lacrime sul volto di Theo.

Theo annuì, sorridendo.

"Ci puoi scommettere, cazzo" sussurrò "Ti amo così tanto"

"Quindi verrete con me al college?" chiese.

In tutta risposta, Theo allacció le braccia al suo collo e lo bació, cercando di trasmettere tutti i suoi sentimenti in esso.

Liam ricambió, affereando i suoi capelli tra le mani.

Si staccarono solo quando entrambi sentirono il bisogno di ossigeno.

"Lo prendo come un si?" ridacchiò Liam, posando il pollice sulle labbra ora gonfie di Theo.

"Ti seguirei in capo al mondo" sussurrò lui appoggiando la fronte contro la sua.

Liam sorrise, prendendo la sua mano e baciandola con dolcezza.

"Dovrei tornare a casa" sussurrò "Ma vorrei tanto restare qui con te e con il nostro bambino"

"Fallo" sussurrò in risposta Theo, aumentando la presa sul suo vollo, come per paura che andasse via "Rimani qui"

"Va bene, manderò un messaggio a mia madre e le dirò che stanotte rimarrò da te" disse afferrando il telefono.

"No" disse Theo afferrando la sua mano e mordendosi il labbro, arrossendo leggermente "Voglio dire...vieni a vivere qui"

"Cosa?" chiese Liam a dir poco sorpreso dalla sua proprosta.

"Vieni a vivere qui" ripeté Theo "Vieni a vivere qui con me, Leo e Athena"

"Vuoi dire..." balbettó.

Theo annuì.

"Si, come una famiglia"

Natural Project (THIAM MPREG)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora