HARRYAvresti dovuto essere tu.
Una parte di lui era arrabbiato con Louis per quello che aveva detto, ma l'altra era ancora sconvolta dalle implicazioni. Harry stava per crollare in ginocchio; pensava a quello che avrebbero potuto avere se solo gliene fosse stata data la possibilità.
Se la madre di Louis non fosse morta.
Se suo padre non fosse stato un egoista figlio di puttana a cui importava più delle apparenze che di suo figlio.
Se avesse aperto la porta a Louis quella sera fatale invece di chiudergliela in faccia. Lo avrebbe stretto senza lasciarlo più andare. Sarebbe stato il suo primo tutto, e lui il suo. Lui e Louis passarono la prima parte dell'escursione persi nei loro pensieri ma, con il passare del tempo, si sforzò di distogliere entrambi da quella spirale di depressione. Gli rimaneva così poco tempo da trascorrere insieme, e l'ultima cosa che voleva era crogiolarsi nel rimpianto e nelle opportunità perdute. Avrebbe avuto tutto il tempo di farlo una volta tornato a casa. Per non parlare della preoccupazione quasi costante che provava per Lucky. La sera prima e quella stessa mattina era a malapena riuscito a trattenersi dall'afferrarlo e dall'ordinargli di dirsi che cosa gli avessero fatto i suoi genitori affidatari. Ma Louis aveva ragione: il ragazzino si meritava di godersi gli ultimi giorni di viaggio. Sarebbe tornato alla realtà fin troppo presto. Non ci volle molto di più di un paio di stupide battute alla "toc toc, chi è?" per far sciogliere Louis, e in poco meno di un'ora stavano duellando per vedere chi riuscisse a far ridere per primo l'altro. Zayn aveva lasciato il campo alle prime luci dell'alba per avere un bell'anticipo e arrivare al lago prima dei ragazzi, perciò Harry e Louis erano da soli a chiudere le file, in caso qualcuno fosse rimasto indietro. Più Louis si rilassava e si apriva, più gli raccontava delle sue spedizioni come guida e delle sue avventure più folli. Quando venne il turno di Harry di parlare, gli raccontò qualcosa in più sulla fondazione e su come era riuscito ad ampliarla con le raccolte fondi e il passaparola. Gli spiegò alcuni dei programmi pilota in belle arti che avevano iniziato con giovani ad alto rischio, nel doposcuola.
"Che cosa ti piace fare, a parte lavorare e fare volontariato?" Gli domandò Louis, quando raggiungensero la cima del passo.
"Trascorri del tempo con la tua famiglia?" Harry si voltò verso di lui e vide che aveva lo sguardo fisso sul terreno davanti a sé. Era insolito. Durante il viaggio, aveva notato che Louis guardava sempre avanti o intorno a sé, beandosi del paesaggio e della natura che lo circondava come se fosse l'aria del posto a sostenerlo. Ma quando si sentiva a disagio teneva gli occhi bassi."Sì, direi di sì." Louis si girò e arcuò un sopracciglio, perciò spiegò: "Be', lavoro con mio padre, quindi lo vedo spesso. E sono obbligato a presenziare agli eventi aziendali. Ma si aspettano anche che partecipi a compleanni e vacanze in famiglia."
"La fai sembrare una brutta cosa," osservò lui.
Harry sospirò e distolse lo sguardo, cercando di convertire i suoi pensieri in parole. "Sai come sono... erano," iniziò, assicurandosi con un'occhiata che non lo stesse turbando.
"Ti sei sempre sentito in trappola," continuò lui, a bassa voce. "È ancora così?" Harry scrollò le spalle.
"Puoi essere intrappolato se non hai mai cercato di scappare?" domandò Harry, distratto. Poi scosse il capo e aggiunse: "Credo di star continuando ad aspettare quel momento, sai?"
"Quale momento?"
"Lo sai... il momento." Louis sorrise.
"Ah, il momento. Me n'ero scordato."
"No,"gemetti, portandosi le mani sul cuore. Lui rise e gli diede uno schiaffo leggero sul braccio.
"Dicevi di amare quei film tanto quanto me."
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You're Still The One.
FanfictionLouis Tomlinson è una guida escursionista, ha passato quindici anni a cercare di dimenticare la notte in cui, nel momento più difficile della sua vita, si era rivolto al suo migliore amico e lui gli ha voltato le spalle. Tremila chilometri e quindi...