Io che amo solo te - Missing Moment

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Per questo missing moment dovete ringraziare @/mrsrosagaia su tw che mi ha mandato l'edit che troverete durante il cap per convincermi - ed ha funzionato.

«Faremo tardi.» gemette Simone sentendo la gamba di Manuel strusciarsi sulla sua erezione già formata. «Non è vero, non faremo tardi. Smettila di lamentarti.»

Simone posò un bacio in mezzo al suo sterno, proprio sopra a dove, in mezzo al serpente e l’occhio, si era tatuato pochi giorni prima il numero 7.

Sorrise soffiando sul tatuaggio ancora non completamente guarito e vedendo Manuel buttare indietro la testa spargendo i suoi ricci – che si erano allungati negli ultimi anni – sul cuscino sospirando.

Una mano era ferma sulla coscia del più grande, quella che era finita abilmente in mezzo alle gambe di Simone e che continuava a strusciare contro la sua erezione. «Faremo sicuramente tardi, non voglio fare tardi.» si lamentò per l’ennesima volta il più piccolo.

Manuel, stufo di quella situazione, invertì le posizioni facendo stendere sotto di lui il corvino. Prese il suo membro eretto in mano passandola sopra tutta la lunghezza su e giù, «Te stai a lamenta’ troppo, Simò. Neanche io voglio fare tardi quindi sta zitto e fatte scopa’.» che c’ho da sfoga’ st’ansia.

Alzò gli occhi al cielo per il tono da maestrino usato dal compagno, «Guarda che non sono uno dei tuoi atleti, eh.» Manuel lo fece girare a pancia in giù facendogli alzare il bacino e il sedere verso di lui. Cristo, «Menomale, Simò. Sennò ero già n’galera.»

Lasciò un bacio su uno dei glutei per poi - «Ah, cazzo.» sentì arrivare da Simone quando la sua mano impattò sul suo sedere. La bocca arrivò sulla sua apertura e, inserendo la lingua e un dito, i sospiri del ragazzo iniziarono a farsi rumorosi. «Ancora»

«Come scusa?»

«Ancora – gemette riferendosi allo schiaffo – fallo ancora.»

Manuel sogghignò accarezzando il gluteo perfetto del ragazzo e, esaudendo il suo desiderio, fece impattare nuovamente il suo palmo aperto con la sua carne. Simone sussultò di piacere, l’impronta della mano era stampata sul suo sedere bianco e immacolato. «Non hai più paura di far tardi?»

«Jacopo non ci farà caso se facciamo cinque minuti di ritardo.» sospirò lui spingendo il sedere verso il corpo nudo di Manuel. Scosse la testa ridendo e guardandolo mentre lo supplicava di farlo suo. Accarezzò la sua coscia per poi lasciare una scia di baci sulla sua schiena. Che saranno mai cinque minuti in più.

 

-

Manuel girava per casa con solo una maglia bianca e dei jeans alla ricerca del suo bomber porta fortuna, «Ma n’do cazzo sta?!»

«Cercavi questo?» si girò verso la porta della camera e vide Simone con il bomber tra le mani. Gli andò incontro prendendogli il viso tra le mani e stampando un bacio sulle sue labbra, «Quanto ti amo.» disse soffiando fuori tutta l’aria che aveva in corpo.

Simone lo studiò mentre indossava quel solito giubbotto verde che aveva da quando erano ragazzi notando quanto fosse nervoso. «Ehi, come mai tutta questa ansia? Non è mica la sua prima partita.»

Il moro alzò gli occhi sul compagno, «Nun so nervoso.» borbottò alzando gli occhi al cielo. Simone prese la sciarpa della Roma che aveva posato sul letto poco prima e la mise al collo del ragazzo tirandone poi le estremità e riportandoselo vicino. Lasciò un bacio sulla guancia destra, poi sulla sinistra, poi sulla punta del naso e infine sulle labbra. Manuel si rilassò nel bacio cercando di approfondirlo ancora di più ma sentendo subito Simone ritirarsi.

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