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                                      JAMES

Al mio ritorno al castello andai direttamente da mio zio per consegnarli il piccolo scrigno.

Era insieme a Vesta seduti su una panchina di pietra nel grande giardino.

«James, sei tornato. lo scrigno?» mio zio sembrava non voler aspettare oltre, così lo presi e glielo porsi.

«L'ho aperto» confessai «All' interno ci sono solo dei rubini. Cos'hanno di così importante? Il ragazzo che ho incontrato ci ha rimesso un piede»
Vesta aprì lo scrigno prendendo in mano due rubini.

«Questi rubini appartenevano a delle civiltà molto vecchie mio Principe, le mie antenate crearono un incantesimo a posta per evitare che vadano in mani sbagliate» fece una piccola pausa per sotterrare la piccola pietra accanto ad un albero
«Hanno il potere di far nascere le piante, sistemare i raccolti e far prosperare i regni.
Il ragazzo sarà ricompensato»

Vicino all'albero apparirono dei fiori di vari colori.

«Ho richiesto questi rubini a posta per il tuo regno James. più sarà ricco è più saremo avvantaggiati in ogni esigenza, ora è meglio che tu vada a riposare. Ci sono molte nuove... novità»

Quando aprì la porta della stanza vidi Edward e Juliette seduti con lo sguardo perso nel vuoto.
𝐶𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑠𝑢𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜?

«James, sei tornato» quest'ultima mi sorrise venendo ad abbracciarmi.

E solo dopo quel contatto mi accorsi di quanto mi era mancato il suo sorriso, di quanto mi era mancata lei.

La strinsi a me e pensai di non voler più lasciarla andare.
La sua presenza mi faceva bene al cuore.

«Perchè queste facce cupe?» chiesi posando il mio sguardo su Edward.

«Nostro padre è morto, vuoi sapere anche chi l'ha ucciso?»
Rimasi incredulo per qualche secondo davanti alle sue parole.

«Come hai detto scusa?»
«Hai sentito bene James. Nostro padre è stato ucciso ed è stata Raissa» sentì la stanza vorticare in torno a me, tant'è da avere il bisogno di sedermi.

«Al quanto pare avevano una relazione segreta, vuoi sapere la parte divertente? Il bambino è nostro fratello»
Concluse aprendo un bottone della camicia come se sentisse di star soffocando.
O forse ero io a sentire quella sensazione di soffocamento.

La cosa andava avanti da mesi..come ho potuto non accorgermene prima?
Tutti quei loro comportamenti strani...le occhiatine che si lanciavano di continuo.

Mi alzai e uscì dalla stanza, dietro di me sentivo i passi di Juliette che tentava di raggiungermi «James dove stai andando?»
Mi fermai voltandomi di scatto verso di lei «A sbattere in cella quella stronza»

Raissa era davanti alla finestra con una piccola boccetta di vetro vuota in mano
«Non pensavo fossi tornato James...lei perché è con te?»
La sua aria da finta tonta mi dava sui nervi, mi avvicinai a lei prendendola di forza dal braccio «Ahi! Mi fai male, smettila!»
«Credimi Raissa, ringrazia che io non ti uccida in questo momento»

La cella in cui la rinchiusi non era come le altre.
Bensì peggio, molto peggio.

Piccola e su un precipizio, la parete che dava su di esso era inesistente.

«Una mossa sbagliata e cadrai giù facendo una brutta fine, ti consiglio di non addormentarti.»

Si aggrappò con le mani nelle sbarre e gli occhi supplicanti «Ti prego James, qualsiasi cosa ti abbiano detto, non è vera. Pensa al tuo bambino»

Scossi la testa «So che non è mio, smettila di sparare cazzate. Se non ti faccio impiccare è solamente per lui, una volta che nascerà la tua fine sarà assicurata.»

Si mise seduta in un angolo guardando le montagne davanti a lei.

«Allora vuol dire che puoi uccidermi anche adesso, il mio bambino morirà a breve»

Buttò la boccetta a terra e si voltò da me «Non l'ho mai voluto, tanto meno adesso, tuo padre..era solamente una meta per giungere a te, ma non ha funzionato perché non mi hai mai voluta.» disse accarezzandosi il ventre.

«Se devo morire voglio essere io a scegliere la mia stessa fine James, dammi almeno questa possibilità»

Annuì guardandola di traverso «Hai tempo due giorni, non uno di più.»

                                         LIDYA

«Raissa stai bene?»

Quando andai a trovarla in cella era ferma davanti all'estremità del suolo.

Lei scosse la testa «Non sto bene, per niente.» rispose voltandosi da me
Aveva i vestiti impregnati di sangue

«Perchè ti ha messa qui e non in una cella normale?»
«James spera nella mia morte più di ogni altra persona. Un passo falso e io cadrò giù da questo dirupo»
Non può certo dargli torto per tutto quello che gli ha fatto...

«L'hai.. l'hai ucciso?» chiesi e lei sospirò appoggiandosi alla parete
«Si, ma che importanza ha? Quel bambino non avrebbe cambiato niente, solo un bastardo in più al mondo, e io sarei morta ugualmente»

𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑐𝑟𝑢𝑑𝑒𝑙𝑒?

Si avvicinò alle sbarre aggrappandosi con le dita.

«Come sta andando con il piano?» i suoi occhi si erano ridotti a due fessure «Ascolta...il mio problema era con il Re, ormai è morto non posso fare altri danni a James e al suo regno»

Nel udire le mie parole lei scoppiò a ridere «Vuoi voltarmi le spalle anche tu? Davvero? Ascoltami bene, dirai a Viktor di appiccare quell' incendio.»

«No.» risposi a tono «Ho cambiato idea, non voglio fare la tua stessa fine. Parlerò con loro e dirò di annullare tutto, mi...mi dispiace.» uscì dai sotterranei senza nemmeno aspettarmi una risposta da lei.

Ero stanca di tutta questa sete di vendetta.
Non mi avrebbe portato a nulla.
Il Re è morto e andava bene così.

Li aspettai a lungo nella foresta.

Finché non vidi arrivare Vivienne.

«Dov'è tuo fratello?»
«Sta arrivando» rispose scrollando le spalle
«Cosa devi dirci Lidya?» la voce di Viktor mi raggiunse alle mie spalle, mi voltai da lui rivolgendoli un sorriso.

«Abbiamo deciso di annullare tutto.» dissi di getto «Come sarebbe a dire che avete annullato tutto?»
Chiese inarcando un sopracciglio.

«Hai sentito bene, niente più incendio»
Curvò le labbra in un sorriso divertito «È sentiamo, i soldi che ci aspettano per il veleno dove sono?» roteai gli occhi al cielo.

Era davvero insistente.

«Ve li daremo»
«Oggi.» puntualizzò incrociando le braccia al petto.

«D'accordo, fatti trovare nel corridoio principale tra qualche ora, verrò io da te.»

Manca sempre meno

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Manca sempre meno..

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