Capitale Zora
Regno di Thikaris
Il fumo s'alzava alto nel cielo. Oscurava persino il sole, confondendosi, mescolandosi con le nuvole stesse. Nell'aria aleggiava un odore amaro. Era il tanfo della carne arsa, annerita. Il fuoco ardeva, minaccioso e crudele. Le ricordava i suoi peccati, le sue colpe, i suoi fallimenti.
Sha'Reen strinse le mani intorno alla ringhiera della balaustra in pietra grigia del piccolo balconcino della sua camera. Guardò sotto di lei la folla riunita dinanzi i cancelli del palazzo. C'era chi urlava, chi piangeva, chi gridava insulti al vento, chi pregava una Divinità che sembrava essersi dimenticata di loro.
Non era più all'altezza di portare il nome Kree. Non era più degna di essere la Regina del più grande e popoloso Regno di tutta Ashima. Non era più in grado di governare e guidare quelle persone che vedevano in lei un faro di giustizia e speranza. Li aveva delusi, tutti loro.
Erano passate settimane, ma la situazione non aveva fatto altro che peggiorare. Qualsiasi flagello avesse deciso di colpirli, non s'era placato. Le morti aumentavano di giorno in giorno, la gente aveva iniziato ad avere paura, e la paura si era diffusa più velocemente della piaga stessa. Il panico aveva dato vita alle storie più disparate. C'era chi affermava che la causa fosse un Demone, un mostro scatenato dai loro peccati, dalla loro mala fede. Altri erano convinti che la Dea Myrtue avesse smesso di proteggerli.
La decisione di bruciare i cadaveri per evitare il propagarsi di qualunque cosa li avesse condotti alla morte, non aveva fatto altro che accrescere il discontento generale.
Anche se convinta di proteggerli, la Regina gli aveva tolto l'unica cosa che quella gente poteva fare: piangere i propri morti.
A poco era valso il coprifuoco che Sha'Reen aveva indetto. Inizialmente parve funzionare, ma se prima rinvenivano i corpi unicamente tra le strade, successivamente iniziarono a trovarli anche nelle dissestate abitazioni dei malcapitati.
Come se non bastasse, la notizia della conquista di Asedara aveva gettato un'ombra minacciosa su tutto il Regno. I Thorne erano famosi per la loro smania di potere, e Sha'Reen dubitava che si sarebbero accontentati del Regno Elfico. Soprattutto, considerando i secoli di astio e guerre che avevano da sempre contraddistinto Thikaris e Varesian.
La scelta più saggia sarebbe stata quella di spostare le truppe al confine, una dimostrazione di potere avrebbe potuto scoraggiare o rallentare Varesian.
Solo che Thikaris non poteva permettersi di farlo. Se Sha'Reen avesse allontanato l'armata dalla Capitale, non ci sarebbe stato più niente tra lei e quella gente assetata di vendetta.
Una mano le accarezzò delicatamente la pelle nuda della schiena, distogliendola dai suoi pensieri.
Anakra le baciò la spalla. «Si calmeranno, vedrai» disse, indicando con un cenno del capo la folla urlante sotto di loro.
«Non lo faranno» ribatté Sha'Reen. «Vogliono un colpevole, e se non gliene diamo uno, lo troveranno da soli.»
Anakra sospirò leggermente. «Mi chiedo perché gli Dei ci stiano facendo questo.»
«Voglio credere che non ci sia nessuna Divinità dietro a ciò» rispose la Regina, la fronte corrucciata.
«Perché?» domandò il Generale.
Sha'Reen si allontanò di qualche passo dalla balaustra, i suoi penetranti occhi turchesi si inchiodarono in quelli dell'amata. «Perché non posso uccidere qualcosa che non posso vedere.»
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Kingdoms Of Ashima
Fantasy«Quando Ithil e Gae di vermiglio si vestiranno, egli il suo ritorno farà. Colei che ultima diventerà, prima tra tutti diverrà. Ma sii guardingo dalle sue lacrime versate, poiché l'oscurità il suo cuore afflitto brama.» La guerra è alle porte. Un...