12 - La CIA

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Osamu Dazai stava parlando a Ryuunosuke da mezz'ora, ma lui continuava ad ignorarlo e a fissare fuori dal finestrino, eh già, stavano ancora nell'auto dell'uomo

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Osamu Dazai stava parlando a Ryuunosuke da mezz'ora, ma lui continuava ad ignorarlo e a fissare fuori dal finestrino, eh già, stavano ancora nell'auto dell'uomo.

«Akutagawa-kun, mi stai ascoltando?» il corvino lo sentì all'improvviso, ma non rispose «Senti...» Osamu gli poggiò una mano sulla coscia, facendo sussultare il diciottenne, gli erano tornati i suoi brutti ricordi di quella sera in quel bar logoro «Non mi tocchi!» esclamò agitato, facendo agitare anche Rashomon, la quale fece sbandare l'auto di Osamu, che frenò appena in tempo prima di far schiantare entrambi contro un albero.

Il castano si girò a guardare Ryuunosuke un po' sconvolto, quel piccoletto era diventato più pallido del solito «S-scusi...» sussurrò quest'ultimo con gli occhi lucidi e con sguardo basso «Scusami tu, non pensavo avessi avuto una reazione del genere... non dovevo...- Mh, lascia perdere» borbottò, rimettendo in moto e tornando sulla strada.

Sto bene, Rashomon... tranquilla...

Akutagawa sorrise lievemente, poi chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi sul sedile per tutto il resto del viaggio.

[...]

Appena arrivati Ryuunosuke recuperò il proprio borsone e seguì Osamu con malavoglia verso l'interno, tenendo lo sguardo basso.

Dopo alcuni minuti lui aprì una porta con una chiave e il ragazzo notò che era una stanza da letto «Questa è la tua stanza, e sarà tua per i prossimi tre anni» spiegò Osamu, poi fece per andarsene, ma si bloccò «Comunque... i tuoi capelli lunghi... appena finirai il primo addestramento dovrai levarteli» disse, facendo scappare uno sbuffo contrariato ad Akutagawa «Non sono idiota, so che in questo campus del cazzo non posso essere come voglio io» borbottò, buttando il borsone a terra.

Dopodiché fece per girarsi per guardare il castano, ma lui lo spinse di colpo contro il muro, facendo sussultare il diciottenne dalla paura «Modera i termini, ragazzino! Devi portarmi rispetto d'ora in poi, inizia a farlo o saranno dei tre anni molto faticosi di quanto non lo siano già, te li farò ricordare per bene» lo minacciò facendo abbassare lo sguardo dell'altro, dopo un po' lo lasciò e lo fissò «L'addestramento di domani comincia alle cinque, sii puntuale, o vengo direttamente io a prenderti in camera tua, e non sarà piacevole» concluse Osamu, per poi andarsene via dalla stanza.

A Ryuunosuke tornarono gli occhi lucidi e scivolò contro la parete, mettendosi seduto con le ginocchia al petto «Non sarà facile, Rashomon» sussurrò «Per niente... E Dazai-san mi fa già... molta paura...» aggiunse quasi disperato, per poi sospirare e guardare l'orologio funzionante sulla parete che segnavano le 20:45 circa.

Akutagawa non aveva mangiato niente oggi, ma non aveva fame... aveva lo stomaco talmente tanto chiuso che aveva la nausea...

Sospirò e decise di cambiarsi e di mettersi a dormire, perché domani sarà un'orribile e lunga giornata.

[...]

In quel luogo imparò a combattere, sia con armi da fuoco che con il corpo a corpo.

Imparò anche a controllare Rashomon e ad andare più d'accordo con lei.

In quei tre lunghissimi anni si era avvicinato sempre di più ai suoi superiori, ma poco ai suoi compagni di allenamento, dei primi si avvicinò soprattutto a Chuuya Nakahara, che aveva solo pochi anni in più di lui, e ovviamente il vice capo Osamu Dazai, che confondeva Ryuunosuke Akutagawa ogni volta che parlava gentilmente con quest'ultimo ma allo stesso momento era violento e usava la forza bruta, qualsiasi sbaglio facesse, anche se minimo.

«Oggi imparerai a sopravvivere in un modo che ti servirà senz'altro nella tua vita» Osamu girava intorno a Ryuunosuke, il quale era inginocchiato a terra e lo stava ascoltando «Sono pronto» rispose.

Osamu fece un sorrisino e, una volta di fronte, cacciò la pistola della fodera, e, allontanandosi di qualche passo dall'altro ragazzo, puntò l'arma verso di lui «Dazai, ma cosa..-» iniziò Chuuya, che stava osservando accanto ai suoi colleghi, tuttavia il bendato sparò dei colpi senza esitazione, ma Rashomon protesse Ryuunosuke con una barriera, che intanto aveva iniziato a sudare freddo e le sue pupille si erano ristrette dallo spavento improvviso.

Osamu si riavvicinò a Ryuunosuke, mettendo via la pistola, poi lo aiutò ad alzarsi, prendendogli una mano «Ottimo lavoro, recluta» gli disse, sorridendogli, facendo arrossire il corvino, mentre Chuuya e gli altri iniziarono ad applaudire, congratulandosi con Ryuunosuke Akutagawa, che, dopo questo giorno, aveva finalmente forse smesso di essere trattato come un calzino rovinato e puzzolente da buttare.

Ora faceva parte ufficialmente della CIA.

Un corpo, due anime《Shin Soukoku》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora