𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘣𝘢𝘴𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘪.
sequel di Dreams||seguendo il destino
vi consiglio di leggere il primo libro così da comprendere i passaggi della storia
🔞
Questo capitolo (in teoria) dovevo postarlo domani, però mi sono resa conto che ho molti impegni quindi non avrei avuto il tempo di aggiornare.
Niente buona lettura 🤍
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Lei era chinata sul tavolo dinanzi a me in tutta la sua bellezza, i capelli erano arruffati essi le davano un aria solo più selvaggia.
Premo le mie labbra sulle sua tempia mentre la accarezzo.
Lei ansima alzando i fianchi cercando di seguire il mio tocco, le infilo due dita dentro strappandole un gemito di piacere, le premo la base del palmo sul clitoride, mentre la scopo lentamente con le dita.
«Oh dio..continua Edward» la sentivo sempre più bagnata e cedevole mentre continuavo con i miei affondi «Vieni per me, mia piccola Linda» soffiai sulle sue labbra. Sentì le sue pareti restringersi intorno alle mie dita, le provoco ancora due ondate di piacere facendole raggiungere l'orgasmo per poi addolcire il mio tocco e sfilare le dita.
Le labbra schiuse, le guance rosse e gli occhi velati dalla pura eccitazione, era bella da morire.
Le abbassai la gonna aiutandola ad alzarsi in piedi «Per quanto dovremo ancora nasconderci in questo modo?» il suo sguardo era rivolto verso il basso mentre cercava di risistemarsi i capelli con le dita.
S𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜..
«Non per molto, devo solo trovare il momento adatto per parlare con loro» «Lo sai bene che non lo accetteranno mai Edward, solo perché..sono solo una semplice serva» le presi il viso tra le mani facendo combaciare il nostro sguardo alla perfezione «A me questo non interessa, io ti amo e non smetterò di farlo, resterò al tuo fianco anche a costo di rinunciare al mio posto qui a corte»
«L'hai visto?» Raissa era accanto a me mentre guardava la figura di James «Cosa dovrei vedere esattamente?» lei lo indicò con un cenno del capo per poi spostare il suo sguardo verso Juliette «La guarda come se fosse la cosa più bella al mondo, mi chiedo perché lui non guardi me nello stesso modo» si posò una mano sul ventre «Voglio dire..dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, lui non mi considera nemmeno» «Forse non lo fa per un motivo ben preciso, non ti ha mai amata dovresti fartene una ragione»
Scrollai le spalle con disinteresse «Se Juliette non ci fosse, lui mi amerebbe, mi chiedo perché la teniate qui con voi» «Nostro padre malgrado non lo faccia vedere, la considera una di famiglia» E 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑖
«Quindi se uno minaccia lei e come se avesse minacciato uno di noi» conclusi lanciandole uno sguardo assottigliato, Raissa si voltò da me con due occhi cupi.
«Cosa mi stai dicendo Edward?» «Di stare alla larga da lei e dalla sua famiglia, se James venisse a scoprire di queste minaccie..questo implicherebbe ancora di più sulla tua posizione, che già non è stabile» la vidi portare lo sguardo al suolo scuotendo la testa «Ora sei tu che mi stai minacciando» «La mia non è una minaccia, ti sto solamente avvisando» lei annuì per poi andarsene via senza dire una parola.
JULIETTE
Il cielo era sereno, ma nonostante questo Iris continuava a rinchiudersi nelle sue stanze evitando chiunque, Ares era ormai partito, mi chiedo solo come lui abbia potuto lasciarla per un motivo così banale.
Stavo passando accanto alla camera di James quando una ragazza dai capelli biondi uscì da essa, non era Raissa.
In realtà non penso di averla mai incontrata da quando sono qui.
Quest'ultima mi rivolse un sorriso ci circostanza ma io non riuscivo più a trattenermi dal voler sapere che cosa ci facesse li dentro.
«Stavi cercando qualcuno?» «In realtà si, ma non importa. tu devi essere Juliette, ho sentito parlare molto di te, io sono lidya» ripose squadrandomi attentamente «Piacere mio, lidya» «Non vorrei sembrare un impicciona, ma che rapporto avete tu e James?» scrollai le spalle «Nessun rapporto in particolare, solo conoscenti, tu invece?» le riposi la stessa domanda ma lei sembrò aspettarselo «Camminiamo un po', così ti racconto»
I vasti corridoi erano completamente vuoti quando lei ricominciò a parlare «Ero stata portata qui come prigioniera, dopo che assalirono la mia famiglia ero l'unica sopravvissuta» spiegò con tono malinconico «Mi dispiace tanto per la tua famiglia»
«Hanno pagato le conseguenze dei giochi di potere del Re, ad ogni modo, quando sono stata portata qui avevo due scelte, essere una serva senza ottenere nulla in cambio o... compiacere gli uomini e ricevere denaro» «James era sempre carino con me, mi ha aiutata molto, ma per un periodo è cambiato non è più stato lo stesso» concluse abbassando lo sguardo mi dispiaceva davvero tanto per lei, avrei voluto poterla aiutare ma non avevo nulla da fare.
«Come mai è cambiato con te?» lidya mise su uno sguardo colpevole spostando gli occhi a lato «Volevo vendicarmi..» «Di cosa stai parlando?» lei sospirò riportando i suoi occhi azzurri nei miei «Ho provato ad avvelenare suo padre, lui se n'è accorto, non ha detto niente per non farmi punire ma da quel giorno e totalmente cambiato nei miei confronti» rimango a bocca aperta per qualche secondo «Non puoi dargli torto, stavi per uccidere suo padre» «Lo so ma...ero così ferita per la mia famiglia» cercavo di comprendere le sue azioni ma non ci riuscivo, James si sarà sentito il qualche modo tradito dopo averla scoperta «Hai provato a parlarne con lui di questo?» lei scosse la testa «Il nostro rapporto si era ricreato solo sul sesso nient'altro» sentì una stretta alla bocca dello stomaco nell'udire le sue parole il loro rapporto sarà ancora basato su questo?
«Peccato che però, il nostro rapporto sembra essersi sgretolato del tutto sono mesi che non mi rivolge nemmeno la parola» mi lasciai andare inevitabilmente a un sospiro di sollievo lei mi rivolse un sorriso «Questa cosa ti fa piacere vero?» «Io? no certo che no. Mi dispiace tanto, non dev'essere facile per te» «No, non lo è. Mia madre mi diceva sempre "i sorrisi più belli nascondono i segreti più nascosti. Gli occhi più belli hanno pianto lacrime e nei cuori più gentili è rimasta una grande quantità di dolore" e aveva ragione» i suoi occhi si imperlarono di lacrime «Meglio che io vada» e senza lasciarmi il tempo di dire qualsiasi cosa, si affrettò a lasciare il corridoio.
