Il lunedì successivo non fu così traumatico come quello precedente. Andammo di prima mattina a pulire la scuola, ma ero così felice che da lì a poche ore avrei rivisto Alessandro che non mi sembrò affatto una tortura. Pulire quei maledetti banchi mi faceva pensare lucidamente quanto quel dannato flacone che usavo per pulirli. Emma e Raul non erano sicuramente dello stesso umore e intuirono che doveva essere successo qualcosa.
"Quindi fammi capire. Spegni il telefono per tutto il weekend e poi ti presenti a scuola, di lunedì, d'estate, con un sorriso che non ti riesci a togliere dal viso? Seriamente?"
Subito mi apprestai a tornare ad un'espressione seria, ma sentì che involontariamente le mie labbra volevano partire all'insù. Dovevo avere la faccia da idiota, ne ero consapevole.
Provai di nuovo, ma invano.
"Se continui così sembra che tu abbia bisogno di una chirurgia facciale.", si intromise Raul.
"Mille grazie, per la sua consulenza."
Con un inchino e con uno straccio ancora in mano, rispose:"Sempre a sua disposizione." Alle volte mi domando perchè avevo cresciuto i miei due migliori amici a pane e risposta pronta.
Prima di incontrarmi Raul non si azzardava a questo tipo di risposte, ma piano piano era diventato sempre più estroverso. Avevo creato un mostro.
"Non ho niente che non va!", mi difesi.
"Scommetti Raul che non appena vediamo il principe azzurro del Pascoli scopriamo tutto?"
"Non è il mio principe azzurro!", precisai. Odiavo quell'appellativo che gli aveva dato la mia migliore amica.
"Potremmo sempre portarlo in qualche sgabuzzino e farlo parlare."
"Emma! Smettila, non ne posso più di sentirti dire cose illegali da fare.", disse Raul esasperato.
"Lo farei anche io, un po' di gossip non è mai male.", si intromise nella nostra conversazione una voce nuova. O meglio, una voce che fino ad allora aveva solo impartito ordini di pulizie e nient'altro. La bidella aveva alzato lo sguardo dalla sua rivista enigmistica e ora era pronta a vedere dal vivo qualche gossip, non più dalla sua rivista settimanale.
"Lei non si intrometta.", dissi io.
"Artemide Leoni, mi dispiace ma dopo questa risposta dovrò toglierle punti dalla tabella. Eppure aveva lavorato così bene oggi.". Prese una penna e cominciò a scrivere sulla sua rivista enigmistica qualcosa. Mi prese il panico quando intuì che forse quella non era solo una stupida rivista enigmistica.
"Quale tabella?!", chiese preoccupata Emma, la quale si avvicinò al banco su cui era sempre stata seduta la bidella.
"La tabella del vostro lavoro giornaliero. Il preside la richiede ogni giorno, così da vedere cosa fare di voi il prossimo anno. Quella messa peggio è Artemide, ma perché parte svantaggiata in partenza."
"Mi dispiace contraddirla, ma il preside non ci ha detto nulla a riguardo.", si intromise Raul.
La bidella allora prese un foglio e mostrò un foglio con una tabella con i nostri tre nomi e la firma del preside in fondo ad esso.
"Quindi?"
"Ma è illegale!", sbottai io."Affatto.", rispose affranto il mio migliore amico.
"Potrei anche cancellare l'ultima riga, signorina Leoni. L'ho scritta a matita apposta, ma lei deve dire cosa è successo tra lei e il principe del Pascoli. Qualche riga di apprezzamento in più verrà scritta se lei mi dirà anche il nome.", aggiunse come un giornalista accanito per il suo nuovo scoop.
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Quella notte dal sapore di fragole
ChickLitArtemide. Una nome bizzarro per una ragazza. Se si pensa poi che abbia un gemello di nome Apollo, si potrebbe tranquillamente supporre di essere finiti in una storia di mitologia greca. Niente affatto. Da sempre Artemide ha fatto del suo nome un van...