Capitolo 12 - Sogni

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Dovevo darmi una bella calmata.

Dopo aver cenato con una cena precotta, decisi che l'unica cosa che potevo fare era chiamare Teresa, solo lei avrebbe potuto aiutarmi. Le raccontai tutto quello che era successo, ero come un fiume in piena, le parole scorrevano e non riuscivo a fermarmi.

-Che dici Teresa? Cosa devo fare? Ti prego devi dirmi cosa fare- conclusi il mio racconto con quella supplica, mentre mi buttavo nel letto, affondando la testa in un coniglio gigante di peluche.

Dall'altro capo del telefono non rispose nessuno, stavo per controllare che non fosse caduta la linea, quando finalmente Teresa mi rispose: -Per un secondo ho pensato che mi avessi fatto il riassunto di una serie tv, una di quelle adolescenziali piene di melodramma.- Ridacchiai, era impossibile controbattere.

-Per come la vedo io, devi affrontarlo, il bello-fusto-biondo, dovete mettere in chiaro cosa state facendo: è solo un flirt senza futuro? Ha intenzione di chiederti di uscire nel prossimo futuro? Vuole che tu sia la madre dei suoi figli adottivi? Non potete continuare questo gioco sadomasochista.- Sospirai, Teresa diceva il vero.

-Ma tu non pensi che sia tutto nella mia testa vero? Perché la situazione è così strana, che a volte penso di essermi immaginata tutto.- le chiesi mentre giocherellavo con la boccetta di olio essenziale alla lavanda.

-Tesoro, se c'è qualcuno qui che si immagina cose al massimo è lui. E' come se vivesse proprio su un altro pianeta! A me sembra quasi che ti stesse cercando oggi, pensaci quali erano le probabilità che ti incontrasse per strada? Sa benissimo che strada fai per andare dalla scuola a casa tua!-

Non ci avevo minimamente pensato, a pensarci bene non avevo fatto molta strada quando mi aveva fermata, non mi aveva superato con la macchina e poi si era fermato. Era dietro di me.

-Hai ragione Teresa... e poi ci sono altre cose che non mi tornano... Quando mi sono persa nel bosco, lui senza avere la mia posizione mi ha trovata nel giro di pochissimo tempo, senza l'aiuto di nessuno!- Mi alzai dal letto e mi misi a camminare per la stanza.

-E poi... mi ha mentito su... alcune cose- mi ricordai che non avevo detto a Teresa dell'attacco dell'orso, o qualsiasi cosa fosse stata. Teresa dall'altro lato del telefono sospirò. -TI piace davvero questo qui?- Potevo leggere la preoccupazione nel suo tono. -Purtroppo sì...- le risposi arresa alla realtà dei fatti.

-Allora devi affrontarlo: prendilo di petto, non devi permettergli di sviare il discorso. A questo punto non devi più preoccuparti di mantenere le apparenze. Se anche a quel punto si rifiuta di palesare le sue intenzione...scaricalo, proprio mandalo a fanculo.- Mi morsi le unghie, non mi sentivo tanto coraggiosa da affrontarlo, però andava fatto. Qualsiasi risposta mi sarebbe andata bene, ma avevo bisogno di sapere cosa stava pensando di fare con me. Non potevo sopportare un altro uomo incerto nella mia vita.

Conclusa la telefonata mi accorsi che erano le undici passate, controllai di aver chiuso bene porta e finestre. Infine indossai il pigiama e mi gettai sul letto. Presi la boccetta di olio essenziale e la aprii, avevo letto le istruzioni scritte sul retro. Feci cadere qualche goccia sul cuscino. L'essenza di lavanda mi piacque così tanto che misi qualche goccia sui miei polsi, come se fosse un profumo. Spensi la luce e cercai di mettermi a dormire, la lavanda sembrò sortire l'effetto rilassante che vantava.

Aprii gli occhi, era notte fonda, ma dalle finestre filtrava la luce dei lampioni che mi permetteva di vedere nonostante l'oscurità. Davanti a me, Carlisle Cullen, era seduto su una delle mie sedie. Mi fissava in silenzio. Un altro sogno. Pensai istintivamente, stava diventando un'abitudine malsana del mio cervello, forse però non dovevo sorprendermi visto che Carlisle occupava la maggior parte dei miei pensieri.

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