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Si sentì sballottato avanti e indietro. Pensava che quella notte non sarebbe mai finita e, quasi quasi, quei ragazzi che stavano facendo tutto quel casino sotto la sua finestra, gli mancavano. Camminò stancamente; non sapeva dove stesse andando, sapeva solo che stava camminando a caso, siccome aveva ancora quel maledetto sacco sulla testa e poi i suoi polsi, per quanto gli erano stati legati in modo stretto, non riusciva proprio a muoverli per liberarsi. I passi si fermarono, solo quando sentì la voce 'familiare' di Hawks affermare che fossero arrivati, poi percepì una pressione sul petto che lo face caferee seduto su qualcosa di duro, forse una sedia.
I suoi sensi si attivarono all'istante quando, quel sacco ferido che aveva sulla testa, gli venne subito strappato e dovette sbattere un paio di volte le palpebre per abituarsi a quella forte luce che lo stava accecando.
"Ora mi dite perché sono qui ?" Ringhiò il corvino, guardando dapprima Hawks il quale si era posizionato con la schiena contro il muro opposto e le braccia conserte contro il petto, poi passò lo sguardo all'unica donna presente nella stanza: aveva capelli lunghi e chiari e la pelle mulatta. Forse era la stessa donna del furgone. Si trovavano in una stanza, piccola e quadrata, dalle pareti color latte e lui si trovava al centro di essa. Di fronte, aveva lei.
"Io sono Mirko, agente speciale."  Aveva in mano un piccolo telecomando.
"Non ti ho chiesto chi cazzo sei. Non mi interessa." Sibilò Touya, muovendo appena le braccia. Se solo avesse potuto, l'avrebbe presa a schiaffi. Poco importava che fosse una donna; ma, probabilmente, sul campo se la sarebbero giocata alla pari siccome lei sembrava ben piazzata a muscoli. Lo poteva notare dalle sue forme ben evidenti, in quella tuta così stretta.
"Ha un carattere difficile. Non caverai il ragno dal buco." Sussurrò Hawks alle spalle di lei; se ne stava immobile in quella posizione. Era dannatamente inquietante.
Un sorriso varcò le labbra della donna, mentre permette un grosso pulsante rosso al centro del telecomando e le luci si spensero; ringraziò dio, sentiva gli occhi bruciare.
"Beh...allora se vedrà questo, magari inzierá a dire qualcosa."
Disse lei, mentre la sentì smanettare con il telecomando e di fronte a lui si proiettò la grossa faccia di quello stronzo di suo padre. Era lui; lo poteva ben vedere da quella grossa cicatrice che aveva sul viso, essa attraversava tutto il suo occhio dal sopracciglio fin sopra lo zigomo.
"Enji Todoroki. È tuo padre, no ?"
Aveva parlato Mirko. Hawks si stava astendendo dal dire qualcosa, in realtà non lo vedeva più in quell'ambiente così buio.
"A quanto pare."
Brontolò il corvino, alzando le spalle. Non si meravigliava che suo padre fosse un uomo conosciuto. Era molto importante in quanto sindaco di quella città: uno degli altri motivi per la quale aveva deciso di mettersi in proprio e starsene nell'anonimato, fino a quella sera.
"Sappiamo che non sei in buoni rapporti con lui."
"Mi spiate per caso ?" Chiese il corvino, facendo uno sbuffo.
"Fino a stasera lo abbiamo fatto spesso."
Non avrebbe dovuto nemmeno meravigliarsi di questo essendo figlio uno degli uomini più prestigiosi del paese:"ah, quindi sapete anche quante volte vado nel cesso a cagare. Buono a sapersi."
"Non è questo il punto." Le luci  si spensero e riapparse nuovamente la figura nitida della donna.
"Non ho contatti con mio padre da secoli. Vi sono inutile."
Disse lui, alzando nuovamente le spalle.
Sentì Hawks sbuffare alle spalle della donna:" fai fare a me." Sussurrò, facendo Mirko da parte e posizionandosi davanti a lui:" Enji Todoroki è la nostra missione, quindi ora tu ci dirai tutto di lui."
"Ve l'ho detto: è inutile. Non so nulla."
Controbattè il corvino; ma, fu questione di un attimo, il suo viso si girò dall'altra parte e percepì un forte dolore farsi spazio sul suo viso.
Il biondo gli aveva tirato uno schiaffo.
"Riproviamo. Magari ti torna la memoria." Sussurrò; a quel punto, Touya girò nuovamente il viso verso la sua direzione.
Incazzato era poco. Già gli aveva fracassato la finestra, poi si era permesso anche di mettergli le mani addosso. A lui non interessava tutto quello. Non interessava della loro missione del cazzo e di suo padre che, in qualche modo c'entrava qualcosa, lui voleva solo tornasene a casa e basta.
"Ve lo ripeto: io non voglio avere a che fare con mio padre."
Dal biondo, partì un altro schiaffo. Vide roteare il braccio verso la sua direzione, ma ,al contempo, ebbe la sfortuna che le corde ai suoi polsi si erano allentate e lui, invece, potè muoversi.
Fu molto più veloce di Hawks: si alzò, prese il biondo per il polso e glielo girò dietro la schiena, posizionandosi dietro di lui.
"Ma che ca-"
"Lasciatemi andare." Sibilò nel suo orecchio, ma aveva dimenticato che ci fosse Mirko.
Lei subito reagì, prendendo un taiser, lo mise in azione e lo infilò nel collo di Touya.
Quest'ultimo percepì una forte scossa lungo il corpo, che lo fece accasciare a terra e chiudere gli occhi.
Vide tutto nero: era svenuto sul colpo.
I due, Hawks e Mirko, si lanciarono un'occhiata e annuirono.
"Hanno liberato una stanza per lui, lo tratteniamo fino a quando non ci dirà qualcosa." Disse la donna, uscendo poi dalla stanza. Hawks fece un sospiro, lanciando un'occhiata al corpo a terra e scosse la testa: voleva anche dire che toccava a lui caricarlo di peso e gettarlo nella stanza libera.

Spazio autrice
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