F1 Monaco Weekend

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Come promesso a Mick il 26 maggio lo raggiunsi a Montecarlo dopo una settimana passata al ranch di Valentino tra tuffi a Rimini e giri in moto.

-CAMILLA!- sentì urlare da una voce con un profondo accento inglese mentre passeggiavo per il paddock attendendo l’inizio delle FP1. Mi girai e vidi in lontananza Lando e Carlos
-ciao ragazzi- li salutai con una mano aspettando che mi raggiungessero
-finalmente è tornata la nostra diva- disse ridendo Carlos.

Da quando Mick era entrato in Formula 1 avevo stretto amicizie con molti piloti tra cui i due che avevo di fronte ma quella più importante rimarrà sempre con Charles che conoscevo da quando ero ancora una ragazzina.

-come avete fatto a riconoscermi?- chiesi
-la chioma bionda ti fa risaltare ancora di più- rispose Lando
-starai qui tutto il weekend?- chiese invece lo spagnolo cambiando argomento
-sì e ci sarò anche in Spagna- risposi ed entrambi sorrisero a 32 denti
-addirittura? Allora bisogna festeggiare- esclamarono per poi dirigersi verso i rispettivi box.

Io, dato che Mick mi aveva scritto un messaggio avvisandomi che era ancora in riunione con Toto, decisi di continuare la mia passeggiata sul circuito cittadino monegasco.
Superata la Sainte Devote venni raggiunta dall’ultima persona che avrei voluto vedere: Logan Sargeant.
Nel 2020 avevamo avuto una relazione abbastanza travagliata che non terminò nel migliore dei modi: lui mi tradì e io smisi di accompagnare Mick ai gran premi.
-Camilla Schumacher- disse con il suo solito tono da arrogante 
-Logan Sargeant-
-come mai qui a Monaco?- chiese affiancandomi e abbandonando il suo compagno di team, Alex Albon, che salutai.
-sicuramente non per vedere te-
-neanche Mick dato che come te starà al box accanto a Wolf-
-non parlare così di mio fratello- dissi sentendo la rabbia crescere nel mio corpo
-ho solo detto la verità- continuò -comunque, come va la tua misera carriera da motociclista? Hai trovato un team che ti sopporti?- chiese ridacchiando
Stavo per aprir bocca per rispondergli ed insultarlo ma qualcuno mi precedette: -fossi in te non riderei così tanto, Camilla è entrata in Moto2 ed è settima nel mondiale- Riconobbi la voce di Charles e tirai un sospiro di sollievo quando l’americano, a quelle parole, rallentò lasciandomi in pace senza dire una parola.
-Charles sei il mio salvatore- dissi sorridendo al ragazzo
-tutto per la mia mini Schumi- risi a sentire nuovamente quel soprannome che utilizzavano tutti coloro che hanno avuto la fortuna di correre con mio padre
-allora come va?- chiese
-la verità?-
-voglio solo quella- rispose serio
-alti e bassi-

Venni costretta a raccontargli di ogni cosa accaduta dall'ultima volta che ci eravamo visti, ovvero prima di natale dell’anno precedente. Lui mi ascoltò in silenzio come aveva sempre fatto da quando ci eravamo conosciuti nell’ormai lontano 2017.
-potresti scrivere un romanzo su tutto questo- disse quando terminai -a parte gli scherzi, Cami, dovresti parlare con Mick-
-e se..-
-niente se e niente ma, è tuo fratello e avete un bellissimo rapporto che non verrà affatto rovinato se glielo racconti-
-ne sei così sicuro?- chiesi in un sussurro
-assolutamente sì- rispose.

Terminammo il giro della pista e rientrando ai box ci salutammo per poi andare in due direzioni differenti.

Mick’s pov
Uscii dal bagno dopo essermi fatto una bella doccia quando qualcuno bussò alla porta della mia stanza e, chiedendomi chi fosse a quell’ora, andai ad aprire non curante del fatto che fossi solamente in pantaloncini.
-Milla!- esclamai sorpreso nel vedere mia sorella che, da quel che sapevo, alloggiava in un altro hotel
-posso entrare?- chiese guardandomi e riconobbi immediatamente quello sguardo: cupo, spento e pieno di ansia
-certo- risposi spostandomi per farla passare e chiusi la porta alle mie spalle.
Ci sedemmo entrambi sul letto, uno di fronte all’altro, e aspettai che fosse lei ad iniziare a parlare dato che non avevo minimamente idea di cosa volesse dirmi.
-Milla- la richiamai dopo minuti di totale silenzio
-non è così facile- iniziò 
-che devi dirmi?-
-non mi guarderai più allo stesso modo e lo capirò- continuò ignorando la mia domanda
-ma che stai dicendo?- sbottai sperando di aver sentito male
-l’incidente di papà- sussurrò e il mio cuore salì in gola -è stata colpa mia-
-non è v...-
-SÌ INVECE, tu non sai cosa è successo quel maledetto 29 dicembre del 2013- disse iniziando ad alzare la voce, con le lacrime agli occhi.

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