Home (Svizzera)- Lacrime, caffè, droga e bambini (?)

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La sveglia suonò relativamente presto e controvoglia mi alzai dal letto, un po’ perché avrei lasciato casa e poi sinceramente non c’è niente di più comodo del letto.
Scesi in cucina già vestita e non appena mi vide, mamma mi venne incontro con in mano un pacco regalo
-buongiorno tesoro, questo è per te, però non aprirlo fin quando non arrivi in Italia, ok?-
-sì certo- risposi non molto convinta
-bene, ora fai colazione, ci sono ancora dei biscotti di ieri e ti ho fatto il solito caffelatte- rispose sorridendo per poi andare a prendere i croccantini per Angie, la cagnolina di Mick.

Io la seguii con lo sguardo poi lo posai su mio fratello in cerca di spiegazioni
-non vuole che tu te ne vada- disse 
-anche a me dispiace tanto, ma ho scelto di seguire il mio sogno e questo è il prezzo da pagare-
-lo so Milla e lo sa anche lei, però è triste lo stesso; tranquilla che le passerà-
-lo spero, ha già tanto a cui pensare, ci manca solo che stia male perché mi trasferisco-
-è normale, sei sua figlia- rispose Mick -vabbè, vado a prepararmi- disse alzandosi
-dove devi andare?- chiesi confusa
-ti accompagno io in aeroporto- rispose ovvio -non puoi andarci in moto con le valigie- aggiunse ridendo
-giusto- risposi ridendo a mia volta

Scesi per l’ultima volta le scale e giunta in soggiorno mi guardai attorno come per fotografare tutto ciò che mi circondava: le mensole piene dei trofei di papà, le foto di famiglia, il tappeto dove io e Mick avevamo passato pomeriggi interi della nostra infanzia a giocare con le macchinine o a farci il solletico a vicenda.
Poi Angie mi corse incontro, quindi lasciai perdere i ricordi e mi abbassai per accarezzarla mentre lei scodinzolava come una pazza. Quando si ritenne soddisfatta si sedette accanto ai piedi di mia madre, la quale stava per mettersi a piangere
-no mamma non piangere che poi piango anche io- dissi abbracciandola
-mi mancherai tantissimo Camilla-
-anche tu mamma-
-ricordati che sono fiera di te e che ti supporterò sempre-
-grazie ma’, ti voglio bene-
-io di più tesoro-

Mi staccai dall’abbraccio e la guardai sorridendo nonostante avessi gli occhi lucidi
-tornerò a trovarti non appena potrò-
-ti aspetterò con i biscotti- disse cercando di strappare una risata più a se stessa che a me
-non vedo l’ora- dissi -ciao Gina- 
-ciao- rispose fredda
Non avevo mai avuto un bel rapporto con mia sorella, semplicemente non le andavo a genio ed era già un miracolo che mi avesse salutata.

Uscii dalla casa in cui avevo abitato per gli ultimi 15 anni circa, chiudendomi la porta alle spalle e tirando un sospiro. Mick mi mise un braccio attorno alle spalle e mi accompagnò fino alla sua auto.
-se Toto Wolff scoprisse che hai un Audi e non una Mercedes ti licenzierebbe- dissi non appena salì anche lui
-vogliamo parlare del fatto che tu abbia una Yamaha e una KTM? Se all’Academy lo scoprissero ti spedirebbero indietro-
-Valentino Rossi ha vinto 4 mondiali sulla Yamaha-
-sì ma ora sono tutti ducatisti-
-è colpa tua, sei tu che mi hai regalato la KTM-
-l’hai scelta tu- disse ridendo
-ok hai vinto tu- dissi arrendendomi
-come sempre- 
-ma smettila- dissi dandogli un leggero pugno sulla spalla -ti devo ricordare di quando ho vinto sui kart e tu eri dietro di 60 metri?-
-no no, quella me la ricordo benissimo. Quando siamo tornati a casa mi sono chiuso in camera talmente mi sentivo umiliato-
-haahahha è vero, poi sono venuta a portarti la cena e allora hai aperto-
-sì solo perché mamma aveva preparato il budino al cioccolato-
-come ricattare Mick Schumacher? con il cibo-
-io vorrei sapere invece come ricattare Camilla Schumacher, dopo 22 anni non l’ho ancora capito-
-io sono testarda, non cederei al ricatto-
-hai ragione, sei identica a papà- disse e seguì un silenzio malinconico che venne rotto da Mick stesso -scusa, non dovevo-
-fa niente, dovrei iniziare a superarlo-
-ognuno ha i suoi tempi. Ora però non iniziamo discorsi tristi e profondi, piuttosto mi devo preoccupare del fatto che tu vada a vivere all’Academy con una decina di ragazzi?- disse guardandomi giusto un secondo per poi tornare sulla strada
-metà di loro sono fidanzati- dissi dopo essere scoppiata a ridere
-questo non mi rassicura al 100%-
-non ti facevo così geloso Mick-
-non sono geloso, semplicemente non voglio diventare zio a 24 anni- rispose ridendo beccandosi però un altro pugno sul braccio
-ma sei cretino- 
-sono realista, poi mamma sarebbe molto felice ad avere un nipotino in casa-
-cosa c’era dentro al caffè che hai bevuto a colazione?-
-caffeina e zucchero-
-io direi anche droga-
-eddai Milla stavo scherzando- 
-sarà meglio per te- dissi concludendo quell’imbarazzante ma divertente battibecco e alzai la musica alla radio non appena riconobbi una delle mie canzoni preferite

Take me home, country roads- John Denver
Country roads, take me home
To the place I belong
West Virginia, mountain mama
Take me home, country roads

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