dieci

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<<oh guarda esta>> sono seduto nel divano affianco alla madre di venere, si sta sforzando a parlare in italiano ed ammetto che quando storpia qualche parola mi fa ridere però cerco di trattenermi.
<<qui aveva cuatro anni>> la indica, era venere al mare con intenta a creare un castello di sabbia.
<<¿mama, con quién estas hablando?>> arriva stropicciandosi gli occhi la ragazzina in cucina.
<<¿que haces aquí?>> corruga la fronte.
<<volevo vederti>> sorrido e le faccio segno di accomodarsi affianco a me.
sorride abbassando il capo e si siede nel poggia mano del divano.
<<mamá seriamente vuoi fargli vedere il set fotografico che mi hai fatto dopo la doccia?>> dice vergognandosi un pochino.
<<si, tanto ti avrà già visto así>> volta la pagina e ci sono decine di foto di venere dopo un bagno.
<<pero mama>> si alza e va a prendere un bicchiere d'acqua.
<<e questa chi è?>> domando vedendo una foto che ritrae venere ed una ragazza più grande di lei di qualche anno, le due si lanciano uno sguardo d'intesa e la donna sospira.
<<era la sorella di venere>> non mi rivolge lo sguardo e mi pento di essere stato così ficcanaso.
<<è morta>> sussurra la donna <<¡mama!>> si innervosisce venere, io non proferisco parola <<fue un accidente>> continua alla stessa maniera <<¡ya basta!>> butta nel lavello il bicchiere rompendolo, prende il pacchetto di sigarette e va in terrazzo.
<<se non vuoi parlarne va bene così>> le accarezzo la gamba, scuote la testa e fa respiro <<la uccisero>> crolla in un pianto silenzioso, allungo un braccio e glielo poggio nella spalla tirandolo verso di me e lei si accascia su di me <<ti ha raccontato del suo lavoro?>> corruga la fronte e annuisco << lei si teneva i soldi non consegnandoli ai suoi capi e la minacciarono molte volte ma lei lo faceva lo stesso, così se la presero con su hermana>> tira su con il naso <<y ahora está muerta, se parcían così tanto che pensavano di aver investito venere invece uccisero daniela >> si asciuga gli occhi con le mani.
le bacio la fronte e cerco di mostrami forte.
<<e questa? è venere?>> la distraggo indicando una foto con la ragazzina che giocava a pallavolo << si era bravissima ha fatto competizioni nazionali, però era una testa calda>> ride un pochino << sabes, una vez ha spaccato il naso ad una ragazza con una battuta>> le si illuminano gli occhi <<y otra la espulsero porque si arrabbiò talmente tanto que casi menò una avversaria>> sorrise leggermente <<però smesse, anzi la cacciarono, tante volte le dissero di rimettersi en la buena via ma ella nunca los escuchó>> accarezza la foto con l'indice <<dopo quello che successe con sua sorella non si presentava agli allenamenti, o lo faceva però andava ubriaca o drogata>> gli occhi si inumidirono << la avvertirono e poi la lasciarono a casa, fu un colpo basso per lei, era tutto ciò che aveva, il suo orgoglio>> chiuse il libro e lo strinse a lei come se volesse tornare a quei tempi, dove si stava meglio.
<<e quanti anni aveva?>> mi gratto il mento <<pues tenía 14 años quando su hermana murió , a los quince empezó con las drogas y a los 17 dejó el voleibol y ahora tiene 20 años>> susurra <<pues mamá le has contado toda mi vida, ¿sois felices ahora?>> sorrise falsamente venere che a quanto pare ascoltò tutta la conversazione.
io e la donna ci alzammo in piedi contemporaneamente <<lo siento, tenía que saberlo>> venere si stava innervosendo, il respiro era affannoso, le narici allargate <<¿saber que? ¿qué soy una mierda? ¿eso tenía que saber?>> stringe i pugni talmente forte che le si insanguinano i palmi.
<<venere non è vero>> le prendo un braccio cercando di avvicinarla a me.
<<¿y tu que coño quieres? farti gli affari miei?>> mi lancia un occhiata di fuoco togliendosi bruscamente dalla mia presa, prende le sigarette avviandosi verso la porta.
<<aspetta venere possiamo parlare>> cerco di bloccarla <<io a te non devo dire proprio nulla>> mi squadra schifata e se ne va sbattendo la porta talmente forte da far tremare i quadri appesi per poi far cadere proprio uno con una sua foto, lo raccolgo e rimango a guardarla <<puoi tenerla se vuoi>> mi sorride tristemente la madre <<grazie>> me la intasco raccogliendo alcuni vetri <<tornerà?>> alzo le sopracciglia e la donna che aveva un sacco aperto si morse il labbro inferiore <<volverà>> le trema la voce, mi alzo la abbraccio e le porgo alcune banconote arancioni <<prendetevi un pasto caldo>> le chiudo il palmo <<fatelo per me>> oppone resistenza ma io non glielo permetto.
<<gracias>> prega nella sua lingua ed io me ne vado.

tornerai vero?

due cuori spezzati coi lati combacianti// babygang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora