Capitale Xan
Regno di Xaisian
Un intenso vapore acqueo al profumo di rose si librò nell'aria del mattino. Calei osservò con la bocca semiaperta la vasca colma quasi fino all'orlo. Non aveva mai fatto un bagno in vita sua, la poca acqua che riusciva a trovare di solito preferiva berla. Lei e Idreas avevano sempre usato degli stracci inumiditi per lavarsi.
Si domandò perché la Regina continuava a essere così gentile con lei. Non era abituata alla gentilezza fine a sé stessa, da nessuno che non fosse suo fratello quantomeno. Forse puzzava? Magari era per questo che la superficie dell'acqua era stata cosparsa da petali di fiori colorati.
Le avevano addirittura assegnato una delle stanze del palazzo, e Calei non riusciva quasi a credere che quella venisse considerata una stanza poiché era grande tre volte casa sua.
La giovane prese un grosso respiro, poi si spogliò e con calma si immerse nella vasca. All'istante l'acqua calda le fece arricciare le dita dei piedi, provocandole un brivido di piacere che sentì fin dietro la nuca. Era una sensazione mai provata prima. Si rilassò, sorridendo estasiata, ma non ebbe il tempo di crogiolarsi in quel piacere che un pensiero si impadronì della sua mente così rapido che le strappò via tutta la contentezza di quel momento.
Lei era lì, a godersi gli agi del palazzo, mentre suo fratello era da qualche parte a Xan a combattere per sopravvivere, invischiato in una cosa molto più grande di lui. Magari era ferito, rinchiuso da qualche parte, o forse in quel preciso istante stava correndo sotto al sole cocente mentre veniva braccato dalle Sandguards della capitale come un animale in fuga. Mancavano solo pochi giorni allo scadere del mese indicato da Tarson, e non erano ancora riusciti a racimolare il denaro sufficiente per la riscossione delle tasse. E se quell'infido esattore era già tornato?
Chi si sarebbe occupato di lui ora che lei non era più al suo fianco?
Le venne un nodo alla gola e gli occhi le si riempirono di lacrime. Si addentò con forza il labbro inferiore, cercando di trattenersi, ma lo sforzo fu vano. Singhiozzò sommessamente, poi cacciò la testa giù, sotto la superficie dell'acqua, così che il suo pianto sapido si mescolasse con i petali delle rose che galleggiavano sulla superficie.
Doveva trovare un modo per uscire da palazzo, e poco le importava dell'avvertimento della Regina: se realmente i ribelli la stavano cercando, sarebbe riuscita a scappare anche da loro.
Riemerse a cercare ossigeno nell'istante in cui qualcuno entrò nella sua camera. Incrociò lo sguardo con una delle cameriere che teneva appeso sul braccio sinistro un abito.
«Signorina, mi è stato chiesto di procurarvi dei vestiti puliti. Ve li lascio sul letto» annunciò quella.
«Non serve questa formalità, potete chiamarmi Calei.»
«D'accordo.» Un sorriso pacato incurvò le labbra della donna. «Vi informo anche che Sua Maestà la Regina desidera che vi uniate a lei per cena.»
«Davvero?» Calei strabuzzò gli occhi. Negli ultimi due giorni le avevano servito del cibo nella sua stanza, ed era molto di più di quanto si sarebbe aspettata di ricevere. Inoltre non le dispiaceva stare da sola, quelle poche volte che aveva messo piede fuori dalla sua camera non aveva ricevuto altro che sguardi ambigui da parte di ogni persona che incontrava. Nessuno era stato cattivo con lei fino a quel momento, ma nonostante ciò non riusciva a fidarsi di neppure uno di loro.
«Sì» rispose la donna, «vi verranno a chiamare quand'è il momento.»
La cameriera uscì lasciando Calei nuovamente da sola. La ragazza si sfregò il viso frustrata. Doveva trovare una via di fuga per tornare da suo fratello e non poteva farlo restando chiusa lì.
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Kingdoms Of Ashima
Fantasia«Quando Ithil e Gae di vermiglio si vestiranno, egli il suo ritorno farà. Colei che ultima diventerà, prima tra tutti diverrà. Ma sii guardingo dalle sue lacrime versate, poiché l'oscurità il suo cuore afflitto brama.» La guerra è alle porte. Un...