Capitolo XVIII

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HARRY

"H, ti prego, devi mangiare." Harry scosse la testa. Se avesse mangiato qualcosa, gli sarebbe tornato tutto su. Dopotutto, era quello che era successo dopo che Louis gli aveva voltato le spalle. Era riuscito a trattenersi fino a che Louis non era scomparso alla vista e poi era corso sul retro del rifugio per vomitare dietro a un cespuglio.

Era stato Zayn a trovarlo in ginocchio, le braccia strette intorno alla vita mentre piangeva disperato, talmente scosso dai singhiozzi da rimettere un'altra volta, ma non gli era rimasto nulla nello stomaco da espellere a quel punto.

Sentì Zayn sospirare.
Non gli prestò attenzione mentre posava il vassoio di cibo sul tavolino, e non si prese nemmeno la briga di dirgli di portarselo via perché il cibo sarebbe andato a male nel tempo in cui il suo stomaco si fosse rimesso in sesto abbastanza da ingerire qualcosa.

Mi ha lasciato.

Non riusciva ancora a crederci. Non capiva neanche come potesse essere successo. Un attimo prima Harry si stava preparando a gettarsi ai suoi piedi per pregarlo di sceglierlo invece di Liam, e quello dopo Louis diceva che scopare con lui era stata una bella distrazione. Il materasso ondeggiò quando Zayn salì sul letto e si stese accanto a lui, faccia a faccia. Allungò una mano per tracciargli la ferita sulla fronte. Era stato stranamente silenzioso da quando gli aveva raccontato di come se l'era procurata.

Silenzioso e piuttosto appiccicoso. Di norma, gli avrebbe detto di mandare Louis a 'fanculo, ma quel nuovo Zayn non aveva fatto commenti dopo che gli aveva parlato di ciò che era successo tra lui e Louis dopo che si erano separati dal resto del gruppo. Quasi gli mancava la sua versione stronza.

"Dev'essere successo qualcosa, H" mormorò piano, giocherellando con i suoi capelli. "Da quello che mi hai raccontato..."

"Liam è successo," si intromise. "Avresti dovuto vederli insieme, Zay. Il modo in cui parlavano dei viaggi che avevano fatto insieme. Anche se non sono una coppia, dovrebbero. Lui è tutto ciò che io non sono."

"Cosa vorrebbe dire?"

Harry si asciugò le lacrime che non volevano smettere di scorrergli lungo le guance. "Gli piacciono le stesse cose. Roba all'aperto. Ed è bellissimo." Harry scosse il capo. "Non è saccente, non è impacciato, non si incazza..."

"Lo hai visto per cinque minuti, tesoro. Sei sicuro di non star solo proiettandogli roba addosso?"

"Cos'è, ti sei messo a fare lo psicologo, adesso?" ribattè Harry. "Ho visto il modo in cui Liam lo guardava. Ci ho messo meno di cinque secondi a capire che c'era sotto qualcosa. E per tutta la strada di ritorno non hanno fatto altro che parlare tra loro come se io non ci fossi." 

"Hai provato a discuterne con Louis?"

"Di cosa? Che avrei dovuto dire? Ehi, Louis, sono innamorato pazzo di te da tutta la vita, quindi molla quell'escursionista figo, che peraltro vive a un passo da te, e scegli me, uno la cui famiglia ti ha fatto passare le pene dell'inferno e che vive a tremila chilometri di distanza in un mondo in cui tu stesso hai affermato di non poter più vivere."

"Mi sembra perfetto." Zayn ridacchiò e Harry non riuscì a trattenere un sorriso. Ma non durò a lungo.

"Non vedeva l'ora di allontanarsi da me, Zay. Ieri sera... ieri sera è successo tutto solo perché si sentiva in colpa per quello che era accaduto al fiume."

"Gesù, H, per uno che si è laureato con il massimo dei voti alle volte sei davvero stupido."

"Grazie."

Zayn sospirò e continuò: "Harry, dimmi una cosa, ok? E pensa prima di aprire bocca."
Harry annuì. "Cosa fai appena inizi a dubitare dei te stesso?"

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