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                                     JULIETTE


«Non sbirciare»

Era sera e James mi teneva le mani davanti agli occhi, non avevo idea di dove mi stesse portando.

«Non lo sto facendo.» dissi « Ci siamo quasi?» chiesi e lui mi tolse le mani da davanti agli occhi posandole entrambi sui miei fianchi.

«Puoi aprire gli occhi, principessa»

Davanti a me si estendeva un grande giardino pieno di rose bianche.

Su due alberi vi erano attaccate delle lanterne, e in torno tantissime farfalle.

Avevano un ala nera mentre l'altra era bianca.

Restai a bocca aperta davanti a quella visione
«James ma questo posto è stupendo!»
Davo tutta l'aria di essere una bambina felice.

Mi voltai da lui con un sorriso a trentadue denti, mi prese il volto tra le sue mani possenti lasciandomi un bacio sulla fronte.

«L'ho ideato a posta per noi due, il nostro piccolo angolo appartato, non l'ho chiamato "angolo di paradiso" perché sei tu il mio paradiso Juliette, lo sei sempre stata»

Senza lasciarmi il tempo di dire qualsiasi cosa si mise in ginocchio davanti a me tirando fuori una piccola scatolina azzurra.

Quando la aprì sentì di non essere più in grado di respirare.

Vi era un anello, la pietra di Grandidierite verde-bluastra era illuminata dalla luce delle lanterne, era stupendo.

«Vuoi sposarmi?» sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

Erano lacrime di felicità.

«Si James, si.» mi mise l'anello al dito e si alzò per baciarmi, non era un semplice bacio, bensì mille parole racchiuse in un gesto così semplice.

Eravamo entrambi stesi a terra ad osservare le stelle quando James si mise sopra di me issandosi sui gomiti.

«Non dovresti guardare le stelle?» chiesi sorridendo.

«Io le stelle le ho sempre viste, nei tuoi occhi. Ogni volta che mi guardi esse brillano senza cessare. Ed ogni volta che mi sorridi in quel modo mi innamoro nuovamente, come se fosse la prima volta.»

Le sue parole mi colpivano dritta al cuore portandomi ad amarlo sempre di più.

Il suo sorriso, i suoi occhi. È un ragazzo in grado di ipotizzarti lasciandoti con il fiato sospeso.

«Devo dirti una cosa» disse tutto d'untratto.

«Che cosa James?» appoggiò la fronte sulla mia per poi continuare.
«Domani avremo degli invitati, e tu li conosci molto bene»



                                       GLENDA


Il Re James ci aveva convocati chiedendoci di andare al suo regno per una questione importante.

Era mattina presto quando arrivammo a destinazione.

Delle guardie ci accolsero facendoci aspettare nella grande sala del trono.

«Madre? Padre?» la voce di Juliette ci raggiunse alle nostre spalle.

La mia dolce bambina, mi era mancata così tanto.

Andai ad abbracciarla ma sembrava confusa, non sapeva che saremmo arrivati.
E sicuramente io non mi aspettavo di trovarla qui.

Godric la guardava con un cipiglio alzato e non le rivolse nemmeno una parola.

«Benvenuti, vi stavo aspettando. Accomodatevi» James entrò nella stanza sedendosi su una poltrona.

Ci accomodammo insieme a loro e solo allora Godric parlò.

«Cosa ci facciamo noi qui?» gli rivolsi un occhiataccia quando vidi che li stava trucidando con lo sguardo.

«Vi ho convocati qui per parlarvi di una questione molto importante» lo vidi intrecciare la mano insieme a quella di Juliette e il mio cuore saltò un battito.

«Sono ormai mesi che la principessa Juliette è scappata dal vostro regno prima di sposarsi.» fece una piccola pausa prima di continuare.

«È rimasta qui per tutto il tempo, ed è per questo che io chiedo in sposa vostra figlia»

Godric si alzò in piedi mettendosi a gesticolare.

«Non lo accetto! Questa è una presa in giro! Scatenerò una guerra!» disse puntandogli un dito contro

«Padre, voglio che tu sappia che queste non è una richiesta. Il Re James voleva solamente essere gentile con voi rendendovi partecipi della notizia.»

Le sue parole mi riportarono al giorno in cui la informai che si sarebbe sposata, e solo in quel momento capì che ci stava trattando nello stesso modo in cui noi trattammo lei.

«Mi avete già obbligata una volta e sapete bene com'è andata» proseguì  «Non vi ho ascoltati allora, non intendo farlo adesso»

Quasi non la riconosco, Juliette era sempre stata sicura di sé stessa.
Ma adesso...lo sembrava a livelli estremi.

James mise su un sorrisetto soddisfatto a seguito delle sue parole.

«Godric, per favore siediti.» lo implorai con lo sguardo.

«Nostra figlia ha ragione, l'ho persa una volta non intendo perderla una seconda»
Fortunatamente mi diede ascolto sedendosi accanto a me con ancora il viso arrossato per la rabbia.

«Che cosa mi dici del Re Enrico?» chiese quest'ultimo lottando con sé stesso per tenere un tono di voce adatto.

«Sono passati mesi» rispose lei «Ormai dovrebbe aver capito che non voglio aver a che fare con lui, a questo punto sta a voi decidere come comunicarglielo»

La tensione era palpabile nell'aria ma non mi interessava più.

Juliette è diventata una donna forte è indipendente.

Avrei voluto averle dato ascolto prima, lasciarle il libero arbitrio invece di costringerla ad amare un uomo mai conosciuto prima.

Ma lei c'è l'ha fatta anche senza di me, e questo mi rendeva orgogliosa della mia dolce bambina.

Ma lei c'è l'ha fatta anche senza di me, e questo mi rendeva orgogliosa della mia dolce bambina

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Spero che questo capitolo vi sia piaciuto<3

Volevo anche informarvi che pubblicherò l'epilogo tra un paio di giorni.

Detto questo alla prossima!🤍

Dreams|| oltre ogni confine (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora