Capitolo 4 - Arte

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La famiglia Cullen al completo poteva scatenare una certa soggezione negli occhi di chi li guardava. Sembravano un gruppo di modelli in posa per un set fotografico, totalmente fuori posto nei mediocri corridoi del Liceo di Forks, illuminati da vecchie lampadine al neon. Visi simmetrici, capelli vaporosi, pelli diafane da sembrare porcellana, e scintillanti occhi dorati. Gli occhi dorati che avevo tanto ammirato in Carlisle erano gli stessi dei suoi figli. Guardando Edward non ci avevo dato molto peso, ma era davvero strano che tutti i figli adottivi di Carlisle avessero gli stessi occhi. Li aveva scelti per quello? Come se condividessero davvero qualche gene. Mi resi conto di star fissando il gruppo con troppa intensità, quando sentii sei paia di occhi dorati posarsi su di me. Imbarazzata mi voltai verso la parete, dove avevamo appeso alcune opere artistiche degli studenti più capaci.

La scuola quella settimana aveva deciso di creare una piccola mostra per i suoi corridoi, mettendo in risalto le opere degli studenti del corso di arte e scultura. Avevo aiutato a montare le cornici e distribuire i volantini nei giorni precedenti, convinta che avrebbe fatto un gran bene agli studenti sentirsi valorizzati in questo modo. Tutti i genitori e le famiglie degli studenti coinvolti erano stati caldamente invitati, o forse quasi costretti, a partecipare alla serata artistica della Forks High School. Questo era toccato anche alla famiglia Cullen, visto che tra le opere esposte vi erano dei ritratti a carboncino di Alice Cullen.


Ero rimasta sconvolta quando tra le mani mi erano capitate alcune delle sue opere, Alice sembrava avere già la tecnica e la maestria di un artista consumato. I suoi tratti erano veloci, schizzi precisi, ma dotati di una grande spontaneità. I suoi soggetti erano principalmente persone della sua vita, Rosalie e Jasper principalmente. La scelta di Jasper era ovvia, era il fidanzato di Alice, una grande fonte di ispirazione. Dai suoi disegni traspariva in Jasper un'animo sofferente e malinconico, qualcosa nella forma dei suoi occhi o nelle linee della sua bocca, non sapevo trovare l'origine delle mie supposizioni con precisione. Mentre per Rosalie mi era sembrato abbastanza ovvio, lei sembrava amare le attenzioni, sulla sua bellezza almeno, quando camminava nei corridoi ancheggiava lentamente, come su una passerella, lasciando che gli sguardi ammirati o innamorati la seguissero. Sicuramente era entusiasta di essere ritratta, di vedere la sua bellezza riflessa.

Non avevo avuto modo di guardare tutti i suoi disegni, che ora si trovavano appesi, erano almeno una decina e a quanto pare nessun docente si era sentito in grado di fare una vera selezione. Volevo evitare di incontrare di nuovo lo sguardo dei Cullen, almeno per una manciata di minuti, in modo da non sembrare una totale idiota. Così iniziai a studiare i ritratti, scoprendone persino uno di Bella Swan, di profilo, che sorrideva. Doveva averla ritratta di nascosto, vista la timidezza di Bella era impossibile immaginarla posare di sua volontà. Sorrisi di rimando al disegno, intenerita nel vedere quella ragazza disegnata con tanta cura, in modo da risaltarne la bellezza. Un altro disegno attirò la mia attenzione, era l'ultimo della fila, l'unico a non essere un ritratto. Un uomo ed una donna stretti in un bacio appassionato. Qualcosa mi ricordava, forse nei gesti dei due amanti, o nella fretta dei due amanti di stringersi in un bacio, come se non ci fosse tempo, che mi ricordava quel quadro di Hayez... Il Bacio. La donna era sollevata, tenuta dalle forti braccia dell'uomo, rapiti in un attimo rubato, nell'oscurità di una stanza. Il volto di lei nascosto dai capelli lunghi, mentre si teneva avvinghiata con le gambe al bacino di lui, di cui al contrario era possibile intravederne qualche piccolo dettaglio, come la forma del naso, la mascella...Carlisle Cullen... Il collegamento nel mio cervello fu immediato, non potevo esserne certa, poteva essere un generico uomo dai capelli chiari, visto che il disegno era in bianco e nero. C'era qualcosa in quel disegno, qualcosa di familiare, come se inconsciamente conoscessi quei due amanti. Ero assorbita da quei tratti di gessetto, trascinata nel buio di quella stanza, nei respiri affannati, nei capelli scompigliati. Percepivo il mio cuore battere più forte, il mio stomaco contrarsi, mentre fissavo rapita quel disegno, come se quell'opera mi parlasse.

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