"Sei impazzita Artemide! Hai una gamba rotta, un intervento imminente e quello che fai è andartene in giro per l'ospedale in piena notte, da sola! Io non so cosa dire davvero!"
Non ebbi il coraggio di dirle che quella notte non l'avevo certo passata da sola o le conseguenze sarebbero state ancora più gravi.
Le urla di mia madre ero sicura avessero ormai svegliato mezzo ospedale in anticipo per la sua routine che comprendeva analisi, visite e interventi come il mio. Mia madre era una donna sulla quarantina, che però dimostrava trent'anni, grazie ai suoi capelli d'oro e da una pella luminosa. Aveva due occhi blu che non riuscivo più a guardare intensamente, troppo simili a quelli di Apollo. Gli occhi verde scuro invece li avevo presi da mio padre, un uomo un po' robusto che non smetteva mai di sorridere, sempre pronto a portare felicità. Così mi ricordavo mio padre, non come la persona che avevo davnti: un po' gobbo con i capelli grigi e la barba poco curata. Aveva gli occhi spenti e era da mesi che ormai non vedevo più quel sorriso che avevo tanto amato.
Con mia madre ero solita rispondere quando mi riprendeva, soprattutto per una cavolata come quella che avevo fatto quella notte. Tuttavia non riuscivo a togliermi dalla testa quel bacio rubato sul *errazzo dell'ospedale, ma soprattutto quel ragazzo misterioso e pieno di talenti.
Il nostro bacio fugace era stato interrotto da un medico in servizio quella notte che aveva deciso di andare a fumarsi una sigaretta proprio in quel momento, come se nell'ospedale non ci fossero stati altri posti in cui farlo. Mi aveva preso la mano e mi aveva condotto verso un'altra porta, che contrariamente a quella da cui eravamo arrivati dava direttamente in una sala d'attesa piena di medici e infermieri, i quali, forse riconoscendo il mio compagno d'avventure, non esitarono a rimproverarci e a condurci nelle nostre stanza scortati, senza nemmeno il tempo di salutarci. Avevo ancora indosso la sua felpa nera e una vaschetta di fragole tra le mani, come a ricordarmi che non mi ero immaginata il tutto.
E così mi ritrovavo nella mia stanza con i miei genitori, che informati della mia piccola marachella dall'infermiere che mi aveva scortato, non si risparmiarono certo la ramanzina. Quello che si risparmiarono però erano gli auguri per il diciottesimo della loro ormai unica figlia. Non glielo feci notare, volevo che vedere fino a quanto si sarebbero dimenticati.
"Non le dici nulla?", disse furibonda mia madre a mio padre, il quale fino a quel momento era rimasto nell'angolo della stanza ad osservare.
"Tua madre ha ragione, ma la cosa più importante ora non è questa piccola avventura di stanotte, ma la festa che hai organizzato."
Con tutto quello che era successo in solo poche ore mi era completamente andata a dimenticare del festino pieno di alcool che avevo dato nella mia soffitta, promettendo ai miei genitori che ci sarebbero stati solo Emma e Raul per una serata film. Ovviamente avevo tutto sotto controllo, essendo che i miei genitori quella notte sarebbero stati fuori per un convegno su una nuova scoperta archeologica avvenuta chissà dove. Loro sarebbero dovuti tornare solo nel mattino tardi di oggi, quando ormai tutti i miei amici sbronzi se ne sarebbero andati e io, grazie all'aiuto di qualche buon anima, sarei riuscita a pulire tutto per il loro arrivo.
Se pensavo che i miei amici fossero un minimo intelligenti da non chiamare i miei genitori e rivelare tutto, avevo troppe aspettative nel genere umano.
"Ti rendi conto di quanto ci siamo spaventati quando Raul ci ha chiamato per dirci che eri in ospedale? Per non parlare di quello che ci ha rivelato poi. Una festa piena di alcool e ragazzi sbronzi che ci stavano provando con tua madre, altro che una serata film con i tuoi migliori amici."
"Chi ci stava provando con te mamma?"
"NON È IL MOMENTO PER SCHERZARE!", dissero all'unisono in quello che pensavo fosse una persona sola. Mi ritrassi indietro sul letto per quando mi fosse concesso, impaurita dal loro tono così severo.
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Quella notte dal sapore di fragole
ChickLitArtemide. Una nome bizzarro per una ragazza. Se si pensa poi che abbia un gemello di nome Apollo, si potrebbe tranquillamente supporre di essere finiti in una storia di mitologia greca. Niente affatto. Da sempre Artemide ha fatto del suo nome un van...