IL FUNERALE DI LOUISE

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- Quand'è stata l'ultima volta che hai visto Louise?

Alla festa, dopo sono tornata a casa.

- Sembrava preoccupata, ansiosa o angosciata?

Era sempre la stessa.

- Qual era il tuo rapporto con lei?

Era una delle mie migliori amiche.

- Sai chi è l'assassino?

No.

- Hai un'idea su chi possa essere l'assassino?

Lo avrei già detto nello scorso interrogatorio.

C'era un silenzio tombale in quell'aula che, un'ora prima, era stata occupata da una classe per la lezione di spagnolo. Si sentivano solo le domande mirate dell'ispettore Brooke, le risposte secche e istantanee di Elena ed infine il rumore del vecchio orologio appeso al muro, che non migliorava l'atmosfera ansiosa. Suonò la campanella, il momento che Elena stava aspettando come un assetato nel deserto che aspetta sperando in un corso d'acqua.

"Posso andare?" chiese la ragazza.

L'altro fece segno di sì e l'adolescente, affrettandosi e tirando un soffio di sollievo, uscì dall'aula. Nel corridoio l'aspettavano le sue amiche: Dianna, appoggiata agli armadietti con una faccia che tutto poteva lasciare intendere tranne serenità e spensieratezza, Sarah che muoveva morbosamente le dita sul muro e Charlotte, seduta a terra.

"Com'è andata?" chiese Sarah.

"Ambiguamente, come sempre..." rispose l'altra.

"Sta diventando insopportabile, è successo tutto in fretta..." disse Dianna sospirando.

In quel momento si avvicinò l'ispettore sfogliando i suoi tanti fogli.

"Charlotte Sparks, vorrei farti delle domande" disse.

La ragazza, dopo averlo guardato stranita e ovviamente stanca di tutte le domande che le erano state fatte in quelle settimane, si alzò lentamente da terra.

"Credo che lei debba lasciare in pace queste minorenni per un po', non credo che sia legale fare loro degli interrogatori continui" disse la signora Darlin, madre di Charlotte.

"Certo" esclamò l'uomo.

In seguito, dopo un veloce sguardo alle ragazze, andò via. La signora disse alle quattro di tornare a casa, l'ultima campanella sarebbe suonata dopo dieci minuti. Elena prese il libro di chimica dall'armadietto e insieme si diressero all'uscita.

"Voglio un bel panino" disse Sarah lamentandosi della mensa scolastica, come sempre d'altronde.

Quando arrivarono nel giardino dell'istituto videro la foto di Louise attaccata a un palo. Dianna si fermò a guardarla. Stava lì senza pronunciare parola. Le altre si avvicinarono.

"Finalmente la madre ha deciso di celebrare il funerale" disse Elena.

"Non so se sia positivo o negativo..." esclamò Charlotte con sguardo perso, chissà a cosa pensava.

"Significa che si è arresa all'idea che la figlia è morta, è una cosa positiva" disse Sarah.

Dianna si girò per guardarla come una madre guarda il proprio figlio quando fa qualcosa di sbagliato.

"Che c'è? è la verità..." esclamò la bionda sentendosi rimproverata.

"Un po' di tatto non guasterebbe" disse Dianna.

Successivamente tornarono alle rispettive case. Il funerale sarebbe iniziato un'ora dopo. Elena andò di corsa a sdraiarsi sul letto, mise le sue cuffie rigorosamente blu e si lasciò coccolare dalla voce del suo cantante preferito. Sarah invece, dopo un grande piatto di pasta, prese il computer per controllare se la lettera d'ammissione al corso di moda, che tanto aspettava, fosse arrivata.

"Ancora a sperare in quel corso? Concentrati sullo studio piuttosto..." disse Kim, la sorella maggiore dell'adolescente.

L'altra la guardò infastidita, aveva sempre quel tono da superiore e non faceva altro che scoraggiarla. Kim era stata rappresentante d'istituto, reginetta del ballo per tre volte e vincitrice di diversi concorsi al suo tempo. In quel periodo invece stava dando esami all'università, era la tipica ragazza che otteneva quello che voleva. Al suo confronto, Sarah, sembrava un'eterna indecisa e sopratutto perdente. La sedicenne chiuse il computer e si diresse verso la sua camera per cambiarsi.

Si fecero le cinque del pomeriggio, il funerale stava per iniziare. Dianna fu l'ultima ad arrivare. Aveva dovuto aiutare la madre a riparare un rubinetto. Le due erano abituate a fare tutto, essendo il signor Smith, padre della ragazza, sempre fuori casa per il lavoro. Tornava solo per le feste o per occasioni eccezionali, ed era sempre stato così. Nonostante questo, ogni volta che la famiglia si riuniva era un momento speciale. Era usanza per la ragazza, quando era piccola, di preparare letterine o pensieri che il padre potesse portare con sé. Fece quel chilometro, dalla casa alla Chiesa, di corsa, pur di non arrivare in ritardo.

"Ditemi che non è ancora iniziato..." disse con il respiro affannato.

"Respira, sei in perfetto orario" disse Charlotte.

Le ragazze entrarono lentamente in Chiesa. Un passo dopo un altro, erano molto tese. Si misero in un angolo. L'edificio era stranamente pieno di persone.

Dianna si concentrò sulla famiglia di Louise; la madre piangeva disperata provocando nella ragazza un dispiacere enorme.

In seguito, non vedendo Britney, la sorella di Louise, chiese a Charlotte dove fosse.

"Vicino alla statua, ha una rosa bianca in mano" rispose l'amica.

Dianna la vide. Stava lì a fissare anch'ella la bara e di conseguenza la signora Williams. La rosa che teneva tra le dita fece ricordare un episodio all'adolescente. Si trovava in un negozio di fiori con Louise, forse per fare un regalo ma non era sicura, e l'amica si soffermò sulle rose bianche.

"Amo le rose, sono perfette nella forma, nel profumo e nelle sfumature di colore. Esistono tanti tipi di rose, proprio come le persone" disse.

"Qual'è la tua preferita?" chiese Dianna avvicinandosi.

Louise si girò verso l'amica e sorridendo disse:

"La rosa bianca, indica per molti il silenzio...e poi basta colorarla che diventa qualunque altro tipo di rosa, come una persona che con poco riesce a cambiare personalità" rispose.

L'altra non ebbe mai chiaro il discorso.

Successivamente Elena, vedendo tante persone che non avevano mai avuto, per quanto sapesse, dei rapporti con la defunta, stare in chiesa a seguire la celebrazione, disse a Sarah con tono basso di voce:

"Sembra che la maggior parte sia qui per accettarsi che sia veramente morta..."

L'altra fece un segno per dire che condivideva il suo pensiero.

In quel momento Charlotte, chiamando le ragazze, disse:

"Guardate chi è appena entrato con un mazzo di rose bianche"

Le tre si girarono verso la porta di legno. Rimasero di sasso.

"Non può essere..." disse Elena.

"Da quando è tornato?" esclamò stupita Dianna.

UGLY SECRETSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora