𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘣𝘢𝘴𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘪.
sequel di Dreams||seguendo il destino
vi consiglio di leggere il primo libro così da comprendere i passaggi della storia
🔞
Tutti i regni erano riuniti per festeggiare il nostro secondogènito e finalmente con me c'era anche la mia famiglia.
La vista sul regno era stupenda, migliaia di lanterne volanti erano cosparse in cielo inondandomi di un senso di felicità. Di libertà.
Il piccolo Kevin era nato da pochi giorni e già tutti lo adoravano.
Edward si era sposato con Linda un anno dopo di noi, si era trasferito in un regno poco distante diventando anche lui Re.
«Mamma» una piccola manina mi tirava il vestito in cerca delle mie attenzioni.
Grace aveva compiuto i quattro anni e più cresceva più andava a somigliare a James, i capelli neri erano tutti spettinati e pieni di erbacce.
«Tesoro, chi ti ha ridotta così?» le chiesi abbassandomi alla sua altezza.
«Stavo giocando con Nymeria e sono caduta, sono andata da papà ma si è messo a ridere» Rispose abbracciandomi.
«Posso giustificarmi dicendo che non ho riso di lei» James entrò nella stanza puntando gli occhi su di noi. La sua bellezza accresceva di anno in anno.
«Quand'è caduta un bambino ha iniziato a prenderla in giro» disse cercando di reprimere una risata «e lei gli ha tirato un calcio, mi chiedo proprio da chi abbia preso questi metodi di approccio.» concluse curvando le sue labbra perfette in un sorriso.
«Giustificabile. Se l'è meritato, come qualcuno qui presente d'altronde.» la presi in braccio alzandomi in piedi.
Le mie iridi si incontrarono con quelle di James provocandomi uno sfarfallio nello stomaco.
«Di cosa state parlando?» Grace alzò lo sguardo puntandoci con i suoi occhioni blu.
«Magari la mamma te lo racconterà in stile favola della buonanotte sta sera, preferibilmente tralasciando qualche dettaglio.» Disse avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio a fior di labbra.
IRIS
Ero in camera di Juliette mentre tenevo in braccio il mio dolce nipotino, non lasciavo che nessuno si avvicinasse a lui.
«Finirai per viziarlo troppo Iris, proprio come hai fatto con Grace» commentò Edward entrando nella stanza.
«Si dà il caso che io sia sua zia, e tu puoi dirmi come posso comportarmi con lui» Lo vidi scrollare le spalle sedendosi accanto a me.
«Cesare ti sta ancora aspettando fuori sorellina, quanto pensi di farlo aspettare ancora?»
Non capisco se stia parlando per davvero o se stia solamente scherzando.
«Oh divertente, ma non ti libererai di me molto facilmente» lui roteò gli occhi al soffitto sorridendo. «Guarda tu stessa se non mi credi» gli lasciai Kevin per poi precipitarmi fuori.
Era ormai passato un anno dall'ultima volta che ci siamo visti, dopo che suo padre lo mandò lontano da qui -per delle lezioni di combattimento avanzate- non ebbi più sue notizie.
«Mi sei mancato così tanto» dissi gettandogli le braccia al collo.
Restammo abbracciati per un tempo indefinito, tant'è che speravo che quel momento durasse per l'eternità.
«Mi dispiace per averti lasciata per così tanto tempo, Iris» disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
Ma ormai questo non contava, perché ora è qui con me, e non l'avrei più lasciato andare.
La vita non era stata per niente gentile con me. Ho superato molti alti è bassi, ma ora sto bene con me stessa e con le persone che mi circondando.
Tutte le persone che sono state abusate non sono deboli. Bensì molte volte incomprese, la tua vita potrebbe star andando per il meglio e poi tutto d'untratto la sorte si capovolge lasciandoti in uno stato confusionale.
Ma le persone forti si rialzano sempre. Chi piange non è debole, chi non riesce a sfogarsi è perché ha represso i sentimenti negativi per troppo tempo, poi un giorno, esplode inondando chi ha davanti di rabbia.
Chi piange di notte e il mattino si alza con un sorriso sulle labbra come se nulla fosse.
Chi molte volte ha corso a delle soluzioni alternative come farsi del male, per il bisogno di provare anche un briciolo di sentimento.
Molte volte queste persone avevano bisogno solamente di un abbraccio, di qualcuno che le resti accanto e che gli dica che va tutto bene, che tutto ha una soluzione.
Il dolore non è mai stato una debolezza o qualcosa di cui vergognarsi. Bensì una cosa da accettare. Da superare cercando la propria felicità.
VIVIENNE
«Al quanto pare stanno allargando la famiglia» commentò Viktor leggendo la notizia, su un pezzo di pergamena.
«Già al contrario tuo» «Senti da che pulpito» ripose lasciandomi un occhiataccia. «Quand'è che ti sbarazzerai di quel imbranato?»
Erano ormai due anni che Adam si trasferì da noi eppure mio fratello non lo sopportava. «Non è un imbranato vik, sei tu che non riesci a comprenderlo»
«Comprenderlo? Stava per dare fuoco alla casa Vivienne» disse scrollando la testa.
«Ma non è successo nulla alla fine» dissi sfoggiando un sorriso
Adam ci aggiunse con un secchio pieno d'acqua «Stavate parlando di me?» scossi la testa facendo finta di niente.
«No non..» nemmeno il tempo di finire la mia frase che il secchio si rovesciò addosso a Viktor «Brutto bastardo! L'hai fatto apposta!»
Roteai gli occhi al cielo mentre lui si mise ad inseguirlo.
Ci eravamo trasferiti da poco in una casetta vicino al lago, con i soldi ricavati dalla collana di Raissa. Questo posto era pacifico.
Niente guardie, niente regni da saccheggiare, niente problemi.
Questa era la vita che avevo sempre sognato fin da piccola.
Chiusi gli occhi godendomi i raggi del sole mentre di sottofondo sentivo ancora le urla di Adam e Viktor.
Ma d'altronde, tutto è bene quel che finisce bene.
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Ehhh si, siamo giunti alla fine.
Vi ringrazio per aver seguito questa storia sin dall'inizio, restando fino alla fine.🤍
Ammetto che non è stato facile per me finirla, mi sono affezionata molto ai personaggi e non ero pronta a dirgli addio. Ma si sa in fondo che, tutto ha un inizio ed una fine..