Chapter 3: Esprimere Parole, non Sogni

203 20 8
                                    


Eijiro era seduto sul divano di pelle rosso presente nel salotto dell'appartamento ampio dove viveva con il suo adorato Katsuki. A differenza di quello di Izuku, aveva due camere spaziose con mura dipinte di un grigio caldo e bianco estremamente luminose.

La cucina di media grandezza era sui toni corallo, professionale, con il top in granito scuro, il frigo argenteo e dotata di ogni tipo di moderno confort. Katsuki l'aveva voluta così. Il salotto dalle pareti bianche, invece, presentava un'ampia balconata più una finestra scorrevole, un divano di pelle rosso, un portariviste in vero cristallo e diverse mensole zeppe di libri di cucina, workout e di mappe. Queste, in un colore nero, erano state disposte a mo' di petali di fiore intorno a un'enorme tv.

Il bagno, bianco, aveva una doccia e addirittura una piccola vasca idromassaggio dove i due Pro Hero si divertivano spesso a farle loro le bolle. La lavanderia, tra la camera da letto e il bagno, conteneva una lavatrice, un'asciugatrice e diversi oggetti per la pulizia della casa.

– Al cucciolo servirà senz'altro! Avrò un carico enorme di vestitini da lavare! – aveva detto vibrante il biondo.

E ora, quello stesso biondo si trovava nel suo regno prediletto.

La cucina.

Era dall'uscita con Eijiro dall'ospedale che non era più riuscito a spiccicare parola. I suoi occhi pieni di frustrazione, colpevolezza e rabbia si erano continuamente spostati dal ventre gonfio di Eijiro al suo invece dolorosamente piatto. A nulla erano valsi i tentativi di pensare che in fondo il cucciolo era al sicuro con l'Alpha dai capelli rossi. O meglio, Omega.

Gli era davvero difficile pensare al suo amato Eijiro in quella nuova versione. Però, in fondo, era la realtà dei fatti e c'era poco o niente da fare.

Qualcosa dentro di lui non aveva smesso un momento di ruggire in agonia. Katsuki aveva provato a sentire il suo Omega Interiore, però quest'ultimo si era rifiutato di dirgli nulla. E più volte la sua mano si era poggiata lì, dove ora vi erano le cunette di pelle tipiche degli addominali scolpiti e ben delineati.

Odiava sentirsi in quel modo che neanche avrebbe saputo definire.

– Kat, stai bene? –.

Alla voce preoccupata di Eijiro dal salotto, Katsuki sobbalzò. Come una ladro colto in flagrante compì un paio di passi indietro e la sua mano urtò un piatto con dei mandarini. Questo cadde sul pavimento e si ruppe fragorosamente.

– KATSUKI! – gridò spaventato il rosso.

Cercò di alzarsi ma scoprì di non avere molte energie, così, con un sibilo di frustrazione, cadde seduto sul divano. Le mani, istintivamente, premettero sul ventre.

– Sto bene – rispose furioso l'altro.

Eijiro lo comprese fin troppo bene. Così, con molta fatica, si fece leva sul bracciolo e il bordo dello schienale del divano per potersi alzare. Il peso del cucciolo si sentiva e la schiena pizzicava un po'. Riusciva a vedersi a malapena i piedi e la t-shirt rossa che indossava gli calzava stretta ovviamente al ventre.

Nonostante questo, con quel nuovo corpo, non provava altro che un grande amore per il bambino.

Dei flebili singhiozzi provenienti dalla cucina, però, lo fecero impensierire.

Katsuki stava raccogliendo i cocci, chino su un ginocchio e dava la schiena a Eijiro, appoggiato allo stipite della porta.

– Ti sei fatto male? – domandò con voce pacata.

– No. Tu, piuttosto, torna a sederti. Devi riposare –.

Il tono basso e gelido nascondeva a malapena quel suono umido del naso. La schiena tremava e le dita stringevano con foga i cocci di vetro bluastro. A Katsuki non importava di potersi tagliare. Il dolore che provava nel petto era qualcosa di così sovrumano che un taglietto sarebbe stato come una carezza, una piuma sulla pelle.

Sowilo e Tiwaz - Il Sole e l'Onore (KiriBaku - ShinDeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora