19

46 5 23
                                    



Foresta Oscura, a piedi dei Monti di Mezzo

Regno di Varesian




«Fermiamoci qui!»

La voce di un uomo la destò dal suo torpore. Meel si strofinò un occhio nel tentativo di abituarsi all'oscurità della cassa. Stavano viaggiando ormai da molte ore, i carri degli emissari di Vaahnell la stavano portando sempre più lontano da casa sua, dalla sua famiglia, da tutto ciò che aveva mai conosciuto e odiato.

Udì i cavalli arrestarsi con un brusco strattone. Non sapeva dire se fosse ancora giorno o se la notte fosse già sopraggiunta, ma non avrebbe avuto un'altra occasione. Doveva uscire di lì o presto qualcuno l'avrebbe scoperta.

«Il tempo di far riposare i cavalli, voglio ripartire il prima possibile» riconobbe la voce autoritaria di Liana, la Regina dallo sguardo attento che aveva conosciuto solo il giorno prima.

«Certo, Maestà» ribatté il soldato che aveva impartito l'ordine iniziale.

Meel attese qualche minuto e, solo quando non riuscì a udire nient'altro che il brusio della natura, portò una mano a sollevare appena il coperchio della cassa. Aguzzò lo sguardo. Era notte, la luna illuminava debolmente uno scorcio di foresta dinanzi a lei. Non sembrava ci fosse qualcuno.

Prese un grosso respiro, poi con passo felpato sgusciò fuori dal baule. Afferrò lo zaino e silenziosa si avvicinò al bordo del carro. Un'ultima occhiata intorno a lei e saltò giù. Fece appena qualche passo verso la boscaglia che vide due guardie avvicinarsi alla sua posizione.

Imprecò mentalmente, poi si inginocchiò e strisciò fluida tra le ruote in legno del carro, l'oscurità della notte l'avrebbe aiutata a celarsi ai loro occhi.

Vide le gambe dei soldati fermarsi a pochi metri da lei. Sembrava stessero pattugliando la zona.

«Non vedo l'ora di tornare a casa e uscire da questo dannato Regno» sbottò uno.

L'altro rise. «Perché? Hai paura di incontrare uno Slukare?»

«Non essere ridicolo» ribatté stizzito l'altro, «di questi tempi miete più vittime l'Armata di Mezzanotte.»

Quella frase incuriosì Meel. Di cosa stavano parlando?

«Schifosi Varesiani» manifestò il secondo soldato, «feccia del continente. Ho sentito dagli emissari che ci hanno chiesto trecento denari d'oro per attraversare il loro confine e poter raggiungere Cronon.»

«Come se non fossero già ricchi a sufficienza.»

«Dai, finiamo la ronda, prima ce ne andiamo da qui e meglio è.»

I due uomini si allontanarono. Meel li seguì con lo sguardo, e solo quando sparirono totalmente dalla sua visuale, sgattaiolò fuori dal suo nascondiglio. Silenziosa come un gatto si inoltrò nella foresta buia, solo la luna a illuminarle la via.

Camminò nell'oscurità per quelle che parvero ore, cercando di allontanarsi il più possibile dai soldati di Vaahnell. Non aveva idea di dove si trovasse di preciso, o dove i suoi passi la stavano conducendo, ma aveva un piano in mente. Un piano che nella sua camera sembrava decisamente il migliore: avrebbe cercato il villaggio più vicino, dove avrebbe poi comprato una mappa del continente e quella l'avrebbe aiutata a raggiungere Asedara.

Si vociferava che il Regno Elfico a sud di Ashima fosse quello migliore dove vivere. Molte sono state le persone che durante i secoli vi migravano con il sogno di una vita più agiata. L'estrazione dello zake dalle fondamenta nel Monte Haur offriva un lavoro stabile, sicuro, qualcosa che nessun'altro regno poteva vantare. Meel non aveva nessuna intenzione di lavorare in miniera, ma Asedara non era famosa solo per quello. Si diceva che la Guardia Reale di Vysaras era la migliore del continente e, a differenza di molti altri regni, accettavano donne tra le sue fila.

Kingdoms Of AshimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora