Capitolo 7 - Incubi

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(accenno di soft smut)


Si dice che la notte porta consiglio, ma a me portò solo strani incubi.

Ero di nuovo nel bosco, da sola e sperduta. Il freddo umido attanagliava le mie ossa, non riuscivo a smettere di tremare, non riuscivo a vedere nulla, era notte fonda. Solo la luna illuminava flebilmente le fronde degli alberi davanti a me. Incespicavo sul manto erboso, a piedi nudi, tra sassi e rami. L'unica cosa che indossavo era quella sottile vestaglia da notte bianca, mi sentivo esposta e vulnerabile, disperatamente cercavo la strada verso casa. I miei occhi vagavano incessantemente, alla ricerca di un sentiero, di una luce familiare, ma attorno a me solo buio e silenzio.

Il suono di rami spezzati attirò la mia attenzione, qualcosa mi stava seguendo. Qualcosa si si nascondeva in mezzo agli alberi, là dove la luce lunare non poteva raggiungerla. Famelica seguiva ogni mio movimento, iniziai a camminare più velocemente, facendomi strada tra i rami che mi graffiavano il viso. La creatura era sempre più vicina, così aumentai la velocità, trovandomi a correre, senza vedere più nulla, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.

L'oscurità si strinse attorno a me, insieme alla creatura. Con un balzo fu sopra di me, gettandomi a terra con il suo peso, schiacciandomi con una forza tale da spezzare il mio respiro. Io urlavo e mi dimenavo con forza, cercando di liberarmi dalla sua presa.

Ma lui mi bloccò le braccia, portandole sopra la mia testa con una sola mano. La presa era così forte da farmi male. Ero certa che sarei morta, che sarei stata divorata. Tuttavia, al posto di fauci o zanne affilate, sentii qualcosa di umido e morbido lambire il mio collo, lascivamente.

Mi resi conto che avevo sempre tenuto gli occhi serrati, quando li aprii scoprii due occhi neri come la pece fissarmi.

Sopra di me Carlisle Cullen, completamente nudo, mi teneva ferma a terra, distolse lo sguardo, per tornare a concentrarsi sul mio collo. La sua lingua lambiva la mia pelle, tracciando dei disegni su di essa, poi con i denti iniziò a mordere il mio collo, prima con delicatezza, poi con una foga tale che potevo sentire i suoi canini penetrare nella mia carne. Sospirai ubriacandomi di quella sensazione di dolore misto a piacere. Era come se fosse governato da un oscuro desiderio, non vi era traccia di gentilezza nel suo tocco, solo lussuria. Non avevo più paura, anzi gemevo di piacere, mentre la sua bocca scendeva sui miei seni e le sue mani mi strappavano quella delicata sottoveste. Inarcai la schiena, per avvicinarlo a me, mentre le mie mani si intrecciavano nei suoi capelli dorati.

Mi svegliai di soprassalto, madida di sudore. Mi portai le mani al collo, dove pochi secondi prima nel mio sogno avevo sentito la lingua e i denti di Carlisle. Chiusi gli occhi, sperando di ritornare velocemente a quel sogno, avevo bisogno di vedere come finiva. Avevo bisogno di sentire come finiva. Dentro di me si era acceso un fuoco che non ero in grado di spegnere.

Ho chiaramente bisogno di scopare... Quanto tempo è passato dall'ultima volta... un anno?

Era passato davvero troppo, troppo tempo. E avere davanti uomini così belli mi stava dando alla testa. Mi chiesi come avrebbe reagito, il bel dottor Cullen, se una volta entrato nella stanza, lo avessi trascinato nel letto con me.

Probabilmente mi rifiuterebbe con incredibile tatto e gentilezza. Parlò la me più pessimista, ma anche più realista.

Devo andarmene da questa casa, prima di fare qualcosa di estremamente imbarazzante.

La porta si aprii e Carlisle entrò nella stanza, indossava jeans e maglietta, registrai quel momento per renderlo un ricordo indelebile, vestito così sembrava davvero un attore di Hollywood. Io lo vidi e invece di mettermi a sedere sprofondai nei cuscini del letto. Mi coprii il viso con le mani. Non ero pronta psicologicamente per vederlo o parlargli, nella mia mente continuava a ripresentarsi l'immagine di lui nudo sopra di me che mi strappava i vestiti.

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