ore 19.17
zaccaria's pov
mi sveglio e tasto il letto affianco a me, ma è vuoto, li alzo e cerco per l'appartamento venere ma non la trovo, vado in cucina dove trovo i miei intenti a rollando una canna <<chi stai cercando?>>parla omar <<venere>> dico provando a vedere se ci sono i suoi abiti nel bagno <<noi non l'abbiamo vista, siamo appena tornati>> ritorno in cucina ed apro il frigo <<dov'è il jack daniel's?>> mi volto verso mohamed sapendo che solo lui beve quella roba <<non lo so, è da ieri che non bevo>> alza le spalle <<fra hai battuto il record>> gli da una pacca sulla spalla omar, i due ridono << è stata lei, è andata via>> mi metto le scarpe di corsa, prendo le chiavi della macchina e mi dirigo verso la loro abitazione.
entro scavalcando il cancelletto ad aprirmi fu sua madre <<c'è venere?>> domando <<no, è passata qui qualche ora fa è andata via senza dire niente>> mi passo una mano sui capelli e vado in terrazzo cercando di non mostrami vulnerabile davanti a loro quando sento la porta di casa aprirsi.(fate finta che i dialoghi siano in spagnolo)
venere's pov
ho cercato di dormire ma non ci riesco, è da settimane che non chiudo occhio e lo si può notare, da quando guzman mi minacciò non vivo alla stessa maniera, soprattutto se so che può succedere qualcosa a mia sorella, non permetterò che questo accada di nuovo.
mi alzo e in casa non c'è nessuno oltre a me e zaccaria, apro il frigo e prendo la bottiglia di jack daniel's, bevo un sorso e poi me ne vado, un po' a malincuore, torno a casa mia, prendo uno zainetto contente un coltello ed una bomboletta e senza dare spiegazioni a nessuno esco nuovamente e mi incammino verso la villa di guzman, perché si lui è ricco, di questi lavori sporchi lui ci campa.
cammino per molto tempo, pensando, forse troppo, le paranoie mi mangiano.
quando arrivo davanti a casa sua , poggio a terra la bottiglia ormai finita dell'alcolico ed estraggo dallo zaino la bomboletta e inizio a scrivere sul suo cancello automatico 'pedófilo' quando sento una presenza dietro di me prendermi dalla sacca e strattonarmi.
<<che cazzo fai?>> mi spinge a terra <<faccio sapere a tutti chi sei veramente>> ghigno e sento che mi sono sbucciata il ginocchio e il gomito <<ti ricordi quando però strisciavi ai miei piedi perché ti serviva roba e clienti>> si avvicina ed io cerco di prendere il coltello ma lui mi precede tura un calcio allo zaino colpendo anche la mia mano <<avevo 15 anni cazzo e tu ne hai approfittato>> cerco di alzarmi in piedi << non ti permetterò di fare del male a mi sorella non di nuovo>> cerca di avventarsi su di me ma io gli spacco in testa la bottiglia, mi prende per il collo e mi tira un pugno nel naso ed uno nell'occhio, uso le ultime forze e gli calcio le parti intime, è dolorante, scappo se fossi rimasta lì ancora per un po' mi avrebbe uccisa <<hai voluto tu tutto questo, se ti becco per strada ti faccio fuori>> alza il tono di voce e le mie gambe corrono più di quanto potessi immaginare.
dal mio naso continua a uscire sangue, come dalle mie ginocchia e dai gomiti, quando sono abbastanza lontana mi fermo e mi guardo allo specchio attraverso una vetrata di un negozio, il top bianco e tutto il mio petto sono cosparsi di sangue, come i miei stinchi, e gli avambracci, mi fermo in un supermercato e infilo dentro lo zaino una lattina di birra fresca.
me la metto sulla ferita e torno a casa , salgo le scale a fatica aggrappandomi ai gradini, uno alla volta li percorro, apro la porta e la persona che vedo è proprio l'ultima che desideravo trovare.ore 22.41
zaccaria's pov
è li, ferma con la mano sinistra che le penzola, con la destra impugna una lattina di birra fresca sotto l'occhio violaceo.
é cosparsa di sangue, trattiene un pianto, alterna lo sguardo tra me ed i suoi genitori, cerca qualcuno che le dia conforto ma non lo trova, è delusa da se stessa, da ciò che è diventata, da ciò che l'hanno fatta diventare .
non so che cosa abbia fatto ma penso che si stia pentendo, tira su con il naso, se lo asciuga ed emette un lamento,è gonfio, viola e storto, è rotto, sotto il suo occhio un altro livido, nero, abbasso lo sguardo e il suo top è inzuppato di sangue, le sue ginocchia sbucciate, i gomiti lo stesso.
fa un passo avanti <<estoy bien >> entra a testa bassa e ci sorpassa, entra in bagno e ci rimane lì per una decina di minuti , nessuno proferisce parola, nessuno ha il coraggio di farlo, se qualcuno lo facesse venere esploderebbe come una bomba a orologeria, sul volto dei suoi genitori leggo stanchezza, tristezza, disperazione.
fortunatamente sua sorella non c'è, almeno si perde tutta questa scena.
la donna guarda il padre di venere, che le da il consenso, va in camera della ragazzina e sento dei rumori ma non riesco a capire che stesse facendo.
venere esce, si è ripulita di tutto il sangue, resta immobile sullo stipite della porta incapace di compiere qualsiasi movimento come se fosse morta.
<<vete>>le porge una borsa la madre con tutti gli effetti personali di venere <<quando sistemi la testa torna a casa>> dice straziata, prende il sacco, abbassa il capo ed una lacrima le riga il volto << lo siento>> esce, ha lo sguardo smarrito e scende le scale velocemente.
<<venere aspetta>> la rincorro ed una volta uscito dall'edificio si volta verso di me <<zaccaria per favore non ti ci mettere pure tu>> mi implora con lo sguardo <<ti voglio aiutare>> le prendo il braccio <<non puoi>> scuote la testa <<nemmeno i miei genitori sono riusciti>> continua alla stessa maniera <<lasciami provare>> mi avvicino <<lasciami andare, sarà meglio per entrambi>> forza un sorriso <<no, per favore venere>> la gola mi pizzica, continua a scuotere la testa così la abbraccio <<ti amo, non andartene ti prego>> si stacca poggia le mani sul mio petto <<anche io ti amo ricordatelo>> se ne va via, portandosi con se un pezzo di me.
la guardo aprirsi la lattina di birra e berla tutto su un sorso e gettarla nel primo cestino, zoppicante, sparire per sempre dalla mia vita.l'ultima cosa che volevo accadesse.
🎨ciaoo, come state?
vi sta piacendo la storia? fatemelo sapere!
grazie per i voti e le visualizzazioni❤️