uno

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salgo nell'aereo ed inizio a cercare il mio sedile, spero vivamente di essere vicino al finestrino, muoio di paura.
adocchio il posto e affianco a me è seduta una bella bionda, tanta roba, mi guarda e le strizzo l'occhiolino per poi accomodarmi nel sedile, divarico la gambe e bevo un sorso di fuze tea alla pesca, il mio preferito.
<<facciamo un be real?>> domanda la biondina.
<<va bene>> sbuffo <<dimmi come si fa, io non so come si usa sta roba>> afferro il telefono.
<<tu mettiti in posa e schiaccia il pulsante e poi fa tutto da solo>>mi sorride dolcemente.
annuisco e sforzo un sorriso.

ma che problemi ha la gente? tutti che seguono la massa, tutti impazziti per sta merda, ma che è?

non appena scatto le ripasso il telefono senza nemmeno guardarla e poggio la testa sul finestrino addormentandomi, sono stufo morto, ieri ho avuto una live e sta mattina ho dovuto svegliarmi presto per fare la valigia e raggiungere i miei amici in spagna, loro sono lì da una settimana circa.
sono molto entusiasta all'idea di passare tutta l'estate lì.

vengo svegliato dalla voce robotica dell'alto parlante che ci informa del nostro arrivo, mi striracchio le gambe sentendo tutti i muscoli irrigidirsi e mi stropiccio gli occhi, sbadiglio e mi alzo.

<<ue fra! finalmente>> mi accoglie mohamed al parcheggio dell'aeroporto.
<<bella>> gli stringo la mano e poi ripeto la stesa azione con gli altri.
<<andiamo a casa che io sono stanco>> mi accendo una sigaretta ed afferro per il manico la valigia.
<<immagino>> sghignazza omar.
gli do un colpo sul petto e lui furtivamente mi prende la sigaretta dalle mani.
<<si meglio che ti riposi che si fa serata>> si sistema il cappellino con il frontino mohamed.
<<sai le spagnole sono stupende>> continua a scherzare.
<<eh si fra, non immagini ieri, una bella bionda mi sono fatto>> dice orgoglioso il riccio.
rido e mi riprendo la sigaretta, faccio un tiro e poi la spengo prima di salire in macchina.
<<sarà l'estate più bella che vivremo, tre mesi di pura libertà dopo la galera>> alzo gli occhi al cielo e mi scende una lacrima ma la scaccio via immediatamente.
i due stettero in silenzio ma capii che erano d'accordo sulla mia riflessione.
<<dai vuoi restare qui per il resto della tua vita?>> apre la portiera della macchina omar.
scuoto la testa e metto nel baule il bagaglio.

••••

<<sto morendo di fame, andiamo a prendere un kebab>> mi porto una mano sugli occhi.
<< si ed il kebabbaro è aperto solo per te fra>> scuote la testa mohamed.
<<c'è un supermercato a pochi minuti dal nostro alloggio che è sempre aperto, potremo prenderci qualcosa li>> alza le spalle omar accendendosi una sigaretta.
annuiamo e lo imitiamo, non parliamo molto a parte delle tipe che c'erano nella discoteca.

<<patatine?>> domando ai due che erano impegnati a scegliere la birra.
non ricevo risposta <<okay, facciamo una alla paprika ed una normale>> afferro i pacchetti e li stringo tra le braccia insieme ad altre schifezze che avevo adocchiato in altre corsie.
<<io ho preso tutto, voi?>> faccio le spallucce.
<<si anche noi, proviamo la estrella e la san miguel>> prendono una cassa per tipo di birra.
ci avviamo verso la cassa, paghiamo ed usciamo, da bravi idioti non abbiamo preso nemmeno un sacchetto dunque ho dovuto rimettere tutto tra le mie braccia.

in lonatanza senti delle sirene della polizia suonare, minchia anche qua scassano le palle, ma sono abbastanza tranquillo, la roba l'ho lasciata a casa e quella poca che avevo l'ho smezzata con i ragazzi.
<<io apro un pacchetto, ho una fame che non ci vedo più>> apro con la bocca un pacchetto di patatine.
<<due minuti e siamo a casa>>  ride omar.
<<lo so però>> non faccio in tempo a finire la frase che una persona mi viene addosso e cade a terra come il pacchetto di patatine.
<<ma sta attenta a dove metti i piedi cazzo>> sono le uniche parole che riesco a dire, sono rimasto abbagliato della sua bellezza, pelle scura, capelli lunghi neri arruffati con qualche treccina, occhi verde smeraldo. indossava una gonna lunga, un reggiseno che le copriva a mal a pena il seno ed era scalza.
aveva alcuni piercing sulla faccia il septum e il nostril, al collo aveva moltissime collane.
si guarda dietro e così io le allungo la mano per aiutarla ad alzarsi.
<<¡venere! ¡date prisa!>> una voce alle mie spalle parla, mi volto e c'era una ragazzina su un motorino.
<<lo siento>> sorride e afferra la mia mano.
si solleva e continua a correre, con un salto sale nella della della moto che era già partita lentamente e svanisce per le strade di valencia seguita dalla volante.

<<ue fra>> mi passa una mano davanti alla faccia mohamed.
<<eh ?cosa?>>scuoto la testa in uno stato confusionale.
<<t'ha rubato l'orologio>> mi indica il polso.
<<fanculo>>prenderei una birra e la lancerei a terra, ma non posso.
<<domani me lo farò ridare>> dico a denti stretti.

ti ritroverò venere.

due cuori spezzati coi lati combacianti// babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora