Ace Romano è il padre di 7 figli, ex capo della mafia italiana che è stato sostituito dal figlio. Alexander Romano, figlio di Ace e nuovo capo mafioso. Allison, una ragazzina di 16 anni è stata maltrattata dalla madre e dal patrigno. Con il tempo è...
Mi giro verso un altro ragazzo. È identico a Mason e presumo sia il gemello; ogni dubbio mi viene confermato quando si presenta. 《 Ciao , sono Flavio, ho 26 anni e sono il tipo più sportivo della famiglia. È un piacere averti qui, principessa.》 Annuisco soltanto e sento uno sbuffo sonoro da parte di un ragazzo poco più grande di me. Gli altri due mi guardano curiosi e uno di loro mi parla . 《Ciao, principessa, io sono Dante, ho 20 anni , faccio il quinto anno di liceo e poi vorrei fare un master in economia.》 Noto che è uguale a suo padre, a MIO padre. Mi fa ancora strano chiamarlo così. La mia riflessione viene interrotta da un'altra persona che si presenta gentilmente. 《Io sono Heric, ho 19 anni e faccio il quarto anno di liceo. Amo gli animali e mi piacerebbe studiare veterinaria.》 In questo momento ha parlato un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi marroni. Sono quasi tentata di sorridergli per quanto mi sembri tenero in questo momento. È poi il turno dell'ultimo rimasto, che però non sembra molto interessato a presentarsi e lo fa solo quando mio padre lo guarda storto. 《Io sono Nate e ho 18 anni.》 Si presenta con un tono pieno di odio e disgusto, guardandomi dall'alto in basso per poi tornare a fissare il cellulare. Io roteo gli occhi e quasi mi metto a ridere. Loro mi guardano aspettandosi che anch'io mi presenti e così faccio con un leggero sorriso sul viso . Decido di rivelare loro uno dei miei piccoli segreti. 《Io sono Allison, ho 16 anni, faccio il terzo anno di liceo, anche se ho una laurea in medicina e una in veterinaria, e anche un master in economia. Mi piacciono i motori e fare sport... non ho molto altro da dire.》 Mi fissano sotto shock, come se avessi detto loro che faccio parte della mafia.
Ma tu fai parte della mafia.
Ops ... me l'ero dimenticato. E comunque, zitta coscienza!
Il primo a rompere il silenzio è Mason, che urla con voce leggermente stridula: «COME CAZZO È POSSIBILE CHE TU ABBIA GIÀ 2 LAUREE E 1 MASTER?» Istintivamente, indietreggio spaventata, ricordando le urla di John e di Cora, cosa che non passa inosservata a nessuno. Maschero il mio repentino cambio di umore con un piccolo sorriso e sento intervenire mio padre: «Calma, Mason, così spaventi tua sorella. Ma, principessa, rispondi alla sua domanda ». Io, intanto che mi sono calmata, annuisco e spiego il perché: «Io ho un QI pari a 130, più alto della norma, perciò sono più intelligente degli altri, apprendo le cose molto velocemente e ho frequentato l'università a pari passo con le medie e con il liceo che frequento tuttora». Loro mi guardano allibiti e cala un silenzio imbarazzante che decido di rompere, sperando di poter andare il più lontano possibile da loro, leggermente spaventata dall'abitudine di non essere niente per nessuno, mentre per loro sembro essere importante. Sembra che mi vogliano veramente conoscere per quello che sono e che mi vedano come una persona, e non come un errore come mi diceva sempre Cora. «Posso sapere dove posso fare una doccia per togliermi la sensazione del viaggio?» Mio padre sembra riscuotersi dal suo stato di trance e mi sorride dolcemente: «Ma certo, i tuoi fratelli ti faranno vedere la tua camera. Quando hai finito di lavarti, raggiungimi nel mio studio che dobbiamo parlare di alcune regole che dovrai seguire ». Annuisco e mi faccio accompagnare verso la mia stanza, pensando se le regole saranno come quelle di dove stavo prima. Rabbrividisco mentre penso a tutte le regole assurde e alle punizioni che mi davano se per caso le rompevo, o anche se avevano voglia di sfogarsi. Scuoto la testa come per liberarmi di quei maledetti pensieri mentre seguo uno dei miei fratelli che mi sta accompagnando in camera. Il filo dei miei pensieri si ferma mentre entro nella mia stanza rigorosamente viola. È carina; preferirei che fosse nera e rossa, ma devo dire che anche così è molto bella. Entro nella stanza, osservandone tutti gli angoli, il soffitto e i mobili, sia per vederla sia per cercare eventuali telecamere o microfoni sparsi. Il mio patrigno riempiva la mia camera di microfoni e telecamere, a cui io alteravo il filmato quando uscivo di nascosto per gestire i miei affari. Quando non noto nulla, mi dirigo verso una porta solo per trovarmi a osservare il bagno comunicante con una cabina armadio che ora è vuota. Tutto ciò che riesco a dire è: «Wow». Riegel , che mi ha seguito in silenzio fino ad ora, ridacchia leggermente e mi chiede: «Ti piace? Se non è di tuo gradimento, dimmelo che chiamiamo una ditta e cambiamo gli arredamenti in un paio d'ore». Io scuoto la testa: «No, è perfetta com' è. Grazie mille, pensavo che mi deste una camera per gli ospiti, ma vedo che vi siete preparati al mio arrivo in poco tempo. Grazie». Lui sorride dolcemente e poi mi richiama all'attenzione dicendo: «Lo studio è la seconda porta a sinistra nell'altro corridoio. Riesci ad andare da sola o vuoi che ti accompagni? ». «Ok , me la caverò da sola ». Mi sorride e poi escono, lasciandomi finalmente sola. Mi guardo intorno ancora una volta , quasi stupita dalle dimensioni della stanza, e mi sdraio sul letto, comodo come una nuvola. Sospiro felice e mi chiedo se per caso io possa dare loro una possibilità per essere la mia famiglia.
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La mia stanza
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Il bagno
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La cabina armadio
SPAZIO AUTRICE Scusate il ritardo con cui ho pubblicato questo capitolo ma avevo molto da fare...