~Capitolo 3~

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È già passato un mese e devo dire che io e Ciro stiamo riuscendo a parlarci civilmente senza picchiarci, il che è un successo.
Ci hanno messo in coppia per un progetto che consiste nel passare del tempo con il/la proprio/a compagno/a per conoscersi meglio.
Rosa è capitata con Carmine e per me c'è sotto qualcosa che presto la mia amica mi racconterà.
Sto andando in cella da Ciro, visto che ci hanno dato il permesso per il progetto.
"Ciao guagliú." Dico entrando nella cella di mio fratello e di Ciro.
"Vi lascio soli, m'arracumad." Dice Edo per poi lasciarmi un bacio sulla guancia e uscire.
"Colore preferito?" Chiedo a Ciro.
"Perché?" Chiede.
"Per conoscerci meglio?" Ribatto.
"Nero. È un colore sottovalutato. Nasconde tanto." Dice.
"Il tuo?" Chiede.
"Il viola. Mia nonna diceva che questo colore mi rappresenta. Perché può essere scuro e tenebroso ma anche molto chiaro e tranquillizzante" Dico.
"Ti capisco pccrè." Dice.
"Sei fidanzata?" Chiede ad un certo punto.
"No." Rispondo abbassando lo sguardo.
La mia ultima 'relazione' è stata con un uomo orribile. Voglio solo dimenticare ma non posso. Mi ha segnato per sempre.
"O'sac che nun staj buon." Dice.
"Chi era sto strunz?" Chiede.
"Ernesto Valletta." Dico.
"Nun voglio sapè altro." Dice.
Mi sdraio sul letto di Edo.
"Vieni?" Chiedo indicando il materasso.
Si sdraia vicino a me.
"Qual è il tuo cibo preferito?" Chiede.
"La pizza, il tuo?" Rispondo.
"Pure." Mi sorride, con quel suo bel sorriso che non posso non ricambiare.
Passiamo tutto il pomeriggio a scherzare.
"No! E che cazz, jà! Nun voglio sapè c'avete fatto ma cambiatemi le lenzuola." Dice mio fratello entrando in cella.
"Eduá! Nun abbiamo fatto nulla." Rispondo continuando a ridere da ormai mezz'ora per colpa di Ciro che mi faceva il solletico.
"Vabbuò jamm a mangiá." Dice Ciro prendendomi di peso per poi lasciarmi davanti alla porta della mensa.
Vado a prelevare Rosa dal tavolo dov'è seduta e andiamo al tavolo isolato per parlare.
"Che mi devi dí?" Chiede maliziosa.
"Ij e fratet siamo amici mo, o'saje?" Dico.
"Agg nutat" Dice sorridendo.
"Va che per me gli piaci." Mi sussurra.
"Ma va Rosa, nun dicr strunzat!" Rispondo io.
"Piuttosto tu e Di Salvo?" Chiedo con un ghigno.
"Com tu e fratm." Risponde.
"Avvertimi quando divento zia." Dico seria.
"Ma vafangul." Dice ridendo.
Torniamo in cella per la notte.
"Ro' aggia organizzá qualcosa." Dico improvvisamente.
"Cioè?" Chiede.
Le lancio uno sguardo d'intesa.
"Riman e' quattr dell'av Maria tornan a' riscoss, siamo in permesso." Dico.
"Riman jamm in discoteca!" Propone Rosa.
"O'vedi perché sj la mij migliore amica?" Chiedo.
"O'sac, so'fantastica. Notte amó." Dice.
Le lascio un bacio sulla guancia e ci addormentiamo.

"Ragazzi m'arracumad in orario, sennò la direttrice chi la sente." Dice Gennaro mentre ci accompagna all'uscita.
"Sta tranguil Genná." Dice Rosa.
"A domani!" Lo salutiamo.
"Libertà!" Esclamo io attraversando la strada come se avessi 8 vite.
"Sarè per favó statt accuort." Dice Edoardo.
"Pronti per stasera?" Chiede Rosa.
"Che facimm?" Chiede Ciro.
"Discoteca!" Rispondo.
Lui sorride malizioso.
"Oh no caro, nun ce pensá nemmeno a chiavá." Penso vedendo il suo sguardo.
"Me vuoi chiavá tu?" Ops, mi sa che ho pensato ad alta voce...
"Ma che stai ricenn." Gli do una spinta e ridiamo.
Io ed Edo passiamo da casa a salutare mamma.
"Mamma m' si mancat!" Le corro incontro appena la vedo.
"Bella mia pur tu." Risponde accarezzandomi i capelli.
Edoardo entra in casa ignorando completamente mamma perché c'è Carmela, sua "moglie" incinta. Eh si, presto sarò zia.
Iniziano a baciarsi davanti a noi, come sempre.
"Noi jamm di la, quando amm'ij dai Ricci chiamami." Dice velocemente toccandosi i pantaloni.
"Contieniti strunz." Dico sbattendomi una mano sulla faccia.
"È sempre il solito! Povera Carmela..." Dice mamma facendomi ridere.
"Santa donna!" Dico io.
Passo il pomeriggio a parlare con mamma. Mi è mancato tanto parlare con lei.
Verso le 18 vado a chiamare mio fratello e dopo la terza guerra mondiale per svegliarlo riusciamo ad andare a casa Ricci.
"Ciao mamma, a presto." La salutiamo io ed Edo.
"Salutatm a don Salvató" dice lei.

"Buonasera don Salvatore." Lo saluto entrando.
"Ciao pccrè comm staje?" Mi chiede abbracciandomi.
"Buon" rispondo.
Per me ed Edoardo, Don Salvatore è come un padre.
Siamo cresciuti con i suoi figli come fratelli.
"Eduá comm sta Carmela?" Chiede a mio fratello.
"Sta buon" risponde sorridente.
"Amó ti devo fare vedere dei vestiti!" Esclama Rosa irrompendo in salotto e trascinandomi in camera sua.
"Uá Ro è bellissimo!" Esclamo meravigliata.
Un bellissimo vestitino corto di pelle nera spaccato su una coscia e con le bretelline glitterate.
"Stasera l'aggia mettere. Papà ne ha preso uno pure a tia." Mi porge un sacchetto contenente lo stesso vestito ma viola.
Come mi conosce bene.
"Ti conosc patmo" dice.
"Si" rispondo sorridendo.
Ceniamo alle 20 e subito dopo io e Rosa ci fiondiamo a prepararci, visto che abbiamo solo 2 ore.
Decidiamo di vestirci matchate.
Io ho delle scarpe col tacco nere e lei viola, stessa cosa per il trucco.
Usciamo da casa e troviamo Ciro e Edo in moto che ci aspettano.
"Voi due accussì n'andate da nisciuna parte." Dicono insieme i nostri fratelli.
"Tanto nun ci cambiam" dico io.
"Jà Rosa sali" dice Edo esasperato.
Rosa mi fa un sorrisetto guardando me e suo fratello.
In risposta le faccio il medio.
"Tieni." Dice porgendomi la sua giacca.
Lo guardo interrogativa.
"Si te siedi in moto te si aiza o' vestit." Me la lega in vita e partiamo verso la discoteca.

Nota autrice:
Ciao ragazzuoliii
Ditemi, vi sta piacendo?
Avete qualche richiesta di avvenimenti?
Ditemi voi
A prestooo
-🩵

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