𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘣𝘢𝘴𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘪.
sequel di Dreams||seguendo il destino
vi consiglio di leggere il primo libro così da comprendere i passaggi della storia
🔞
«Scoccate la freccia!» la barca funeraria con all'interno il corpo del Re prese fuoco dopo che la freccia cadde al suo interno.
Iris non riusciva a smettere di piangere mentre quest'ultima mano a mano si allontanava lungo il flusso dell'acqua.
Tutti furono convocati nella sala del trono, Brando il consigliere era in piedi su un tavolo per farsi vedere da tutte le persone presenti.
«In quanto il principe James è assente, dal potere conferitomi dichiaro Edward il nostro Re» intorno a noi si alzò un coro di applausi «Per favore, basta applaudire. C'è da dire che quest'ultimo prenderà il posto del fratello solo fino al suo ritorno»
Edward non si faceva vedere da ore ormai mentre Iris era in compagnia di alcune ancelle.
Quando arrivai davanti alla sua stanza la porta era aperta, vidi Edward seduto su una poltrona mentre continuava a torturarsi le labbra con le nocche.
«Stai bene?» chiesi avvicinandomi alla sua figura, lui scosse la testa alzandosi «Niente sta andando per il verso giusto, James l'hanno mandato chissà dove, nostro padre è stato ucciso...»
«Come sarebbe a dire ucciso?» chiesi interrompendolo «Il medico di corte mi ha comunicato che è stato avvelenato..ancora non sappiamo da chi o com'è successo»
In quel momento mi ritornò in mente Linda, di cosa voleva parlarmi?
«Non penso di volerlo diventare Juliette..» «Di cosa stai parlando?» lo vidi deglutire a fatica.
«Diventare Re..non ero pronto a una cosa simile» Mi avvicinai a lui circondandoli le spalle in un abbraccio.
«Ce la farai Edward, ne sono certa. Sei un ragazzo in gamba»
A quel punto lui appoggiò la testa sulla mia spalla ricambiando l'abbraccio.
JAMES
Nebbia.
Questo era tutto ciò che vedevo dinanzi a me.
La strada per arrivare al regno di mio zio era ancora molto lunga, ma decisi di non fermarmi.
Più tempo spreco è più tempo passerò in lontananza da lei.
Arrivai in tarda serata, in torno al regno si stagliava una grande foresta, essa arrivava fino alle grotte.
Da dove dovrei iniziare le mie ricerche?
Girai in lungo è in largo ma non vi era anima viva.
Poi delle urla di dolore. Dev'essere l'uomo che non fece più ritorno.
Seguì quella voce fino ad entrare in una delle grandi grotte, un uomo era accasciato a terra con in braccio un piccolo baule.
«Ragazzo! Sono qui, aiutami.» aveva i capelli folti e il viso stanco. «Cosa ti è successo?» chiesi aiutandolo ad alzarsi, ma solo allora notai che aveva il piede tagliato e perdeva molto sangue.
«Mi ha attaccato, proteggeva lo scrigno. Ti ha mandato lui non è così? Tu sei James» «Ascolta, ti porto via da qui.»
Lo portai in una capanna vicino al castello, la ferita era grave e non sarei mai riuscito a curarla da solo.
«Ho temuto il peggio, pensavo di morire, lì da solo.» Si sdraiò su un lettino poggiando il baule accanto a sé «Cosa ti ha attaccato?» mi rivolse uno sguardo colmo di terrore «Un mostro, creato dalla strega, sono riuscito ad ucciderlo. Ma ne ho pagate le conseguenze»
Indicò con un cenno il piede mozzato «Mi sono dimenticato di presentarmi, io sono Enea. So già chi sei tu, Argo mi ha mandato una lettera con su scritto che saresti venuto ad aiutarmi» Tirò fuori dalla tasca una piccola chiave «Questa prendila tu, sarà più al sicuro»
Quando la presi in mano notai che vi era raffigurato un diamante.
«D'accordo Enea, andrò a chiamare il medico di corte in modo che possa curarti la ferita, tornerò il prima possibile.»
Erano ormai passate svariate ore.
Enea stava dormendo, la ferita era stata curata ma ci metterà un bel po' a guarire del tutto.
Non riuscivo a chiudere occhio, giravo e rigiravo quella piccola chiave tra le dita non sapendo che cosa fare.
Apro il baule o aspetto di tornare indietro? Avrò anche il diritto di sapere
Prendo il piccolo scrigno e lo posiziono dinanzi a me, infilo la chiave e giro.
Vi erano dei rubini.
«A cos'è dovuta tutta questa fretta di tornare indietro amico?» Era mattino presto e io già mi preparavo per riprendere il mio percorso.
«Ho bisogno di sistemare un po' di cose, non voglio perdere altro tempo.» risposi scrollando le spalle.
«Purtroppo, io non potrò muovermi da qui per un bel po'. Tu va pure da lei» si mise a ridere mentre sorseggiava del idromele.
«Come fai a sapere che si tratta di una lei?» chiesi inarcando un sopracciglio
«I tuoi occhi, dicono più di mille parole. Dev'essere tanto speciale» concluse facendo un piccolo sorriso
«Lo è, molto.»
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