Capitolo 1 - Forks

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Pioveva, di nuovo.

Guardai fuori dalla finestra, mentre le strade lentamente si bagnavano. C'era qualcosa di strano nell'aria di Forks, come se qualcuno vi avesse applicato un filtro blu. Le piante così rigogliose, erano l'unica nota di colore, con il loro verde brillante, a contrastare quella malinconica nebbia azzurra. Sospirai, sapevo cosa stavo facendo quando avevo accettato quel lavoro come consulente scolastica, ma non pensavo che piovesse davvero così spesso. Il sole era diventato un miraggio lontano, un ricordo quasi sbiadito. Non era passato neanche un mese, ma già iniziavo a pentirmi delle mie scelte.

Cercai di rimettere in ordine la mia scrivania, mentre ripetevo a me stessa che questo liceo, seppur piccolo, era un ottimo punto di partenza per la mia esperienza lavorativa. In fondo gli studenti erano pochi e i loro problemi potevano essere affrontati con la giusta attenzione, potevo davvero aiutarli. Qui potevo a Forks potevo fare la differenza, 358 studenti erano gestibili. Non li avrei lasciati soli, assorbiti dal sistema. E comunque fosse non potevo tornare indietro ne a Philadelphia, ne a Milano, in Italia, da mia madre. Il mio percorso lavorativo neanche esisteva in Italia e la sola idea di tornare a Philadelphia... dopo ciò che era successo con Mark era fuori discussione.

Sospirai di nuovo e controllai l'orario sul mio cellulare, era ora ormai giunta l'ora dell'appuntamento. Sfogliai i documenti che avevo stampato, rileggendo di nuovo per scrupolo i dati della ragazza. Isabella Swan, diciotto anni appena compiuti e aveva già conosciuto una crisi depressiva. Sentii bussare, raddrizzai la schiena e mi lisciai la gonna. -Avanti, prego- dissi con il mio tono più professionale. Charlie Swan, il capo della polizia di Forks, entrò nel mio ufficio. Era ancora in divisa, aveva le spalle leggermente incurvate e uno sguardo stanco. Mi era capitato di incrociarlo in città, anche se non avevo mai avuto una vera conversazione con lui. Nonostante avesse quarant'anni, li portava davvero bene, era un uomo dall'aspetto un po' burbero e brusco. Ma restava un bell'uomo, con il fascino-a mio dire- da taglialegna. In tutti quegli anni passati dopo il divorzio con la moglie non si era mai risposato, ne aveva avuto una relazione di qualche tipo con nessuna donna. Lo trovavo difficile da credere, ma forse lui non se la sentiva più di innamorarsi.

Lo invitai a sedersi e con un sorriso mi presentai, volevo metterlo a suo agio il più possibile.

-E' un piacere conoscerla signor Swan, io sono la nuova consulente scolastica, mi chiamo Dalia Lombardi. Immagino che sappia perché ho chiesto un incontro con lei.-

-Si tratta di Bella- mi rispose lasciandosi scappare un sospiro.

Gli altri docenti mi avevano raccontato quanto il signor Swan si fosse dedicato alla figlia, durante il crollo emotivo d lei. Mesi passati a soccorrerla quando urlava nel sonno, a convincerla a mangiare quando si rifiutava persino di muoversi, doveva essere stata dura.

-Sì, vede sono stata informata di ciò che è successo a Bella durante quest'ultimo anno scolastico, ho avuto anche dei colloqui privati con lei... Nonostante Isabella si sia ripresa, io percepisco che ci sono ancora delle tensioni in famiglia. Non voglio allarmarla, però vorrei potermi assicurare che Bella possa vivere serenamente i suoi anni scolastici fino al diploma.-

-Basterebbe che quel tale... Edward la lasciasse in pace.-

Il tono del signor Swan lasciava trasparire il suo risentimento verso quel ragazzo. Annuii piano, cercando di riprendere il mio discorso.

-Comprendo perfettamente la sua preoccupazione, signor Swan, la relazione tra sua figlia ed Edward Cullen non è stata semplice... Ma vede, io credo che Bella abbia bisogno di sentire il suo sostegno, come genitore, nella sua scelta di continuare la sua relazione...-

Non riuscii a finire di parlare, Charlie Swan mi lanciò un occhiataccia.

-Il mio sostegno? Dopo tutto quello che lui le ha fatto?!-

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