Capitolo 3.

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Ethan.

Lockwood, è il cazzo di cognome che qualsiasi altra persona al mondo,in questo momento desidererebbe portare al mio posto. Il cognome di una delle famiglie più ricche ed ambite di Miami. Io, non sono per niente fiero di portarlo,ansi se potessi lo cambierei, o almeno credo,che mi sarei accontentato di non essere associato a quel cazzone di mio padre. Thomas J Lockwood, l'amministratore delegato più desiderato dalla popolazione femminile di tutta Miami.

Il cazzone, nonostante ciò,sposò mia madre, all'epoca una brillante studentessa universitaria, alla tenera età di soli vent'anni, strappandole via l'innocenza e attirandola nelle sue grinfie,con la missione di piantarle in grembo quanti più figli possibili, solo per aumentare la sua sete di fama e potere. Ma,solo dopo essere arrivato al suo scopo e aver scoperto che oltre a me, mia madre non avrebbe più potuto donargli dei figli,in seguito ad una complicazione avvenuta durante il parto,iniziò a trattarla male e a tradirla, facendosi perdonare poi con il solo ed unico potere che conoscesse, il denaro.
Ovviamente,il divorzio non venne preso nemmeno in considerazione per non compromettere l'immagine che si era creato. Non gli è mai importato di niente e nessuno, se non di se stesso. Insomma, un vero e proprio fottuto bastardo.
Ma ahimé,non era consapevole del fatto che come primo genito nascessi io,figlio di puttana più di quanto lo fosse lui.

Nel corso degli anni l' odio ed il rancore che nutro verso di lui, sono aumentati a dismisura, e con il tempo,ho imparato che l'unico modo per mandarlo in bestia,è quello di andare contro qualsiasi cosa dica.

Devo dire che mi sono divertito parecchio ad ostacolare qualsiasi cosa avesse in mente per me, sfidandolo e mettendo continuamente in discussione la sua reputazione solo per nutrire quella parte malata di me,che trae piacere nel farlo. Ed oggi è un giorno di quelli.

Quando arrivo nella sua azienda,che si erge in un enorme palazzo di ben venti piani, nel pieno centro di Miami, parcheggio la mia Audi R8 nera opaca, proprio davanti l'ingresso dove è vietato sostare,in quanto zona riservata.
Scendo velocemente dall'auto, ignorando completamente il portiere che mi elenca tutte le varie motivazioni per cui,non posso lasciare lì l'auto e bla bla bla..non lo sto più ascoltando.

Mi dirigo a passo svelto dentro l'hall dell'edificio avviandomi verso gli ascensori. Sono solo le 12am ed io ho già le palle che sono in procinto di scoppiare.Mi irrita qualsiasi cosa, ed oggi non ho la più pallida idea del perché sia così di cattivo umore, solitamente la motivazione è sempre la stessa,il bastardo.
Ma,quale modo migliore esiste per scaricare tutta la negatività che ho accumulato,se non quella di riversarla tutta a quel cazzone di mio padre?

So che oggi ha una riunione importante con i suoi soci in affari e non potevo scegliere giorno migliore di oggi,per mettere a dura prova la sua pazienza. Nella mia mente, già balena l'idea di come creargli disagio e imbarazzo nel peggiore dei modi per lui,nel migliore per i miei.
Mi ritrovo a sorridere maleficamente per il pensiero che mi è appena passato per la testa e premo il tasto di chiamata dell'ascensore, aspettandolo.

Quando le porte dell'ascensore si aprono, entro dentro e premo il pulsante che porta all'ultimo piano. Dopo qualche minuto, finalmente arrivo al piano richiesto ed esco dall'ascensore dirigendomi verso l'ufficio di mio padre. Una giovane figura minuta dalla chioma color caramello mi si para davanti intralciandomi la strada. Kristen,la segreteria del bastardo.
A malincuore devo ammettere che abbia ottimi gusti in fatto di donne, se non fosse per il fatto che le preferisca sempre più giovani ogni anno che passa.

<<Ethan, che fai? Non puoi stare qui!>> avanza di un altro passo verso di me poggiando entrambe le sue mani sul mio petto, spingendomi nel tentativo di farmi retrocedere, senza però ottenere successo.
<<Fatti da parte!>> ringhio tra i denti dilatando le narici mentre mi tolgo le sue mani di dosso in modo brusco, spingendole via.
<< Tuo padre sta partecipando ad una riunione molto importante al dodicesimo piano. Qualunque cosa tu abbia intenzione di fare, ti consiglierei di andartene! Sai perfettamente che non ti è permesso stare qui.>> sospira facendo un passo indietro.

My FayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora