quattro

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<<dai fra non serve che ti sistemi alla sua perfezione, è una festa di città>> mi tira una pacca sulla spalla omar.
<<beh ci saranno tante belle spagnole>> sorrise sghembo mohamed <<e sai fra quelle come ballano>>annuisce.
<<solo a quello pensate>> scuoto la testa, finisco di sistemarmi il colletto della camicia e mi spruzzo una buona quantità di profumo.
<<dai andiamo>> prendo una bottiglia di birra, me la apro e tutti insieme usciamo dirigendoci verso il centro.
una parte di me spera di trovare venere, mi piacerebbe rivederla <<che cazzo ridi>> borbotta mohamed <<oh no nulla pensavo ad una roba>> mi rendo conto che solo il pensiero della ragazzina mi fa  sorridere.
<<se ti dico io a che pensavi>> ed imita l'apparato femminile con le mani.
<<beh hai ragione>> rido ad alta voce.
nel tragitto ci godiamo la città, il cielo e beh, come possiamo evitare anche le cittadine.
mohamed è quello che faceva più colpo di tutti, lo guardavano, ridevano e mandavano bacini, lui come un vero idiota le assecondava ricambiando le mosse.
<<hai finito di fare il cretino>> domanda omar ridendosela un po' <<se son bello non è colpa mia>> alza le spalle il ragazzo che stava rollando una canna.
<<sta sera ci si diverte>> la accende, fa due tiri e come di consueto la passa a me, facciamo così finché non arriviamo a destinazione.
c'era una specie di sagra, giostre, piste da ballo, bancarelle con le caramelle, di tutto e di più insomma.
facciamo un giro e poi mi fermo a guardare la pista da ballo, sta sera c'era latino americano, la mia attenzione viene catturata da venere, sembrava una dea, indossava un vestito bianco in pizzo con le maniche lunghe che le scendevano larghe, scollato e corto per me fin troppo corto, come al solito era scalza.
la osservavo mentre ancheggiava e il vestito le si alzava involontariamente lasciando intravedere le sue esili gambe e i suoi glutei , i capelli indomabili brillavano sotto le luci grazie agli adornamenti in oro che si metteva.
balla e ride, bella come non mai.
rimango imbambolato, come un pesce <<quella vero?>> la indica mohamed, annuisco <<tanta roba>> mi innervosisco <<roba mia>> dico a denti stretti <<si lo avevo capito>> in quegli istanti che avevo distolto lo sguardo dalla sua figura me la ritrovo davanti che mi tende la mano <<vamos Zaccaria>> mi stringe la mano e sorride.
il mio nome pronunciato da lei mi fa eccitare tantissimo.
poggio la birra a terra e mi lascio trascinare da lei che mi guida in mezzo alla folla.
mi afferra le mani e le agita a ritmo di musica
<<muévete así>> sorride ed agita la testa.
come un palo cerco di muovermi ma sono impedito, appoggia le mie mani sui suoi fianchi e le sue sulle mie spalle, me le accarezza e io vorrei buttarmi a capofitto sulle sue labbra,  ma mi limito a guardargliele.
si volta appoggia la schiena al mio petto e di conseguenza il suo sedere alla mia intimità, ed io cerco con tutte le mie forze di tenerlo a bada ma lei si accorge si volta e mi stringe a se.
<<no te preoccuparti>>  storpia un po' ed io in questo momento vorrei soltanto sotterrarmi.
dopo diversi minuti, ci dirigiamo verso un bar e prendiamo una birra, lei non avendo un soldo riesce a farsela offrire, io devo pagarmela.
<<mi piace un sacco ballare>> accavalla le gambe e fa un sorso si bagna tutta le labbra di schiuma della birra e le mie immaginazione erotiche sfociano nella mia testa ma limito a passarle l'indice e poi leccarlo, lei scoppia a ridere.
<<eri sporca>> bevo un sorso dalla mia.
<<per quanto rimani qui>>chiede con un po' di malinconia.
<<fino a settembre>> la mia gamba fa su e giù.
<<solo?>> sgrana gli occhi <<eddai siamo solo a giugno, mancano altri tre mesi>> le accarezzo la mano.
<<poi magari mi dai il tuo numero di telefono e vieni da me>> le sorrido.
<<yo non ho un telefono>> aggrotta la fronte <<però potrei rimediare>> si agita sorridendo a 32 denti  << no, te lo compro io>> scuoto la testa.
<<no tu no haces nada>> socchiude gli occhi << mi arrangio io>> batte la sua mano nel petto.
<<sei mai venuta in italia?>> domando ingenuamente mentre lei si scola metà birra <<no, al massimo prendo treni per fare affari e per staccare un poquito>> scuote la testa facendomi capire quanto io sia fortunato.
<<beh ci verrai in italia, ti porterò nelle città più belle>> finisco la mia bottiglia << sei mai stata a milano?>> sgrana gli occhi <<no pero me gustaría muchísimo>> continua sognante <<donde hacen los desfiles de moda>> la interrompo <<io vivo la>>
rimane in silenzio, incredula delle mie parole <<Milan, tu vives allá>> sussurra portandosi le mani davanti alla bocca, annuisco ridendo per la sua reazione.
<<è il mio sogno da quando sono bambina di andare a milano>> dice entusiasta <<beh si avverrà>> si alza e mi salta addosso abbracciandomi forte.
<<eres un ángel>> dice con un sorriso a 32 denti.

dopo aver scambiato altre chiacchiere e aver bevuto altre 2 birre ci siamo avviati verso casa, o meglio l'ho accompagnata a casa, ci siamo fumati una canna e poi l'ho salutata, la strinsi a me e la la guardai salire sulla palazzina rovinata simile a quelle di lecco.

tu sei il mio angelo.

due cuori spezzati coi lati combacianti// babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora