7-They don't know about us

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«Guarda guarda come si stuzzicano. Li adoro. Quando la smetteranno di essere così stupidi e cechi.» Sussurra Luigi, facendo alzare gli occhi al cielo ad Alex.

«Ti pare normale il fatto che io debba spiare il mio migliore amico con suo marito, vicino a un cuoco impiccione?»

«Beh mi scusi tanto contraddirla, signor migliore amico di Christian ma ha baciato più e più volte questo cuoco impiccione.» Risponde Luigi quasi offeso.

Con Alex, non si sa mai se sta scherzando oppure se è serio.

«Beh quelli sono stati gli attimi più belli della mia vita.» Dice il maggiore posando gli occhi sul castano, che sorride alle sue parole. «Ma poi sei dovuto tornare a lavoro, quindi non abbiamo potuto finire la nostra 'pratica romantica' in camera tua.» Continua Alex avvicinandosi a Luigi.

«A proposito. La prossima volta vengo io a casa tua. Qui dentro non si sa mai se c'è qualche pericolo.»

«Pericolo di cosa, Lù?»

«Pericolo Christian per esempio! Se scopre che il suo migliore amico se la fa di nascosto con il sottoscritto da ben tre mesi, ci uccide.» Sussurra al suo orecchio per non farsi sentire da nessuno. «Anche gli altri servi e Mattia! Loro non sanno di noi!»

«Christian ha altro a cui pensare. Come stare con Mattia in pace, senza te che li spii.» Lo rimprovera Alex.

Luigi lo guarda e alza gli occhi al cielo, quando il maggiore fa quel sorriso che tanto ama.

«Non possiamo ora. Devo lavorare, Alex. Domani ho il giorno libero. Vengo a casa tua dicendo che-» Dice il minore, ma viene interrotto dalle labbra del maggiore.

Le loro lingue si rincorrono e si cercano affamate.

Lingue vogliose di assaporarsi a vicenda.

Le mani di Alex finiscono subito sul morbido culo del castano, strizzandolo, facendo ansimare Luigi sulla bocca del castano scuro che sorride soddisfatto.

«Ale, non qui...» Prova a protestare il più piccolo tra i due, con una convizione pari a zero.

Lo vuole. E subito.

«Portami in camera tua, Luigi.»

***

«Ehi! Basta! Lasciami i capelli!»

«Smetterò solo quando dirai ad alta voce che non mi sfiderai più.» Dice Christian facendo finta di essere annoiato. Ma in realtà è felicissimo.

Si stanno punzecchiando da più di venti minuti.

All'inizio sembrava una rissa fatta di schiaffi sulle braccia. Anche se sembravano quasi delle carezze.

Poi sono passati alle spinte.

Poi alle tirate di capelli.

«Si si, sei il capo signore, non lo farò più. Vuoi anche che mi inchino?» Domanda Mattia ironico.

«Si voglio che ti inchini ai miei piedi, Zenzola.» Risponde Christian con un pizzico di malizia. Pochissima, non si notava proprio.

Bugia.

Mattia dopo un'attimo di sorpresa, sorride e si inginocchia ai piedi del riccio moro, senza mai staccare lo sguardo da lui.

Hanno cominciato a comunicare anche senza più parlare.

L'elettricità tra i due è palpabile.

In un'attimo il biondo spinge il maggiore e riesce a scappare dentro la sua stanza che subito chiude a chiave.

«Maledetto! Me la pagherai!» Urla Christian davanti la porta di Mattia.

I due non si sono nemmeno accorti che stavano sorridendo.

Felici. Spensierati. Liberi.

Come quei due bambini che giocavano alla lotta nei parchi vicino la scuola. Che dicevano di odiarsi a morte quando poco dopo ridevano e si abbracciavano.

Quei due bambini non sono mai cresciuti.

Quei due bambini sono i nostri due protagonisti.

Mattia e Christian.




Spazio autrice

Ciao stupendi, come state?

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Twitter: justmyname_mal

Mal🤍

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