Capitolo 2 - Pioggia

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Neanche con tutta la fantasia di questo mondo avrei mai potuto immaginare il reale aspetto di Carlisle Cullen. Come avevo fatto con Charlie Swan, lo avevo atteso alle 17.00 nel mio ufficio e quando aveva bussato lo avevo invitato ad entrare. Davanti a me c'era un uomo che dimostrava forse trent'anni, biondo, pelle diafana e delle leggere occhiaie intorno a degli occhi color ambra. Era bello come un divo del cinema, un adone alto e slanciato, racchiuso in un elegante, seppur semplice completo blu scuro. Fu come ricevere un pugno in faccia, mi sembrava irreale che un uomo così bello si trovasse nel mio angusto ufficio. Rimasi qualche secondo interdetta, mentre lui sfoggiava un sorriso che avrebbe fatto invidia alle pubblicità della Mentadet.

-Lei dev'essere Dalia Lombardi giusto? Edward mi ha parlato di lei- mi chiese porgendomi la mano. Cercai di recuperare un minimo di dignità e serietà, gli strinsi la mano.

-Sì, esatto, piacere di conoscerla Signor Cullen- La sua mano era gelida, al confronto, la mia sembrava bollente. Mi guardò negli occhi, per un secondo pensai che fosse normale rimanerne ipnotizzata. Non avevo mai visto delle iridi di quel colore, erano così inusuali.

-Signor Cullen, come sa io sono la nuova consulente scolastica, l'ho chiamata qui perché vorrei parlarle dei suoi figli.-

Lasciai in fretta la sua mano, avevo indugiato anche troppo in quella stretta. Non che lui l'abbia lasciata per prima... pensai mentre mi sedevo e lo invitavo a fare lo stesso.

-Dei miei figli? Credevo si trattasse solo di Edward-

Il suo tono era più incuriosito che preoccupato.

-Con lei vorrei affrontare due questioni: la prima è la relazione tra suo figlio Edward e Isabella Swan, la seconda sono le relazioni tra i suoi figli.- Lui alzò un sopracciglio e io ripresi subito a spiegare, senza dargli il tempo di replicare.

-Signor Cullen sarò brutalmente onesta con lei, io prendo molto sul serio il mio lavoro, per questo non posso fare a meno di avere delle perplessità riguardanti i suoi figli, che seppur fratelli da lei adottati, hanno sviluppato delle relazioni amorose tra di loro. Converrà con me che non è una cosa normale.-

Il suo sguardo si indurì ed il sorriso gentile che aveva sul viso sin da quando era entrato svanì.

-Posso comprendere i suoi dubbi, Signora Lombardi, ma le posso assicurare che non c'è nulla di problematico nelle relazioni tra i miei figli.-

Alzai un sopracciglio, mentre guardavo il suo volto angelico sfigurarsi in un'espressione tanto seria.

-I suoi figli hanno mai avuto relazioni sentimentali esterne al nucleo familiare?- chiesi mentre sulla mia piccola agendine rosa prendevo nota.

-Sì, alcuni di loro hanno avuto relazioni esterne, prima del loro arrivo a Forks-

Lo guardai mentre continuavo a scrivere.

-Quindi ai tempi della scuola media?-

-Sì, esattamente-

-Da ciò che sono riuscita a capire, i suoi figli non sono particolarmente integrati nel tessuto sociale, non vengono ostracizzati, anzi vengono visti dagli studenti con una certa ammirazione. Tuttavia non sembrano avere relazioni di nessun tipo al di fuori della famiglia.-

Gli dissi mentre giocherellavo con la mia penna, studiavo ogni singolo cambiamento del suo corpo, ma sembrava tremendamente immobile. L'aria era sempre più tesa. Nonostante la bellezza da far girare la testa, c'era qualcosa in Carlisle Cullen che mi scuoteva, mettendomi profondamente a disagio. Mi sentivo come un coniglio davanti ad un enorme lupo. E questo non mi piaceva per niente.

-Si sbaglia, mi sembra che Edward si sia integrato bene, ha una fidanzata...-

Mi rispose accennando ad un sorriso.

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